PER LA CORTE DEI CONTI LA NORMATIVA FISCALE HA RAGGIUNTO UN LIVELLO ECCESSIVO DI COMPLESSITA’: sono più di 130 le pagine delle istruzioni della più semplice delle dichiarazioni annuali, il modello 730-.

 

Dr. Pietro Cusati

(giurista-giornalista)

Il neo presidente della Corte dei Conti dott. Guido Carlino

Roma 5 Febbraio 2021 Il Presidente  della Corte dei Conti Guido Carlino è stato audito in videoconferenza dalle Commissioni congiunte Finanze e tesoro di Senato della Repubblica e Camera dei deputati, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario. L’attuale sistema  fiscale  è  il risultato di un gran numero di interventi frammentari che hanno introdotto regimi sostitutivi, deroghe ed eccezioni, agevolazioni delle quali non sempre si conosce esattamente il relativo costo, ecc. La normativa fiscale ha da tempo raggiunto un livello eccessivo di complessità, determinando un aumento dei costi diretti e indiretti sopportati per l’adempimento, divenuti spesso del tutto incoerenti con il beneficio che ne deriva all’Erario in termini di imposte raccolte. Guido Carlino ,nato il 31 dicembre 1958, a Canicattì (AG),  ha assunto la carica di Presidente della Corte dei conti dal 15 settembre 2020. È insignito della onorificenza di Commendatore dell’Ordine “al merito della Repubblica”.Numerose le sue pubblicazioni scientifiche e i suoi interventi a convegni sui temi, fra l’altro, della giurisdizione contabile, della responsabilità amministrativa e sanitaria, del giusto processo, del contrasto alle frodi in ambito comunitario, dei protocolli di legalità contro la criminalità economica e della tutela ambientale. Riduzione del limite per l’uso dei contanti, con applicazione di una ritenuta fiscale da parte della banca per le transazioni tra partite IVA, ed estensione della fattura elettronica anche ai forfettari: sono  due delle proposte  del Presidente della Corte dei Conti Guido Carlino , avanzate nel corso dell’audizione sulla riforma fiscale .La riforma dell’Irpef, uno dei punti centrali anche nell’ambito del Recovery Plan. L’evasione fiscale continua ad essere uno dei punti cruciale del  Fisco italiano, e per la Corte dei Conti non può esserci una riforma fiscale senza un intervento anche per la riduzione del tax gap. Limitare l’uso dei contanti, per favorire la tracciabilità dei pagamenti, è una delle azioni strategiche di riforma per ridurre l’evasione fiscale. Accanto all’abbassamento della soglia dei contanti, nell’ambito della riforma fiscale deve essere inoltre valutata la possibilità di estendere lo strumento della ritenuta d’acconto da parte degli istituti di credito che gestiscono le transazioni. C’è poi il tema della digitalizzazione degli adempimenti fiscali. Ricordando prima l’avvento della fattura elettronica e poi dei corrispettivi telematici, la Corte dei Conti chiede di estendere il Fisco digitale anche ai titolari di  partita IVA in regime forfettario . Vi è l’esigenza di semplificare  il fisco , le pagine delle istruzioni della più semplice delle dichiarazioni annuali, il modello 730, nella versione recentemente approvata per l’anno 2020, superano il  numero di 130. Tra le cause che hanno concorso a determinare l’attuale situazione vi sono certamente la continua ricerca di soluzioni per attenuare l’onerosità della tassazione e l’impropria utilizzazione dello strumento fiscale per l’erogazione di benefici e incentivi che dovrebbero formare oggetto di specifica valutazione da parte di altri organismi. Un contributo decisivo alla complessità del sistema deriva dalla proliferazione degli oneri detraibili, alcuni dei quali di incerta portata e di non facile gestione procedimentale. Ma anche la disciplina delle diverse categorie reddituali, delle detrazioni, delle esenzioni, dei versamenti e di tutte le altre numerose fattispecie collegate all’adempimento fiscale ha contribuito a rendere sostanzialmente inaccessibile al comune cittadino l’autonomo adempimento dell’obbligazione tributaria. È indubitabile, infatti, come il pur apprezzabile sforzo compiuto dall’amministrazione fiscale con l’annuale messa a disposizione della dichiarazione precompilata abbia prodotto limitati effetti di semplificazione, con la conseguenza che per la stragrande maggioranza dei contribuenti, anche se di istruzione elevata, il ricorso all’assistenza professionale resta una necessità ineliminabile. Pertanto, il disegno di riforma dell’Irpef non dovrebbe prescindere, ad avviso della Corte, da uno specifico intento semplificatore, almeno quando si tratti di fattispecie che coinvolgono un gran numero di soggetti. Il caso delle borse di studio . Un ulteriore elemento da prendere in considerazione per adempiere correttamente all’obbligazione tributaria derivante dalla percezione di borse di studio, è correlato al numero dei giorni da indicare nella dichiarazione ai fini della spettanza delle detrazioni. Infatti, sempre secondo quanto precisato “Per le borse di studio il numero dei giorni da indicare nel rigo C5 colonna 1 è quello compreso nel periodo dedicato allo studio (anche se relativo ad anni precedenti) per il quale è stata concessa la borsa di studio. Pertanto, se la borsa di studio è stata erogata per il rendimento scolastico o accademico, la detrazione spetta per l’intero anno; se, invece, è stata corrisposta in relazione alla frequenza di un particolare corso, spetta per il periodo di frequenza obbligatoria prevista.” È evidente come una normativa tanto articolata e complessa come quella in vigore sia poco compatibile con un fenomeno, quello delle borse di studio, che interessa un gran numero di soggetti, per lo più giovani e non ancora inseriti nel mondo del lavoro.

 

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