Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)
Verona,13 aprile 2021. Una storia di DAD ,un episodio grottesco,al liceo Montanari di Verona, una studentessa di 15 anni è stata invitata dalla docente di Tedesco a coprirsi gli occhi con una sciarpa per sostenere un’interrogazione. La Rete degli studenti medi veronesi ha evidenziato le storture che questo tipo di didattica può produrre, non ultima l’ umiliazione. L’immagine della ragazza bendata con la sciarpa è stata fotografata e condivisa sui social. La didattica a distanza porta con sé anche problematiche come questa. La DAD,la didattica a distanza è già di per sé uno strumento che allontana lo studente dalla Scuola e dal resto della comunità scolastica e poi si aggiunge la sciarpa durante una prova di valutazione ???Una studentessa stava svolgendo un’interrogazione in didattica a distanza ,la docente sospettando che la ragazza stesse copiando, le chiede di bendarsi con la sciarpa per proseguire la valutazione. “La studentessa è stata mortificata davanti a tutti, perché l’insegnante non credeva al fatto che fosse così preparata” secondo il rappresentante d’istituto degli studenti. Non è la prima docente che, durante le lezioni in didattica a distanza decide di instaurare un clima del tutto inadatto per la crescita e la formazione degli studenti. La ragazza ha fatto quanto richiesto dalla docente mentre il resto della classe assisteva collegata al pc ed hanno definito la richiesta repressiva. Gli insegnanti si sono presto resi conto che copiare è molto più semplice da dietro uno schermo. C’è chi fa tenere il libro chiuso in mano, perché tanti studenti hanno usato il trucco di tenerlo aperto sulle ginocchia. C’è chi finge una rottura della telecamera, c’è chi appende bigliettini attorno al monitor. Ci sono anche genitori che fanno da suggeritori. Dall’altra parte spesso gli insegnanti hanno chiesto di fare l’interrogazione tenendo gli occhi chiusi. L’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto ha avviato accertamenti in un liceo di Verona dove un’allieva di 15 anni sarebbe stata indotta da una professoressa a bendarsi con una sciarpa mentre era collegata a distanza, per evitare che potesse copiare durante una interrogazione. La vicenda , di cui riferiscono ‘Il Corriere del Veneto’ e ‘Repubblica’ , era stata denunciata dalla Rete degli studenti per il Veneto. Sul caso è intervenuto anche il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso: “Credo si tratti di un episodio isolato, che giustamente andrà approfondito dalla dirigenza dell’istituto in cui si è verificato per capirne l’origine e l’esatta dinamica. La didattica a distanza è un surrogato rispetto alle lezioni in presenza e può costituire una parentesi, non la regola. Queste sono settimane importanti, con milioni di studenti tornati sui banchi, nelle aule, fisicamente davanti ai propri insegnanti: si respira una ritrovata normalità che speriamo il prima possibile possa essere allargata anche ai ragazzi degli istituti superiori. Questa è la scuola che ci piace”, conclude Sasso.Anche l’altra sottosegretaria all’Istruzione,Barbara Floridia, si esprime in merito alla vicenda successa nel liceo Montanari di Verona: “La scuola è una comunità educante nella quale l’obiettivo comune è educare, cioè far crescere in maniera equilibrata i giovani che ne fanno parte favorendone la maturazione e la formazione umana e personale. La cultura del sospetto non rientra tra gli obiettivi della scuola: Il gesto della professoressa mi sembra eccessivo e inopportuno. Abbraccio la studentessa e le invio la mia solidarietà”.