Giuseppe Amorelli
(avvocato – scrittore)
«Muor giovane colui che gli dei amano» è un frammento di Menandro (111 K.-Th (hon oi theoi philusin apothnēskei neos), noto soprattutto grazie alla citazione fattane da Leopardi (epigrafe del suo Amore e morte «muor giovane colui ch’al cielo è caro».
Si fu proprio la notte del 02.giugno 1980 che Rino Gaetano “trovò” in un “tragico” incidente stradale, la morte in via Nomentana a Roma a soli 30 anni.
Rino Gaetano pero vive ed è caro ancora oggi alle nuove generazioni che rimangono affascinate dalle sue “narrazioni musicali”.
Nel panorama musicale degli anni 70 Rino Gaetano fu uno dei cantautori che portarono una ventata di rinnovamento nel chiuso panorama musicale italiano, ancora attardato sulle rime cuore-amore. In quel periodo storico l’Italia aveva bisogno di “rinnovare” la sua educazione sentimentale e la canzone non poteva essere pura e semplice affermazione di un sentimento.
Infatti Rino Gaetano scriveva a raffica, immune da vincoli come la metrica, faceva un uso degli avverbi in maniera bizzarra. Basti pensare al testo:Tu, essenzialmente, tu oppure ad esempio a me piace il sud. Rino Gaetano non apparteneva ad alcuna scuola musicale o corrente e sosteneva che l’arte in generale non puo essere condizionata dalle dottrine politiche, era un “esprit anarchiste” come lo defini il critico letterario e musicale Enzo Siciliano, in una intervista .
E’ stato l’avvocato Bruno Mautone che con le sue pubblicazione, La tragica scomparsa di un eroe del 2013, Chi ha ucciso Rino Gaetano nel 2016 e Segreti e misteri della sua morte 2020, che nel rivisitare i testi apparentemente spensierati che Rino Gaetano componeva , ha acclarato che gli stessi contenevano “messaggi” molto interessanti ed ha saputo decrittarli, consegnandoci una visione diversa di quel periodo storico, svelando segreti, situazioni e verità che per molto tempo ci erano state debitamente edulcorate. Nell’ultima pubblicazione L’avv. Bruno Mautone, indica documenti che contengono sorprendenti rivelazioni che avvalorano la tesi, che con i primi due volumi aveva sostenuto, della presenza di personaggi che avevano condizionato la vita politico-sociale del nostro paese in quegli anni. e che avevano senza ombra di dubbio avuto responsabilità nella morte di Rino Gaetano. Interessante il “parallelismo” tra i testi di Rino Gaetano e la rivista O.P. di Mino Pecorelli e non solo .
Musicalmente Rino Gaetano nasce quando nel 1970 comincia a frequentare Folkstudio, a Roma, nel quartiere di Trastevere che l’habitat celebrato dai giovani “cantautori” quali Venditti, De Gregori, Lo Cascio. i cui testi erano palesemente condizionati dal clima politico imperante e politicizzati al massimo. Rino Gaetano si distinse subito per la sua lontananza dalla militanza politica”osservante, si caratterizzo per la sua ironia critica, la sua irriverenza . Rino Gaetano non apparteneva ad alcuna scuola musicale o corrente e sosteneva che l’arte in generale non puo essere condizionata dalle dottrine politiche. Dira’ di Lui Antonello Venditti: Rino era un folletto, un clown che aveva dentro radici così diverse dalle nostre che era quasi inesplicabile. Quindi, quando ci faceva sentire le canzoni, a me e De Gregori per esempio, noi ci guardavamo con Francesco e cercavamo comunque di collocarlo… era una specie di fantasma che girava come un folletto in tutti i locali di Roma cercando amici, cercando persone con cui dialogare, alle quali far sentire le canzoni. Disse di Lui Bassignano: ” adottava uno stile atipico, buffonesco, dissacrava il pop .Era un innovatore felice e solitario.
Le “narrazioni musicali” dell’artista crotonese, scritte in un periodo storico, gli anni 70,gli anni di piombo, caratterizzati da un clima sociale infuocato dall’emergenza terrorismo, ma anche anni di lotte sociali e conquista di diritti civili erano composte da testi apparentemente spensierati e definiti “non-sense” in realtà contenevano “messaggi” molto interessanti E’ lo stesso Rino Gaetano in uno dei suoi ultimi brani:” Io Scriverò” :” io scriverò sul mondo e sulle sue brutture sulle mie immagini pubbliche e sulle camere oscure”, quindi altro che canzoni non sense , come sostenuto dai tanti denigratori del cantautore crotonese.
Il suo ultimo messaggio nel brano :”Ed io ci sto”…mi dicono alla radio statti calmo fatti uomo non esser scalmanato, stai tranquillo e fatti uomo ma io con la mia guerra voglio andare sempre avanti, e costi quel che costi la vincerò non ci son santi.” Il brano rappresenta una vera e propria dichiarazione di impegno civile e la guerra da vincere era quella dei diritti civili perchè solo quella conquista avrebbe potuto regalare quella “….bandiera diversa senza sangue e sempre tersa.”.
I suoi brani sembrano attraversare ogni epoca, quasi da apparire immortali, indelebili alla usura del tempo.