Le parole dei buoni maestri

Nicola Femminella

(docente e scrittore)

 

Prof. Nicola Femminella

Riprendo a dire la mia, proponendo all’attenzione dei nostri rappresentanti politici, di coloro che hanno a cuore la crescita socio-economica dei nostri territori, dei giovani una prima riflessione su talune idee-guida che planano sullo sviluppo del Cilento e ne indirizzano i propositi e i disegni ispiratori, a iniziare dalle potenzialità notevoli delle nostre risorse e vocazioni nel settore del turismo. Ribadisco che i miei sono pensieri sparsi, non avendo io competenze eccelse e documentate per esprimere opinioni e pensieri di primo livello a riguardo della pianificazione complessiva da proporre per i comprensori cilentani.

 

Mi piace iniziare dai grandi eventi che pure si sono avuti nel passato e dagli operatori, illustri e illuminati, che li immaginarono prima di renderli storia vissuta dalle comunità. Questo, per assumere un punto di partenza propositivo, legittimato dall’autorevolezza di chi diede loro un’anima impregnata di messaggi e significati. Serve per rischiarare e carburare le azioni da intraprendere, se si vuole costruire un futuro radiante e non commettere gli errori e i ritardi del passato, anzi da essi ricavare energia propulsiva per declinare meglio il presente e compiere atti fondativi per il futuro.

Questo mio enunciato vale per chi vuole farsi guidare dalla storia e dalla realtà, per chi vuole affrontare, per davvero e seriamente, i problemi e le incombenze che gravitano da un tempo remoto sulle zone interne, ancora di più, per chi è chiamato a recuperare spazi operativi e raggiungere obiettivi, spesso, negli ultimi trenta anni, solo intravisti.

Nelle regioni penalizzate dagli eventi storici negativi e da politiche sonnolenti, con tassi di disoccupazione invadente, si vive perennemente alla ricerca di una condizione umana che elimini le disuguaglianze rispetto a quelle con più alto tasso di occupati. Si richiedono modelli di vita più evoluti, opportunità positive più a portata di mano, servizi più rispondenti alle esigenze dei cittadini. I governi hanno anche approvato leggi a sostegno delle aree interne, ad iniziare da quella istitutiva delle Comunità Montane e tante altre (conto di citarle in una prossima nota).

Oggi molte famiglie nel Mezzogiorno registrano un figlio iscritto alle università del centro nord e non lo vedono tornare perché la laurea conseguita non garantisce un impiego nel paese d’origine. Conosco una infinità di ingegneri meccanici, di laureati in economia e scienze informatiche, di diplomati che neppure lo cercano un lavoro al sud. I nostri ragazzi trovano mille difficoltà per tenere dietro ai tempi che corrono velocemente verso forme di modelli inediti, trainati da una tecnologia innovativa, neppure immaginabile solo pochi anni addietro. I giovani vivono una contemporaneità che non è calibrata sulla realtà strutturata del sud, da troppo tempo consolidata.

Tornando all’introduzione faccio un esempio concreto della scarsa attenzione data ai ragionamenti elaborati da illustri studiosi, esperti dei problemi accennati, che ci hanno onorato della loro presenza.

Nel magnifico catalogo a corredo della mostra allestita nella Certosa di Padula “Il Cilento ritrovato” (Electa Napoli-1990) ad opera del Comitato scientifico costituito dagli insigni Francesco Abbate, Mario De Cunzo, Vega de Martini – l’anno prima era stata organizzata, sempre nel cenacolo certosino, la mostra “Il Vallo ritrovato”. Pensate due eventi di massima valenza culturale in appena due anni! – il Soprintendente per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Salerno e Avellino Mario De Cunzo scriveva: “Il progetto Cilento è una strategia per coinvolgere iniziative di studio ed operative, razionalizzare gli interventi, incentivare finanziamenti su tutta l’area meridionale della provincia di Salerno, l’antica Lucania occidentale. Quest’area può contare su tre punti forti al suo interno, tre realtà già note e affermate: Paestum, Padula e Velia, ed una quarta realtà attualmente in fase di sviluppo, Policastro. Paestum, con i suoi milioni di visitatori, è uno dei punti di riferimento della cultura europea: nessuno al mondo può dire di aver completato la propria formazione se non ha visto i templi di Paestun. Padula è oggi conosciuta in tutta Italia grazie al lavoro della Soprintendenza; è diventata tappa obbligata del turismo culturale. Sono quasi completati i lavori con i quindici miliardi del F.I.O. La Certosa è efficacemente destinata alla formazione professionale nel settore della conservazione dei beni culturali, contribuendo ad alleviare la disoccupazione giovanile mediante una seria e accurata qualificazione. Velia è altrettanto famosa ma ha bisogno di lavori, ha bisogno di interventi, anche urgenti, per riprendere il decoro che merita. A Policastro il restauro della cattedrale è completato…”

