Aldo Bianchini
SALERNO – Prima di andare avanti rispondo subito alla domanda contenuta nel titolo e dichiaro che sicuramente lo scontro (almeno quello di qualche settimana fa) politico tra Piero De Luca e Mara Carfagna non è stato provocato dalla presunta attività pro-sud della Carfagna e nemmeno dalla risposta-precisazione piccata che il giovane dem (figlio d’arte) da poco assurto alla carica di vice capogruppo del PD alla Camera dei Deputati.
Chiarisco subito un concetto di base che, ovviamente, rispecchia il mio pensiero e cioè che lo scontro non ha ragione di esistere per un principio basilare di fondo: Piero De Luca ha un partito, Mara Carfagna no.
Questo non lo dico io. Ho pescato un’affermazione apparsa su “la Repubblica” del 13 marzo 2021: “Ormai tra i berlusconiani <Io sono contro Mara> è diventato un ritornello … Del Sud è diventata ministra. Ma quando arriva al Sud Mara Carfagna è costretta a guardarsi le spalle. Da un po’. Soprattutto nel suo partito. Lontani i tempi in cui tutti la cercavano, tutti correvano alla sua corte, quando era il volto nuovo di Forza Italia campana, candidabile a ogni elezione possibile. Ormai si fa presto tra i berlusconiani a dire <io sono contro Mara>”. Naturalmente verrebbe subito naturale da chiedersi come ha fatto a diventare ministra senza un partito; la risposta c’è, ma è lunga e complessa e non attiene all’argomento di oggi. Penso, però, e mi preoccupo per i suoi fedeli salernitani (fedeli non so fino a che punto !!), Enzo Fasano, Marzia Ferraioli, Gigi Casciello, e del destino politico che sarà loro riservato in funzione di una ridotta disponibilità di posti in Parlamento per le elezioni politiche del 2023.
Ma torniamo allo scontro politico di qualche settimana fa, uno scontro maturato (lo dice De Luca) sulle cifre del PNRR sparate da Carfagna, nel corso di una mega conferenza stampa organizzata a Roma, come assegnazione pro-sud grazie alla sua azione politica. Ha subito risposto Piero De Luca (spalleggiato anche dai parlamentari Pietro Navarra e Ubaldo Pagano) dicendo tra l’altro: “Apprezzando gli sforzi della ministra Carfagna, non possiamo dunque essere soddisfatti dell’attenzione che il Mezzogiorno finora ha ricevuto. Pertanto, invitiamo il governo ad uno sforzo ulteriore nella redazione della versione finale del Piano, in quanto, a meno di futuri significativi aggiustamenti, gli obiettivi di coesione territoriale, uno dei pilastri portanti del progetto Next Generation Eu, rimangono ad oggi ancora ampiamente traditi”.
Su questo scontro come cittadino, prima ancora che come giornalista, io propendo decisamente dalla parte di De Luca per un fatto semplicissimo; Piero de Luca è ritenuto dagli ambienti bene informati molto esperto in fondi e finanziamenti europei e su come intercettarli, prenderli e utilizzarli; la ministra Mara Carfagna, almeno fino ad ora, non ha dato segnali positivi in tal senso. Ma ha spiccatamente risposto che: “… Il giorno dopo l’invito del presidente Draghi a non fare i capricci è sconcertante leggere le dichiarazioni del vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Piero De Luca, e dei deputati dem Pietro Navarra e Ubaldo Pagano, che barano sui dati per sostenere la superiorità del piano Sud del precedente governo rispetto a quello presentato ieri . ..”.
Lo scontro, almeno per ora, sembra essersi fermato qui anche se ha radici più profonde che affondano nelle passate “rincorse” del centro-destra salernitano a tenere buoni rapporti con Vincenzo De Luca (papà di Piero); al riguardo è sufficiente ricordare il voto di Cirielli del 2006 nella Commissione per le Autorizzazioni a Procedere in favore di De Luca e del successivo accordo politico tra De Luca-Cirielli e Cosentino per le amministrative salernitane dello stesso anno; così come è giusto ricordare l’azione dell’allora ministra per le pari opportunità Mara Carfagna (siamo nel 2009) contro Cirielli ed in favore di De Luca per l’attribuzione della titolarità della realizzazione del termovalorizzatore di Salerno.
Una battaglia, quest’ultima, che aveva consentito alla Carfagna di mantenere una sorta di filo diretto con De Luca; filo che da qualche anno sembra essersi spezzato con l’arrivo di Piero De Luca in Parlamento nazionale. E questo valore aggiunto a tutto vantaggio del giovane Piero crea condizioni difficilmente sopportabili, soprattutto da quando la Carfagna è ridiventata ministro e si è anche incontrata con il governatore della Campania; un incontro istituzionale finalizzato alla presentazione in sede regionale del PNRR.
Va detto, infine, che il giovane De Luca, al contrario della Carfagna, conosce tutto il territorio salernitano, lo frequenta di continuo, ascolta la gente delle aree costiere come quelle delle aree interne; insomma fa il parlamentare per Salerno e provincia a tutti gli effetti.