Aldo Bianchini
SALERNO – “Resettare tutto e ricominciare da zero”, sembra essere questa la parola d’ordine che il centro-destra salernitano, sempre più allo sbando, si è imposto per cercare di salvare il salvabile o per nascondere scelte diverse già fatte, come quella di un partito orientato che da destra è orientato verso l’uscente Enzo Napoli.
Sinceramente non ho più parole, e forse neppure la voglia, per commentare lo sfacelo totale delle varie componenti dell’esercito di “Franceschiello” (il centro destra !!) che dovrebbe dare battaglia contro i vari plotoni di esecuzione del frastagliato esercito deluchiano.
Nell’appello del segretario provinciale dell’UdC così come in quello di Forza Italia ci sono molti elementi che, ai limiti del paradosso, non convincono affatto.
Comincio dall’UdC, un partito che negli ultimi anni si è spostato con superficiale nonchalance tra destra e sinistra, arrivando al punto di essere a sinistra nel governo centrale e a destra in quelli locali o viceversa, e che si permette il lusso di dichiarare che “Ci sono candidati in divisa e candidati in borghese ma sempre carabinieri sono. Non si può pretendere che si converga su candidature non condivise. O si azzera tutto e si riparte o l’Udc si riterrà libero di andare altrove”. Quasi come se l’UdC sia la trasparente immagine della migliore politica nazionale e locale e FdI (l’allusione a Cirielli è molto chiara) sia un’accozzaglia di “peones militarizzati” al comando di un uomo borghese che non smette i panni del carabiniere. Insomma una battuta poco felice che il segretario provinciale dell’UdC Polichetti avrebbe fatto molto meglio a trattenere per se, senza cercare di ridicolizzare “una divisa che sempre nobile è”. Il segretario Polichetti molto verosimilmente non si è ancora reso conto che le candidature iniziali non sono mai condivise e che devono diventare tali a compimento di un laborioso lavoro di trattative e di concertazione. Ma se questa che è politica delle elementari non viene compresa vuol dire che il futuro del c.d. è davvero difficile.
Continuo con Forza Italia, un partito che a Salerno non riesce mai ad opporsi in maniera composta e corposa allo strapotere deluchiano; anzi gli esponenti di vertice di tale partito fanno a turno a parlar male dei possibili alleati per non inquinare i propri antichi “insani rapporti” sia direttamente con De Luca che con i suoi comandanti armati. E’ bastato che Gianfranco Rotondi (già ministro e responsabile nazionale di Democrazia Cristiana) abbia preso posizione (cioè ha deciso, al contrario di Forza Italia che non lo sa fare) in favore dell’avv. Michele Sarno (candidato sindaco di Fratelli d’Italia) per scuotere fin dalle fondamenta il sen. Enzo Fasano che si è subito speso, alla stregua di Polichetti, nel ridicolizzare l’atteggiamento di Rotondi per buttare sempre più giù l’immagine del carabiniere che, contrariamente a lui, sa decidere e decide. Fino ad avere il coraggio di accusare Rotondi di aver inciuciato con “Giuseppi Conte” dimenticando cosa ha fatto e cosa fa Forza Italia, o almeno la parte di F.I. cui fa capo lo stesso Fasano.
E concludo, per oggi, con Celano, di Roberto si può dire di tutto e di più, sicuramente nessuno potrà mai mettere in discussione la sua fede di destra e la correttezza politica utilizzata sempre nel confronto con alleati e avversari. Al momento mi sembra l’unico personaggio del centro destra ad avere le idee chiare del quadro inquietante che ha di fronte. Il consigliere comunale Roberto Celano, con molta lucidità si chiede e chiede: “Il centro destra, al di là della posizione di Rotondi, vuole fare battaglia per vincere o si vuole consegnare ad un sistema da combattere fino alla fine con ogni strumento democratico ?” e dall’alto della sua antica militanza tuona: “Io non faccio una questione di nomi, ma di progetto che deve essere il più ampio possibile”.