Aldo Bianchini
SALERNO / CATANZARO – Con una eccellente contemporaneità, quasi da togliere il fiato, scoppia d’improvviso la pace tra due Procure della Repubblica molto importanti nello scacchiere politico-giudiziario del Paese: Procura di Catanzaro e Procura di Salerno.
Questa volta, però, non è come nel 2007 quando lo scontro sollecitato dalle denunce dell’allora pm di Catanzaro Luigi De Magistris portò alle dimissioni dalla magistratura del Procuratore di Salerno Luigi Apicella e del Procuratore aggiunto di Catanzaro Salvatore Murone, oltre alla cacciata o al trasferimento coatto di alcuni altri magistrati che avevano dato uno spettacolo indecoroso in una lotta di potere di fronte a tutto il Paese. Dopo qualche mese si dimise da ministro della giustizia Clemente Mastella e cadde il governo nazionale di Romano Prodi.
Questa volta, nel 2021, sembra essere improvvisamente scoppiata la pace tra le due Procure che, adesso, più che mai unite da un’unica missione marciano verso un solo obiettivo: snidare il marcio che si annida nella politica e mandare a casa un governo nazionale e tentare di mandare a casa quelli regionali della Calabria e della Campania.
Impresa mostruosa, dirà subito qualcuno; secondo me è impresa abbastanza facile ed alla portata delle due Procure.
Difatti se le dimissioni di Mastella nel 2008 causarono la caduta del governo Prodi, oggi nel 2021 le dimissioni di Lorenzo Cesa (segretario nazionale dell’UdC) indagato da Gratteri a Catanzaro con l’accusa terribile di “associazione a delinquere di stampo mafioso” e il momentaneo allontanamento dalla costituenda nuova maggioranza di governo dei sempieterni Clemente e Lady Mastella, potrebbero causare l’indebolimento della leader schip di Giuseppe Conte con la sua rovinosa caduta.
Per non parlare della clamorosa azione giudiziaria promossa in questi giorni dalla Procura di Salerno, retta da Giuseppe Borrelli, che sulla giusta via della demolizione delle mafiose associazioni che governano il sistema sanitario con il giro vorticoso delle ambulanze e dei carri funebri, potrebbe anche se indirettamente demolire il sistema di potere del governatore De Luca che tanto scalpore suscitò con le inchieste a carico di uno dei suoi fedelissimi. Parlo di Franco Alfieri (sindaco di Capaccio, già sindaco di Agropoli e già consigliere particolare di De Luca in Regione per l’agricoltura) che viene di nuovo e ostinatamente trascinato dalla magistratura in una vicenda molto lontana dalla sua personale responsabilità e già archiviata Difatti sulla sfilata di ambulanze nella notte delle elezioni di Capaccio (giugno 2019) che aveva avviato l’inchiesta madre per l’utilizzo improprio di ambulanze convenzionate con l’ASL , un utilizzo che aveva provocato un forte disturbo alla quiete pubblica, si è già pronunciato il Tar di Salerno affermando che quella sfilata non causò alcun disturbo alla gente capaccese.
Ma sappiamo bene che la giustizia va avanti con diversi motori pilotati da diversi conducenti; da noi la giustizia non è mai compiuta, è sempre approssimativa e legata al momento e c’è sempre la possibilità di indagare su un fatto che ha già dato vita ad un’assoluzione con la speranza che un giudice diverso esprima una risoluzione diversa.
Nelle ultime ore arriva anche la ciliegina sulla torta con l’accusa di abuso di ufficio a carico di Nicola Zingaretti (segretario nazionale PD e governatore Lazio) per aver sottoscritto alcune nomine nella sanità pubblica, proprio come si faceva nella prima repubblica. Non si finisce mai di imparare.
La marea di assoluzioni con formula piena che dopo anni arriva a sanare le ingiustizie ci induce a formulare una serie di domande.
Per Catanzaro la domanda è: la tempistica dell’attacco della Procura contro Lorenzo Cesa è dettata dal fatto che il segretario nazionale dell’UdC non ha fatto subito l’alleanza con il governo o perché non deve farla, sempre ammesso che non c’entri niente con la malavita organizzata; un’inchiesta che potrebbe addirittura avvantaggiare De Magistris per la sua candidatura a governatore della Calabria ?
Per Salerno la domanda è: perché ad ogni costo si tenta di trascinare nell’inchiesta sulle ambulanze il sindaco Alfieri e perchè non si indaga su tutto il sistema dei trasporti dei malati e dei deceduti che evidenzia punti di criminalità dovunque ed in ogni struttura sanitaria pubblica dell’intera provincia ?
Per Roma, infine, la domanda è: recupero di visibilità rispetto agli altri, tempestivo intervento nelle delicate fasi della costituzione della nuova maggioranza di governo o reale intenzione di fare pulizia e mettere a nudo il “mondo di mezzo” che non è stato mai seriamente combattuto ?
Questi che molti osservatori indicano come giochi di potere nell’ambito dell’infernale rapporto tra politica e magistratura, egregi procuratori di Catanzaro, Roma e Salerno, allontanano sempre di più la gente comune dalla magistratura chiamata a gestire la giustizia.
…. Purtroppo, la Verità trionfa sempre molto tardi, e dopo aver causato allontanamento o quantomeno indifferenza nei confronti delle Istituzioni ( politiche, giudiziarie….)…