da Dr. Alberto Di Muria
Padula-Negli ultimi anni è molto aumentato il consumo di integratori contenenti erbe dimagranti, acquistati principalmente dalle donne, spinte a scegliere i prodotti di origine naturale in quanto erroneamente considerati più sicuri, proprio in virtù della loro provenienza. Questo, però, può generare dei problemi perché occorre ricordare che si tratta comunque di sostanze dotate di azione farmacologica ma, trattandosi di integratori, non vengono sottoposti ai pesanti controlli che sono previsti per i farmaci di sintesi e quindi non si conosce perfettamente il loro bilancio benefici/rischi.
Ci sono diverse erbe utilizzate in questi integratori con un uso ormai consolidato. Tra queste ricordiamo il tè verde, il glucomannano, la saponaria, l’efedra l’arancio e la piantaggine. Un altro componente spesso presente negli integratori naturali per dimagrire è la Garcinia Cambogia.
Funziona come un eccellente soppressore dell’appetito, e, inoltre, fa anche accrescere il metabolismo del nostro corpo. Questo dà al fisico la capacità di bruciare i grassi a un ritmo più veloce, con conseguente perdita di peso. Diminuisce anche il desiderio del cibo con elevato contenuto di carboidrati, riducendo i livelli di serotonina creata dal cervello. Però aumenta i livelli di energia complessivi perché le calorie che si consumano, vengono utilizzate per la produzione di glicogeno, che è la principale fonte di energia nel corpo.
Di recente, però, la Garcinia è stata oggetto di una ricerca condotta sul database delle sospette reazioni avverse a prodotti della medicina integrativa gestito dall’Istituto Superiore di Sanità. Questo dopo che 4 pazienti sono finite al Pronto soccorso con sintomi quali forte dolore addominale, ittero, debolezza e malessere. Le analisi effettuate in laboratorio hanno evidenziato un elevato valore delle transaminasi in tre pazienti su quattro e, dopo l’esclusione di tutte le altre possibili cause di epatite, per esempio l’origine infettiva, il danno epatico acuto di origine iatrogena, cioè dovuto ad un farmaco, è divenuto il sospetto principale. La storia clinica delle quattro pazienti non riportava eventi precedenti di danni al fegato, né abuso di farmaci o alcol. La ricostruzione delle terapie farmacologiche e dell’esposizione a prodotti della medicina integrativa ha rivelato che le pazienti avevano assunto integratori contenenti estratti di Garcinia cambogia per un tempo variabile da uno a due mesi. Sospendendo la sua assunzione il quadro clinico è migliorato. A livello internazionale ci sono ben 32 lavori scientifici che riportano eventi avversi attribuibili all’uso di integratori contenenti Garcinia, compresi diversi episodi di epatotossicità di grado variabile.
Ciò dimostra ancora una volta come nell’uso di integratori sia importante evitare il fai da te e rivolgersi sempre ad un consiglio esperto.