Da uff. stampa
Questa riflessione del “punto di … Michele Albanese” trae spunto da un episodio accaduto in questi giorni. Un emozionante messaggio di Giovanna T., una nostra cara amica/cliente, sintetizza, nella sua più calda semplicità e con poche parole, ciò che c’è dietro il nostro lavoro, spesso denigrato da comportamenti non troppo etici che, diverse volte, delegittimano un impegno che va ben oltre lo specifico ruolo del bancario.
Il nostro lavoro di artigiani del credito, nel senso più naturale ed umile del termine, trova concretezza nell’ambito delle realtà bancarie che viviamo ogni giorno, pronte a dare delle risposte, evitando di creare illusioni, ma con l’obiettivo centrale di risolvere dei problemi.
Ho sempre dato centralità, nel nostro lavoro, alla capacità di ascolto, non solo quella di un Direttore Generale, ma anche quella di numerosi colleghi che, quotidianamente, accolgono, anche solo con un semplice sorriso, presso le nostre Filiali, centinaia di clienti.
Si determina una relazione particolare, un nesso emozionale fatto di tanti elementi che non è facile esprimere e riportare.
È in quel preciso istante che nasce qualcosa di speciale, qualcosa in grado di far emergere, concretamente, l’eccezionalità di questo lavoro.
Per svolgere al meglio qualsiasi lavoro, come spesso leggiamo, te ne devi innamorare.
Ogni lavoro regala emozioni e soddisfazioni, spesso consente di realizzare qualcosa i cui risultati, solo un giorno, forse, si riusciranno a vedere; a volte, invece, non sapremo mai se un sì o un no ha determinato effetti o meno su una persona e sulla sua vita.
Il commento di Giovanna, che qui abbiamo voluto riportare, ci consente di affermare quanto sia emozionante essere riconosciuti nel nostro ruolo, come operatori una Banca locale in grado di anteporre i valori e le persone ai freddi numeri, aiutando a realizzare i sogni anche a chi aveva perso ogni speranza.
Questa esperienza ci permette di affermare quanto sia appassionante e motivante fare questo lavoro. Quanto sia importante tenere conto di quel “rating umano” che ci permette di considerare le persone in quanto tali, capire che dietro ognuno che hai difronte c’è gioia, sofferenza, amore, famiglia, figli; c’è voglia di riscatto, di lavorare, dignità personale che si ritiene debba essere rispettata, soprattutto in questo particolare momento.
Rileggendo le parole di Giovanna, ci viene da affermare, con forza, che tutto, ancora oggi, ha un senso e se sapremo proseguire sul percorso tracciato, il futuro sarà ancora migliore, perché il nostro mondo ha bisogno di queste cose, di gente che sappia ascoltare e credere nel prossimo.
Come ho detto in qualche altra occasione “aiutare e capire qualcuno è bello, ti fa star bene, ti aiuta a vivere sereno e poter andar a letto la sera pensando che il mattino successivo si ricomincia. Solo così si vive felici e soddisfatti. Quindi, se vuoi star bene fai che gli altri lo siano come te. Questo è il nostro ruolo, questo è quello che ci deve rendere differenti da tutte le altre banche che considerano le persone dei numeri e le fanno giudicare da una macchina (sistema informativo). Nessuna macchina, sebbene evoluta, potrà mai interpretare questi sentimenti e mai ci sarà qualcuno che la potrà inventare perché siamo stati creati con una mente e con un cuore che non possono essere replicati; viaggiano con noi e con noi voleranno via”.
L’essenza del nostro lavoro è questa ed aiuta a capire, insieme al messaggio di Giovanna, perché mettere al centro la persona ancora ha un senso.
Grazie a te, Giovanna, per le parole e per averci regalato una spinta in più e di averci fatto fare un’ulteriore riflessione che dovrà servirci ad essere, soprattutto ora, ancora più umani.