Padre Gennaro: una vita per gli altri

Salvatore Memoli

(avvocato – manager)

P. don Gennaro Lo Schiavo

Il Santuario dell’Avvocatella, la Piccola Fatima,  é diventato negli anni un luogo di spiritualità molto frequentato da fedeli provenienti da tutta la Regione e dall’Italia. Anima, vita dell’Avvocatella, é stato P. Gennaro Lo Schiavo, monaco benedettino della Badia di Cava, animatore instancabile della spiritualità mariana del Santuario, di cui era Rettore. Chi lo ha conosciuto gli attribuisce doni di ascolto, di accoglienza e di condivisione fraterna, senza sosta e senza distinguo per tutte le persone. Si parla di molte migliaia di persone che P. Gennaro seguiva individualmente e che sosteneva nel cammino spirituale e tante volte nelle necessità quotidiane, convinto che il credente deve quotidianamente affrontare un comportamento di maturità e di conversione. Aveva fatto della Piccola Fatima un grande porto di anime che accoglieva nelle necessità. Sapeva distribuire a tutti  ciò che la carità umana consegnava nelle sue mani, con fiducia e consapevole che raggiungeva tutti coloro che realmente hanno bisogno. Non tratteneva niente per sé, gli altri erano il suo prossimo evangelico. P. Gennaro é rimasto il monaco obbediente al suo Abate ed alle rigide regole della sua comunità monastica ma é diventato un religioso di azione energica in mezzo alla sua gente, garantendo insegnamenti e liturgie improntate alla intercessione ed alla preghiera individuale e comunitaria, ricca di fede viva, di avvicinamento dell’uomo a Dio e di Dio alle persone, che seguivano sempre i suoi appuntamenti di preghiera. Nella sua vita fatta di una semplicità estrema che lo metteva in  condizione di stare con tutti, riusciva a celare bene la sua vasta cultura teologica e civile che facevano di lui una fontana zampillante di verità dove tutti si abbeveravano con fiducia. Ebbe incarichi importanti nel suo monastero di cui fu anche Priore claustrale, mentre si affinavano le sue virtù di esorcista, di uomo di Dio che riusciva a penetrare negli abissi della vita umana, dove spesso doveva intervenire con ferma autorità spirituale, per sostituire quello che non andava con la Luce della presenza di Dio. In lui non si notava mai un comportamento che poteva tradire la sua grande dimensione orante e la sua riconosciuta spiritualità mariana e benedettina. In oltre quaranta anni ha distribuito a tutti insegnamenti che hanno fatto crescere il desiderio di una vita di fede tracciata dalla preghiera e dalla immensa devozione mariana. Faceva tante cose e le faceva bene. É stato custode di numerosi casi di vite mistiche di persone che vivono nel nascondimento la loro donazione totale a Dio, da cui ricevono  segni tangibili di soprannaturalità. Ha saputo trattare le cose dello spirito con la stessa attenzione, il garbo spirituale, la competenza e la donazione con cui ha trattato e ha diretto individualmente tanti fedeli, come confessore e direttore spirituale, avvicinando migliaia di fedeli che si rivolgevano a lui. Per chi ha avuto la gioia di frequentarlo e di godere della sua attenzione, resta un vuoto immenso.

P. don Gennaro Lo Schiavo con l'arcivescovo di Salerno S.E. Mons. Andrea Bellandi

Viene meno un sostegno, una preghiera, una donazione di un’amicizia totale, illuminata e profonda, che aiutava a migliorarsi. La Fede ce lo fa vedere al cospetto di Dio, in questo tempo in particolare, a supplicare Dio per la liberazione dell’umanità dal Covid, che in pochi giorni lo ha colpito con una violenza incontrastabile, quella stessa pandemia che aveva colpito tutta la sua comunità claustrale della Badia di Cava. Se si é chiusa la sua vita terrena, lo avremo in cielo instancabile monaco orante, pronto, solerte a presentare a Dio tutto quello che in tanti gli abbiamo confidato e quello che ci ha chiesto di fare  per corrispondere alla volontà di Dio.

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