Aldo Bianchini
SALERNO – La pandemia che stiamo vivendo e soffrendo già di per se è una realtà che non abbiamo mai vissuto e che per questo ci spaventa.
Negli ultimi decenni ci sono state altre pandemie che, però, si sono manifestate in maniera localizzata territorialmente e, quindi, in forma molto meno aggressiva e generalizzata; non ci avevano spaventato come sta facendo il coronavirus da un anno a questa parte.
Se, però, su questo piatto già colmo e pericoloso innestiamo la “notizia delle notizie”, quella trovata a tutti i costi, la frittata è bella è pronta per spaventare intere comunità.
In questo la stampa ha una responsabilità enorme e deve farsene una ragione se deve limitare la sensazionalità di un presunto scoop che può, comunque, avere ripercussioni molto gravi sull’immaginario collettivo di una piccola comunità come quella di Castiglione del Genovesi, alle porte di Salerno.
Difatti le gravi ripercussioni non si sono fatte attendere non appena qualche testata giornalistica ha pubblicato la clamorosa notizia inerente una ipotetica ed assolutamente inesistente “variante suina del covid” che si sarebbe diffusa in paese a causa di alcune feste organizzate (come da tradizione antica) in comunità per consumare il rito dell’uccisione del maiale allevato in proprio.
Qui siamo di fronte non alla variante suina ma, più sicuramente, di fronte alla “variante impazzita” di certa stampa che, pur di conquistare un lettore in più, fa salti mortali nella immaginifica creazione dal nulla di una notizia-scoop.
Secondo alcuni giornali, difatti, nel paese di Castiglione del Genovesi si sarebbero registrati una trentina di casi di contagio proprio a causa del rito, quasi tribale, che spunta nei paesi a cavallo delle feste di fine anno (prima e dopo Natale-Capodanno); ma quello dell’uccisione dei maiali è un rito che si consuma non oltre la prima metà di gennaio di ogni anno. Ed è un rito che ormai annovera soltanto pochissimi maiali (due-tre al massimo, previo controllo veterinario) per ogni comune; tutti gli altri maiali allevati nelle stalle vengono da anni portati nei mattatoi pubblici e, quindi, lontano dai riti e dalle feste di comunità.
L’allarme covid è scattato qualche giorno fa, dalla seconda metà del mese di febbraio in poi, e non può essere messo in relazione all’uccisione dei pochissimi maiali nella maniera più assoluta; infatti se l’incubazione del contagio è di pochi giorni, è impensabile che per un presunto assembramento avvenuto agli inizi di gennaio si possa essere scatenato il virus dopo oltre un mese e mezzo.
Le ragioni sono altre e su queste si è subito lanciato il sindaco di Castiglione, dott. Generoso Matteo Bottigliero (cardiochirurgo presso l’azienda ospedaliera Ruggi di Salerno), che come primo provvedimento ha, ritenendo giustamente necessario correre ai ripari per evitare ulteriori complicazioni, ordinato l’immediata chiusura delle scuole che dovrebbero riaprire lunedì 1° marzo prossimo, sempre che i parametri sanitari di riferimento lo consentiranno.
Nelle more di una valutazione della situazione più approfondita il sindaco Bottigliero ha disposto il servizio continuo dell’ambulatorio sanitario di Castiglione che effettuerà test seriologici a tutti i richiedenti purchè muniti di “prescrizione sanitaria” sottoscritta dai rispettivi medici di famiglia.
E poo, naturalmente, il sindaco Bottigliero, con la sua consueta autorevolezza ed umiltà, invita tutti i suoi concittadini al rispetto scrupoloso di tutte le norme anticovid; ed annuncia una sanificazione ambientale di tutto il paese natio del grande economista del ‘700 Antonio Genovesi.