Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)
Roma,13 marzo 2021. I tempi lunghi della giustizia civile Italiana,la più lenta d’Europa, identificano come causa di scarsa attrattività del nostro Paese per gli investitori esteri. L’efficienza ,la ragionevole durata ,viene valutata con due indicatori: il tempo per arrivare alla sentenza definitiva e il numero dei procedimenti pendenti, per i quali le parti in causa hanno il diritto di richiedere un’equa riparazione dallo Stato per il danno subito, comporta l’esborso di miliardi di euro l’anno per la riparazione dei danni derivanti dall’eccessiva lunghezza dei procedimenti e la fuga dall’Italia degli investitori, che non hanno un ambiente normativo certo su cui fare affidamento. L’unione Europea condiziona i 200 miliardi di euro previsti dal Recovery Fund anche alla riduzione dei tempi della giustizia civile perché secondo la Commissione europea la giustizia civile italiana è la più lenta d’Europa, per la durata media dei contenziosi civili e commerciali, per arrivare a una sentenza definitiva occorrono in media oltre otto anni, il doppio dei tempi della Francia, cinque volte quelli della Germania. L’impatto economico è devastante , lentezze e inefficienze della giustizia civile costano 2,5 punti di Pil, pari a circa 40 miliardi di euro. La giurisprudenza europea ha riconosciuto che il diritto al giusto processo e il diritto alla difesa comprendono anche il diritto ad avere una risoluzione dei casi in tempi ragionevoli. La pandemia ha ulteriormente comportato un sostanziale rallentamento dell’attività giudiziaria.Il Primo Presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio, nell’apertura dell’anno giudiziario, a proposito del Recovery Fund, sulle spalle dei giovani,ha citato le parole dell’ex governatore della Bce Prof. Mario Draghi , attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, per cui “privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza”.
La pandemia ha mostrato l’inadeguatezza del sistema giustizia. Per ottenere i finanziamenti dall’Europa è necessario tracciare un quadro di riforme, prima tra tutte la giustizia civile, che dia idonee garanzie di conseguire gli obiettivi prefissati,in particolare su digitalizzazione, semplificazione, nuove risorse umane e strumentali, ufficio del processo. Infatti gli uffici giudiziari italiani presentano significative carenze di personale amministrativo e di magistratura togata,necessitano di interventi strutturali ,di manutenzione straordinaria, anche per quello che riguarda gli impianti tecnici e di sicurezza, e una complessiva inadeguatezza degli spazi resa particolarmente evidente dalla necessità di adottare, a causa della pandemia, misure di distanziamento particolarmente incisive nell’accesso agli uffici e nella permanenza all’interno di essi di avvocati,magistrati , Cancellieri e utenti. In generale si registra a livello nazionale un complessivo rallentamento delle sopravvenienze, dovuto sia ai provvedimenti che hanno direttamente inciso sull’attività giudiziaria,sia agli interventi normativi che, nei settori più legati all’andamento economico (sfratti, esecuzioni, procedure concorsuali), hanno previsto la sospensione delle attività idonee ad accentuare la criticità di alcuni settori. Meritano di essere, in particolare, segnalati i provvedimenti normativi nel settore degli sfratti , delle procedure concorsuali ,del lavoro (ove è stato disposto il blocco dei licenziamenti).Nel settore degli affitti commerciali, al mancato pagamento dei canoni si associa un aumento della escussione delle fideiussioni.E’ stata differita al 1° settembre 2021 l’entrata in vigore del codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (d.lgs. n.14 del 2019), che introduce le procedure di allerta, cioè di indicazione dei c.d.segnalatori di crisi di impresa, sia interne all’organizzazione imprenditoriale sia esterne ad essa, affidate ai creditori pubblici qualificati, nonché la “procedura di composizione assistita della crisi”, finalizzate a una più precoce emersione e più facile risoluzione delle situazioni di crisi aziendale,nonché ad evitare che sfocino in procedure di fallimento e a salvaguardare così i valori aziendali e i livelli occupazionali.