Aldo Bianchini
SALERNO – La mancanza di chiarezza e il non voler ritornare sui propri passi è, comunque la si vede, un handicap clamoroso per la stampa salernitana che spesso non riesce a raccontare semplicemente la verità.
E’ accaduto in passato e sta accadendo adesso; sulla destinazione degli spazi lasciati dall’ex tribunale al centro della città ognuno dice tutto e il contrario di tutto.
Nessuno, però, ha la sfrontatezza (parlare di coraggio sarebbe troppo !!) di dire per davvero le cose come stanno.
Nel dicembre del 2019 il primo in assoluto a parlare di un clamoroso ritorno di parte dell’Università nel cuore della città fu, che piaccia o meno, l’on. Piero De Luca che seppure eletto a Caserta è un figlio intelligente di Salerno, la città che è sua e che ama al di là di ogni speculare considerazione.
Con un anno di ritardo, al compimento del secondo incontro tra le istituzioni voluto dal giovane Piero, in tanti si sono svegliati per lanciarsi in avventure e ricostruzioni fantasiose ed anche ridicole di tutta la vicenda, pur di mettere in discussione l’iniziativa; come una certa stampa che non ha resistito di inventare di sana pianta un anonimo imprenditore disposto a spendere con lo sparagnino soltanto sette milioni di euro per acquisire un palazzo che vale, sulla carta, almeno quattro volte di più; basta pensare al palazzetto di Via Rafastia che ospitava la Procura e che è stato venduto per 9milioni di euro.
E’ vero che, come sostiene Salvatore Memoli, esiste una delibera concertata alla fine degli anni 80 (quando già si parlava della cittadelle giudiziaria) sul destino degli spazi giudiziari da recuperare, ma questo non inficia assolutamente l’iniziativa del dem De Luca, qnzi la rende ancora più fattibile con il merito soltanto suo di aver riportato al centro della discussione un argomento che sta a cuore di tutti i salernitani.
Non a caso all’inizio del 2020 parlai di “una genialata” di Piero De Luca. In realtà. La verità vera è che il dibattito che ha avviato ha colpito molti e ora provano anche altre forze politiche a non rimanere indietro attaccandosi a ipotesi che ad ogni modo non sarebbero praticabili. Ad oggi, di reale e concreto c’è solo una proposta, quella di De Luca per riportare l’Università nel cuore della nostra Comunità.
Del resto, in questi ultimi trent’anni, se abbiamo avuto una classe politica che non è riuscita a creare neppure un piccolo collegamento ferroviario e/o metropolitano tra Salerno e l’Università, come si fa a cercare di ridimensionare l’idea di Piero De Luca che finalmente rilancia l’importanza e l’interesse della Città nei confronti dell’Università e di altre infrastrutture.
Dice benissimo il noto ammiraglio ingegnere Gaetano Perillo quando, nel contesto di un lungo commento sul porto ed altre realtà strutturali e in riferimento all’intervista rilasciata dall’avv. Gaspare Russo, scrive: “… Il secondo, pur potendo vantare risultati di tutto rispetto, si porta dietro un handicap difficilmente superabile e cioè la mancanza di sufficienti aree retroportuali e di un idoneo raccordo ferroviario con le reti nazionali, il chi lo pone in una condizione di inferiorità, ai fini della dotazione infrastrutturale, nel confronto con altre realtà portuali nazionali e internazionali. Sono quindi contento che a suo tempo abbia prevalso il partito di chi sostenne ll progetto Fisciano. Non va assolutamente accantonata la realizzazione dei collegamenti stradali e ferroviari. Anzi deve essere una prova di impegno da parte di tutte le parti interessate, affinché non sia un problema per professori, studenti. tecnici di laboratorio, personale ausiliario e visitatori raggiunere quella sede. Ben venga anche il trasferimento del Rettorato nell’ex Palazzo di Giustizia. Vi potrà assolvere degnamente le proprie funzioni di rappresentanza e interfacciarsi adeguatamente con gli altri Organi istituzionali cittadini, in un reciproco scambio di rapporti vantaggioso per tutti”.
Per la stima reciproca che intercorre con il dr, Bianchini, non posso esimermi dall’evidenziare la sua onestà intellettuale, quando, tenendo fede al detto “le colpe dei padri non ricadano sui figli”, da giorni va riconoscendo la “genialità” e il coraggio con cui l’on. Piero De Luca porta avanti la sua idea di trasferire il Rettorato dell’Ateneo Salernitano nei locali dell’ex Tribunale. Una sede più centrale, dunque, che darebbe prestigio all’Istituzione e alla stessa città che metterebbe a disposizione un Palazzo di indubbio valore per tradizione, caratteristiche architettoniche e ubicazione.
Appaiono invece surrettizie, anche perché quasi sempre non accompagnate da altre proposte concrete, le posizioni di quanti si sentono per così dire indignati per il fatto che il suddetto deputato, invece di badare ai fatti di Caserta sua giurisdizione, osi “mettere il naso” nei fatti salernitani.
Meglio tralasciare alcun commento!
Venendo invece al tema, che ad onor del vero sta suscitando interesse come si evince da commenti riportati su vari quotidiani, non mi sembrano convincenti le tante proposte con cui in molti si sono sbizzarriti nell’indicare altre possibili soluzioni per la destinazione dell’immobile: spazio espositivo, auditorium, museo, biblioteca, ecc.
Trovo poco congeniale mettere insieme diverse realtà anche se un’abile regia potrebbe trovare un accettabile filo conduttore. Sarebbe comunque difficilmente realizzabile un qualcosa di unitario, almeno per quanto possano suggerirmi le mie conoscenze e competenze.
Se viceversa l’insediamento del solo Rettorato (e magari anche di qualche facoltà) dovesse apparire troppo esclusivo, si potrebbe ipotizzare la convivenza di pari dignità con altri due inquilini non meno prestigiosi: uno, continuando a mantenere in sede la biblioteca giuridica e le sale da sempre destinate ad uso dell’Ordine degli Avvocati e l’altro creando ad hoc per la Fondazione Scuola Medica Salernitana uno spazio espositivo che verrebbe ad avere una visibilità, una completezza di informazioni e un richiamo di tipo culturale e anche turistico sicuramente maggiori di quanto lo siano nell’attuale collocazione.
A volte sfugge quale sia stata l’importanza della Scuola Medica Salernitana. Credo che non sia sufficiente sapere che ad essa è stato ispirato il motto della città. Il lustro che dava alla città ai tempi del suo massimo splendore deve continuare a far inorgoglire i discendenti di quegli antenati. Fu commesso un grave torto quando nel’Ottocento la Scuola fu soppressa. Bene è stata la recente istituzione della Facoltà di medicina presso l’Università.
In definitiva, ritengo che il trasferimento degli Uffici Giudiziari in via Dalmazia e la conseguente disponibilità dei locali dell’ex Tribunale possano essere l’occasione per realizzare nel centro cittadino un importane polo culturale, sviluppato in un lungo arco di tempo fino ai giorni nostri e sicuramente di grande interesse per studiosi e amanti del passato.
Il Rettorato sarebbe in definitiva il coronamento per una piena valorizzazione dell’edificio, contribuendo a mantenerne alto il prestigio posseduto fin dalla sua costruzione-