La redazione
SALERNO – Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo alcune considerazioni (che sembrano un vero e proprio appello) espresse da Luciano Loguercio (commercialista, ma noto anche per le azioni di volontariato puro che da anni conduce insieme alla moglie Pina Biancamano, nota professionista del Vallo di Diano); considerazioni che condividiamo in tutto e per tutto. Anche perché, partendo dalla pandemia, aprono degli squarci su come essa viene recepita e poi trattata non solo nella pratica azione quotidiana di soccorso, ma anche come viene vissuta dai medici di base (a carico dei quali il monito è assolutamente condivisibile), affrontata dalla politica del territorio e raccontata dalla stampa locale. Infine un particolare incoraggiamento, a fare sempre meglio, da tutta questa redazione per un personaggio come Luciano che, pur riuscendo a dare tanto per il prossimo, mantiene la barra dritta e con molta umiltà si autodefinisce “autista dell’Usca” (unità speciali di continuità assistenziali).
Luciano Loguercio: Dall’istituzione dell’USCA mi ritrovo a fare “aggratis” da autista ai medici che quotidianamente effettuano tamponi e visite a pazienti sospetti e affetti da Covid.
Da Aprile 2020 ad oggi, supportato e sopportato da mia moglie che mi “copre” sul lavoro, ne ho viste tante, per via delle tute siamo stati definiti astronauti (Giuseppe di 3 anni che così si è convinto a fare il tampone); incoscienti (ma chi ve lo fa fare); eroi (da un vecchietto sassanese che ricordandosi della tragedia della guerra ci ha ringraziato per quello che facevamo, obbligandoci ad accettare almeno una caramella).
Ho provato strane sensazioni nel vedere le Forze dell’Ordine farci il saluto quando sfrecciamo con i mezzi della Croce Rossa; quella mamma disperata con in braccio il bimbo di tre mesi (TRE MESI) che dice “dotto’ facit’ ccata fa’” perché i congiunti erano positivi e bisognava tamponare tutta la famiglia; l’anziano signore che dopo un mese risultava sempre positivo e rifiutava l’ennesimo tampone “così chiamate i Carabinieri, mi arrestano e almeno esco di casa”.
Ho visto anche il fastidio sulle facce di tanta gente, l’impiegata delle poste che ci ha definito terroristi, altri ci hanno considerato untori, ci hanno chiesto di arrivare ad orari impossibili e di farci notare il meno possibile perché sennò la gente cosa pensa di noi.
Tutto questo perché a me sembra che ancora non abbiamo ben compreso la pandemia.
Quando vedi genitori che rifiutano i tamponi per i figli perché fastidiosi e magari i figli hanno tatuaggi e piercing; quando vedi i genitori che non mandano i figli a scuola per paura del covid e ti ritrovi i figli in giro al bar e nei parchi; quando alunni, genitori, insegnanti e dirigenti scolastici, amministratori e sindaci litigano tra loro e con l’ASL; quando i soliti furbi fanno carte false per saltare la fila e vaccinarsi prima degli aventi diritto; e potrei continuare…
Allora ti rendi conto che tutta questa confusione, pressapochezza, improrvvisazione, soprattutto da parte di chi è preposto a sovrintendere e regolare al meglio la gestione della pandemia, non solo a livello locale ma anche ai massimi livelli nazionali, realizzi che tutto ciò non porta da nessuna parte o meglio, continua a portare gente al cimitero…
Perché se ancora oggi ci terrorizzano dicendoci “siamo in guerra, state chiusi, ecc” poi viene difficile comprendere l’Italia multicolor, i banchi a rotelle, scuola aperta-scuola chiusa, auto private trasformate in taxi, siringhe e mascherine acquistate a costi esorbitanti, i fiori gazebo, attività aperte no chiuse no poi vediamo, e potrei continuare…
Ma questa gente “esperta e competente” pagata fior di soldi quale Italia vede?
Lo vogliamo capire TUTTI QUANTI che il rischio zero non esiste e tutti dobbiamo remare nella stessa direzione?
Siamo in guerra? Allora comportiamoci di conseguenza, alcuni suggerimenti: senza voler ricorrere alla vendita dell’oro di Stato incrementiamo l’uso del contante, ritorniamo agli assegni liberi; riapriamo le scuole e le attività perché altrimenti moriamo di fame e d’ignoranza; riprendiamo l’assistenza sanitaria anche per le altre patologie e i medici di famiglia si dessero da fare un po’ di più (Ippocrate se lo ricordano ?); le mascherine servono e bisogna portarle anche se danno fastidio; gli screening e i tamponi a scuola e nei luoghi ove necessari vanno fatti su base obbligatoria e non volontaria altrimenti non servono quasi a niente; dal tampone fino all’esito DOBBIAMO RESTARE A CASA; quando siamo sui mezzi pubblici indossiamo mascherina e guanti, soprattutto cerchiamo di stare in silenzio ( a Teggiano dicono di non far prendere aria alla bocca).
Infine a tutti i politici di ogni livello, visto che nessun giornalista ve lo ha chiesto la faccio io (e altri 60milioni di cittadini): siamo costretti al chiuso e con stipendi quasi dimezzati , sperando che non arrivi il pesce d’aprile dei licenziamenti, ma non avete pensato alla riduzione dei vostri emolumenti? Magari da Febbraio (2020) per essere ancora più a stretto contatto con i vostri elettori? Tranquilli, questo “contatto” non provoca assembramenti e non comporta alcun rischio di contagio.
Questi piccoli accorgimenti riducono notevolmente i rischi di contagio e non ci costano troppo.
Un ringraziamento al benzinaio che, timoroso, ci assiste durante i rifornimenti; alla guardia giurata dell’ospedale che appena ci vede alza la sbarra per farci passare; al ristoratore che abbonda sempre con le porzioni del pranzo; all’imprenditore che ci regala la carta gommata; al medico di base che telefona per sapere e quanti siamo e porta i caffè… E a Te Direttore, per lo spazio concessomi.
Cordialmente
Luciano, autista USCA
P.S. si accettano consigli per migliorare la situazione non sterili polemiche, critiche o insulti, la “tuta da astronauta” protegge anche da quelli…