Potrei terminare qui il mio articolo sul turismo, perché ai grandi uomini e donne, che dedicano con passione incontenibile la propria esistenza alla ricerca e con rigore morale interpretano positivamente il proprio ruolo, bastano poche parole per comunicare messaggi fondanti e illuminare uno scenario non chiuso nelle angustie di un pensiero svigorito, ma proiettato verso un orizzonte smisurato, talvolta trasportato anche dal soffio suadente dell’utopia possibile.

Possiamo ritrovare nelle parole di De Cunzo alcune coordinate, ancora attuali dopo ben trenta anni, alle quali le comunità cilentane dovrebbero prestare la massima attenzione, e preziosi suggerimenti per elevare il tono delle loro azioni, volte ai cambiamenti non più differibili. Possono essere materia sonante e fornire anche ai nostri tre consiglieri della Regione Campania –  Matera, Pellegrino, Pierro – una pista preferenziale e assai virtuosa e meritoria per la loro azione politica a favore del collegio elettorale nel quale sono stati eletti.

1) L’unione dei tre comprensori (Cilento, Vallo di Diano, Golfo di Policastro) nella parte più a sud della Regione

Campania nell’unico corpo “Cilento” (e più avanti De Cunzo include il quarto, gli Alburni, e aggiunge: “…Da Teggiano

a S.Rufo e a Roscigno, un centro storico conservato miracolosamente intatto…), che mettono insieme le proprie

eccellenze storiche e artistiche, per oleare e far avanzare la macchina del turismo e delle attività connesse;

2) la consapevolezza viva, fervida che tutti noi dobbiamo “sentire dentro” a riguardo della qualità e del pregio

sovranazionali dei nostri siti e l’altissimo valore della loro cifra storica e artistica, per i quali sono stati eletti a

Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco;

3) il Cilento luogo di studio e di iniziative operative, per fornire ragioni valide agli interventi e “meritare finanziamenti

per tutta l’area meridionale della provincia di Salerno”;

4) occorrono strategie vincenti per attirare attenzione e ottenere finanziamenti, come i quindici miliardi F.I.O del secolo

scorso;

5) saper individuare la destinazione e gli usi dei nostri monumenti per renderli, nel tessuto economico, parte integrante

di attività, nonché di mestieri e professioni per giovani volenterosi;

6) non tenere sotto il tappeto il tema della disoccupazione giovanile e della formazione;
7) operare con urgenza.

A badar bene non occorrono sproloqui e voli pindarici per coloro che umilmente applicano l’esercizio del problem-solving, valutando i dati a disposizione e cercando giuste soluzioni, a favore delle generazioni che verranno. Lavorare per progetti su obiettivi comuni, di ordine generale. Gl’interessi personali sono un’altra cosa. Per il tema trattato è sufficiente acquisire maturità culturale e piena consapevolezza di quello che si ha, che i nostri antenati e la natura hanno costruito per noi, per poter edificare su di esso il presente e il futuro dei giovani, attenti alle eclatanti novità che recano i tempi nuovi in tema di lavoro, tecnologia, comunicazione e altro. I politici, la stampa locale, la scuola, i social, l’opinione pubblica attraverso l’acquisizione di conoscenze e dati, l’assunzione di responsabilità del proprio ruolo, devono fare per intera la parte spettante.  L’amor per la propria terra, l’orgoglio di appartenenza devono generare tensioni e impulsi ideali per dare, ognuno, un po’ di se stesso al territorio. La mia è una concezione umanistica dello stare nel mondo: non vi sono altre ricette né alternative.

 

One thought on “Le parole dei buoni maestri

  1. La grave crisi economica prodotta da oltre un anno dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria ha ulteriormente peggiorato la situazione sulle condizioni di vita e di lavoro dei giovani del SUD e delle loro famiglie. La Campania è discriminata anche sul numero degli arrivi dei vaccini?

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