Aldo Bianchini
VALLO di DIANO – All’inizio di gennaio, il giorno 5, in assoluta anteprima avevo scritto sulla Comunità Montana del Vallo per annunciare che l’avv. Francesco Cavallone (sindaco di Sala Consilina e presidente del Collegio dei Sindaci del distretto sanitario) sarebbe stato il nuovo presidente.
E’ così è stato; sabato 23 gennaio all’unanimità (o quasi !!) il Consiglio generale della CM lo ha eletto nuovo presidente e successore del longevo arch. Raffaele Accetta (sindaco di Monte San Giacomo).
Ho ricalcato in grassetto l’affermazione “in assoluta anteprima” non per ricordare a tutti la previsione (caratterialmente non ci tengo affatto ad anticipare le notizie e nemmeno a rincorrerle, seguo solo gli insegnamenti di Papa Francesco, e commento), piuttosto per sottolineare che non è vero, come scritto qualche mese fa da un giornalista, che non conosco l’abc del giornalismo.
Fatta questa digressione non pertinente ma necessaria a ribadire certi ruoli che spesso vengono dimenticati dagli stessi protagonisti della vita politico-sociale del Vallo di Diano e dell’intera provincia di Salerno, passo all’analisi di quanto avvenuto nel Consiglio della CM.
Dunque, caduto il Re ecco pronto un nuovo Re; esperto, ma vecchio e pieno di cariche anche lui come il suo predecessore; vecchio politicamente, s’intende !! e forse ormai non più portatore di quella carica esplosiva che è garanzia di riformismo e innovazione.
Spero di sbagliarmi, anche perchè Cavallone mi appare ancora piuttosto almeno tonico sul piano fisico; si vedrà.
Sicuramente l’esperienza di sindaco di lungo corso o l’altrettanto lunga presidenza di un Ente locale come il Gal, da sole non bastano per garantire crescita e rilancio di un Ente che, molto probabilmente, è destinato a chiudere baracche e burattini. Stia sereno l’ex sindaco di Casalbuono, il voto contrario del suo paese non è servito a niente; lui ha già dato, lo ha fatto anche bene ed ora è il momento di sedersi in panchina. E’ stato calciatore, e capirà.
Illogiche, per non dire altro, le dichiarazioni dell’uscente e dell’entrante: l’ultima di Accetta e la prima di Cavallone.
Accetta, ha fatto bene a rimarcare di avere svolto il suo incarico senza mai percepire alcuna indennità, ma ha dimenticato di precisare che la legge non prevede indennità per tutti i ruoli amministrativi e gestionali nell’ambito delle C.M.; chi arriva in CM è già garantito e, comunque, va a godere di un “reddito psicologico” difficilmente calcolabile in termini economici, tanto è il potere politico che ne deriva. Assolutamente ingenerosa l’affermazione del sindaco di Atena Lucana che in consiglio ha apostrofato Accetta paragonandolo ad “un ragazzino a cui hanno tolto il pallone”. Io sono fermamente convinto che Accetta ha svolto il suo ultradecennale ruolo di presidente al meglio delle sue eccellenti qualità e di deciso capitano di una squadra coesa.
Cavallone, ha fatto benissimo a ringraziare Vittorio Esposito (che come avevo scritto è stato il vero ed unico artefice del cambio in testa alla CM, lui che è un uomo di partito sa come gestire le strategie politiche utili al territorio), ma non altrettanto nel ringraziare soltanto il consigliere regionale Matera e non anche Pellegrino, atteso che entrambi non hanno avuto alcun ruolo nelle strategie politiche sorvegliate attentamente da Nello Mastursi, in nome e per conto sia di De Luca che del PD. Francesco Cavallone, insieme ad altri, deve definitivamente capire che il PD non è un pullman sul quale e dal quale si può salire e scendere con un semplice biglietto obliterato.
La domanda sullo sfondo rimane sempre quella scritta nel precedente articolo: “Il cambio al vertice della Comunità Montana del Vallo di Diano sarà una occasione di crescita e di sviluppo o una nuova e squallida sceneggiata politichese ?”.
All’orizzonte i quattro sindaci rivoltosi (Buonabitacolo, Atena Lucana, Montesano e Polla) già si scolorano e, forse, corrono separatamente per la conquista dei propri interessi.
La stampa, ha affermato il sindaco di Teggiano, può e deve scrivere ciò che vuole; giusto, peccato che spesso non lo fa.