LIVATINO: è il primo magistrato in odore di santità … il secondo sarà Palamara ?

Aldo Bianchini

Alcune foto che ricordano il giovaneAngelo Rosario Livatino

SALERNO – Ieri, 9 maggio, è stata celebrata la giornata nazionale dedicata alle vittime del terrorismo interno ed internazionale e delle stragi di tale matrice, come previsto dalla Legge n. 56 del 4 maggio 2007, che in gergo viene chiamata “Giorno della memoria” in onore dell’ex presidente della D.C. on. Aldo Moro (ucciso dalle Brigate Rosse proprio il 9 maggio 1978) e di tutte le altre vittime.

E nella giornata di ieri (come ha scritto su questo giornale l’amico giornalista Pietro Cusati) “con una cerimonia solenne, nella Cattedrale di Agrigento è stato  proclamato beato  Angelo Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990”.

La proclamazione avvenuta nel giorno dedicato alle vittime del terrorismo agli osservatori distratti può apparire casuale e pure incauta; Livatino, infatti, è stato giustiziato dalla mafia siciliana e non dal terrorismo. Sappiamo, però, che la Chiesa non ha fatto e non fa mai scelte casuali ed inopportune. E, in effetti, dobbiamo riconoscere che quando si parla di delitti di mafia o di terrorismo la linea di demarcazione è sempre molto sottile, ed è difficilissimo stabilire se un delitto di Stato (come può essere considerato quello di Livatino) sia da attribuire con chiarezza alla mafia soltanto e non anche alla mafia in collusione con lo Stato che spesso si è servito del terrorismo e della stessa mafia per mettere a segno quelle tragedie passate alla storia come “stragi di Stato”.

Il collega Cusati, riferendosi al 18 luglio 1978 come primo giorno da magistrato di Livatino appena ventiseienne, ha ricordato a tutti la frase storica che il magistrato annotò nella sua agenda: “Oggi ho prestato giuramento; da oggi sono in Magistratura. Che Iddio mi accompagni e mi aiuti a rispettare il giuramento e a comportarmi nel modo che l’educazione, che i miei genitori mi hanno impartito, esige”.

l'ex magistrato Luca Palamara esce dalla porta del sacrario dei segreti più inquietanti della magistratura

Dato alle vittime di terrorismo e mafia quello che a loro appartiene, vi invito a non considerare dissacrante il titolo di questo articolo solo per il fatto di aver citato l’ex magistrato Luca Palamara che con il suo “pentitismo” si allinea alla perfezione con i pentiti di mafia e di terrorismo che, pur partendo da una situazione di rei confessi, hanno sicuramente contribuito alla lotta contro mafia e terrorismo; così come Palamara sta contribuendo alla lotta contro le deviazioni barbariche di una magistratura sempre nell’occhio del ciclone delle polemiche.

Luca Palamara ha scoperchiato la pentola delle malefatte suddivise in parti uguali tra il CSM, l’ANM e i singoli magistrati, coinvolti tutti nella gestione dell’orgia del potere che negli ultimi trent’anni ha scavalcato quello esecutivo e legislativo di pertinenza della politica parlamentare come base ineludibile della nostra democrazia.

Dunque se c’è stato un primo “beato” perché non può essercene un secondo; e perché come secondo non può essere proprio Luca Palamara per il suo enorme servizio reso, come pentito, alla libertà di tutti noi ?

Recentemente ho già scritto su Luca Palamara e l’ho fatto per ringraziarlo, almeno dal mio punto di vista, di essersi pentito e di aver scoperchiato la pentola dei misteri, una pentola che continua a buttar fuori fuoco e fiamme anche se qualche mese Palamara sta zitto; è la prova che Palamara ha davvero smantellato “Il Sistema” con la lunga intervista rilasciata ad Alessandro Sallusti, utile a scoprire e portare a conoscenza di tutti “il poter\e, la politica, gli affari della storia segreta della magistratura italiana”.

Ancor prima che venisse pubblicato il libro di Sallusti “Il Sistema”, finito di stampare nel gennaio 2021, avevo scritto addirittura in data 26 maggio 2020 le seguenti considerazioni:

  • Per tutto questo, come ho scritto nel titolo, dobbiamo ringraziare di vero cuore l’ex pm Luca Palamara; con le sue azioni (che qualcuno classifica come illecite, ma bisognerà vedere in fase processuale come andrà a finire) è riuscito a scardinare dall’interno il “sistema dei sistemi”contro cui può combattere e vincere soltanto la democrazia che ti lascia fare tutti i porci comodi possibili e che quando tracima non c’è potere o sistema che tenga; la democrazia travolge tutto e tutti … Il sistema di potere non è una cosa visibile, si annida nei gangli più significativi dello Stato e si muove a suo piacimento determinando il destino dei governi, le stragi, la deviazione dei processi e quanto di peggio si possa immaginare … Luca Palamara ha avuto la capacità, da solo e con la sua tracotanza autoritaristica di innescare la miccia all’interno di uno dei sistemi di potere più perverso che la storia repubblicana possa ricordare … La democrazia sicuramente si è avviata sulla strada della vittoria ed il successo in parte lo dovrà anche alla perversa azione di Palamara che in tanti dovranno ringraziare; senza meravigliarci che la democrazia per ripristinare l’ordine utilizzi anche strumenti e passaggi subdoli e poco comprensibili.

 

Ecco perché, a mio vedere, Luca Palamara si avvia sulla strada della sicura beatificazione.

 

 

 

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