Il vaccino è un farmaco:le vaccinazioni in farmacia saranno con la presenza del medico?

Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

Roma, 22 marzo 2021. Il decreto Sostegni da il via libera  al farmacista vaccinatore ,le nuove disposizioni  danno la possibilità per i farmacisti di somministrare in farmacia il vaccino anti-Covid,  escludendo la supervisione e la presenza del medico? La misura tiene conto, come spiega  la relazione illustrativa, anche “delle recenti iniziative attuate nei Paesi appartenenti all’Unione europea finalizzate alla valorizzazione del ruolo dei farmacisti nelle azioni di contrasto e di prevenzione delle infezioni da Sars CoV 2″ ed è ovviamente finalizzata ad allargare la platea dei vaccinatori e, conseguentemente, la possibilità di somministrare il vaccino sul territorio.  Per  la somministrazione dei vaccini  sarà ovviamente necessario il possesso di formazione specifica, che è quella fornita agli operatori sanitari coinvolti nelle attività di somministrazione dei vaccini contro il Sars-CoV-2 dall’Istituto superiore di sanità con i suoi specifici corsi Fad.Specifici accordi con i sindacati di categoria, sentito l’Ordine professionale, disciplineranno “anche gli aspetti relativi ai requisiti minimi strutturali dei locali per la somministrazione dei vaccini, nonché le opportune misure per garantire la sicurezza degli assistiti” e per i farmacisti è anche previsto l’obbligo di trasmettere “senza ritardo e con modalità telematiche sicure” i dati relativi alle vaccinazioni effettuate alla Regione  di riferimento, “attenendosi alle indicazioni tecniche fornite da queste ultime, anche attraverso il Sistema Tessera Sanitaria”.https://www.rifday.it/farmaci-on-lineFarmacisti vaccinatori,Vaccini somministrati anche dai farmacisti in farmacia,la Federazione Nazionale degli Ordini dei Farmacisti e la Federfarma accolgono con  soddisfazione la decisione del Governo di coinvolgere direttamente i farmacisti  nella campagna vaccinale contro il COVID-19. La rete italiana degli  oltre 70.000 farmacisti che  hanno dato nel corso della pandemia una risposta  ai bisogni della popolazione e alle esigenze del Servizio sanitario nazionale, garantendo non soltanto l’assistenza farmaceutica, ma anche nuovi servizi e prestazioni resi necessari dall’emergenza, come l’effettuazione dei tamponi rapidi.   Al fine di accelerare la campagna nazionale di vaccinazione e di assicurare un servizio rapido e capillare nell’attività di profilassi vaccinale della popolazione, al personale infermieristico dei Servizio sanitario nazionale che aderisce all’attività di somministrazione dei vaccini contro il SARS-CoV-2 al di fuori dell’orario servizio, non si applicano le incompatibilità esclusivamente per lo svolgimento dell’attività vaccinale stessa. I farmacisti, opportunamente formati e previa acquisizione del consenso, avranno la possibilità di effettuare le vaccinazioni nelle farmacie. Tale possibilità è ammessa previa stipulazione di specifici accordi con le organizzazioni sindacali rappresentative delle farmacie, sentito il competente ordine professionale. Ai predetti accordi è affidata la disciplina inerente modalità di presentazione del consenso informato. Nell’ambito dei predetti accordi dovranno essere disciplinati anche gli aspetti relativi ai requisiti minimi strutturali dei locali per la somministrazione dei vaccini nonché le opportune misure per garantire la sicurezza degli assistiti. Garantire i diritti sanciti dalla Legge e dalla Costituzione, dei cittadini: quello all’autodeterminazione, da erogarsi attraverso il consenso informato, che la Legge 219/2017 definisce come atto “nel quale si incontrano l’autonomia decisionale del paziente e la competenza, l’autonomia professionale e la responsabilità del medico”. E quello, costituzionalmente protetto, alla tutela della salute.Per questo in tutte le sedi vaccinali, e quindi anche nelle farmacie e nelle parafarmacie, la sicurezza della prestazione dovrà essere una certezza . Sicurezza che, come sancito anche dalle autorità regolatorie all’atto dell’immissione in commercio dei preparati e dal Ministero della Salute, passa attraverso diversi step, che, tutti, richiedono la presenza del medico: l’anamnesi, la valutazione dello stato di salute del paziente e l’eleggibilità alla vaccinazione, l’eventuale scelta della tipologia di vaccino in concomitanza di condizioni particolari, e, non ultime, la prevenzione e la gestione di possibili, seppur rari, eventi avversi di varia gravità, anche attraverso la pronta somministrazione dei farmaci adeguati”. “Comprendiamo e condividiamo la necessità da parte del Governo di aumentare i punti di somministrazione dei vaccini, nel momento in cui finalmente dovessimo disporne in quantità sufficienti – afferma il Presidente, Filippo Anelli-. In questo senso, e per la sola durata della fase emergenziale, può essere prevista la somministrazione dei vaccini anti-Covid nelle farmacie. Somministrazione che andrebbe anzi estesa alle parafarmacie, in particolare quelle presenti nei centri commerciali, ove affluisce un gran numero di cittadini”.“Imprescindibile resta, però, il tema della sicurezza. Il vaccino  è un farmaco e deve essere somministrato, così come prevedono le agenzie regolatorie, solo previa prescrizione del medico, ossia dopo la valutazione anamnestica e clinica. Sempre cioè sotto la supervisione, in presenza, di un medico, che possa raccogliere il consenso informato, valutare lo stato di salute del paziente e gestire in maniera pronta eventuali effetti collaterali. Questo prevede l’Agenzia italiana del Farmaco, che espressamente raccomanda in caso di somministrazione del vaccino “assistenza medica urgente se si manifestano sintomi di grave reazione allergica””.“In questo momento emergenziale è necessario il contributo di tutti per uscire dalla crisi, nel rispetto delle specifiche competenze che appartengono alle singole professioni – spiega il Presidente della Fnomceo -. È per questo che tutti i 450000 medici e odontoiatri sono scesi in campo, rispondendo alla chiamata deontologica di tutelare i cittadini: a infoltire l’esercito dei medici dipendenti e dei colleghi arruolati come vaccinatori sono arrivati ora 164800 tra medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, odontoiatri, medici specializzandi, medici volontari”. “Accogliamo, quindi, con favore l’individuazione di nuove sedi vaccinali e il coinvolgimento di tutti i professionisti, dei farmacisti e degli infermieri, in una sinergia di competenze peculiari e specifiche . Anzi, riteniamo che, alle 19000 farmacie territoriali, vadano affiancate le parafarmacie, e in particolare quelle dei centri commerciali, facilmente accessibili e con spazi esterni adeguati a ospitare, in sicurezza, grandi quantità di persone. Questo anche per coinvolgere tutti i 70mila farmacisti di comunità, senza preclusioni”.  “Solo il medico possiede, per formazione e per legge, le competenze necessarie per questi interventi e per decidere propedeuticamente quali pazienti debbano essere vaccinati in ambiente protetto, e cioè in ospedale o negli hub vaccinali. Pertanto, al fine di contemperare la giusta esigenza di accelerare e di rendere capillare sul territorio la campagna di vaccinazione, chiave risolutiva per uscire dalla pandemia, con l’ineludibile dovere di garantire la sicurezza dei cittadini e delle cure, invitiamo il Governo a un’attenta valutazione e riesame delle modalità di attuazione del D.L. sostegni”, conclude Anelli.

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