Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)
Perché non sospendere i diritti sui brevetti e liberalizzare la produzione dei vaccini? Il 2021 l’anno del grande business del vaccino, dopo l’anno doloroso della pandemia il 2020, infatti, purtroppo non prevale ancora l’interesse pubblico ma il monopolio di poche case farmaceutiche a sospendere i brevetti, nonostante i fondi pubblici ricevuti per la ricerca di circa 93 miliardi di dollari, l’Ue ha contribuito con il 24 per cento. L’Italia rischia la maglia nera della campagna vaccinale. I diritti esclusivi sui brevetti impediscono che ci siano dosi sufficienti di vaccini per tutti. E’ indispensabile fare subito perché lasciare in circolazione il virus può determinare la comparsa di varianti del virus che possono essere insensibili all’effetto dei vaccini disponibili. Togliere i brevetti è l’unico modo eccezionale per vincere la pandemia ,oltretutto si tratta di una clausola legale prevista in casi di particolare gravità,come ,appunto , una pandemia. Nel frattempo il Covid continua a uccidere. Verificare a livello europeo tutti gli stabilimenti che possono produrre i tre vaccini già autorizzati, rafforzandone eventualmente le capacità produttive. Perciò occorre da subito esplorare l’attendibilità e l’efficacia del vaccino russo e dei vaccini cinesi per ordinare dosi che dovranno comunque essere utilizzate dopo la validazione da parte dell’EMA,inoltre occorre verificare a livello europeo tutti gli stabilimenti che possono produrre i tre vaccini già autorizzati, rafforzandone eventualmente le capacità produttive. L’accaparramento dei vaccini da parte dei Paesi economicamente più forti rispetto a quelli più poveri decreterà il fallimento dell’obiettivo di raggiungere l’immunità globale. Bestialità l’acquisto delle dosi attraverso intermediari.’’I vaccini sono un prodotto un po’ diverso dalla grappa barricata. Quella puoi comprarla con gli intermediari, e neanche quella se vuoi la qualità, i vaccini assolutamente no”. Lo ha detto il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. I vaccini “vanno acquistati con rapporti tra Governi nazionali e regionali ma interloquendo con le aziende produttrici e subordinando il tutto ovviamente alle verifiche delle agenzie di controllo sanitario, Ema o perlomeno Aifa a livello nazionale. A queste condizioni si può cercare anche sul mercato”.
L’equa distribuzione globale dei vaccini contro il virus ha molto a che fare con i diritti sui brevetti perché in gioco c’è un bene pubblico universale. E la loro liberalizzazione potrebbe portare a una nuova produzione diffusa e in tempi più rapidi dei vaccini, garantendo l’immunità anche nei Paesi a basso reddito.