Dr. Pietro Cusati (giurista – giornalista)
Roma , 15 gennaio 2021 . E’ nata la Consulta della magistratura onoraria, rappresentativa di giudici di pace, giudici onorari di pace e vice procuratori onorari a dimostrazione della effettiva rappresentatività della categoria. La Consulta per dare un’unica voce all’intera categoria dei magistrati onorari perseguendo interessi comuni , superare le divisioni che hanno rallentato il cammino e si possa finalmente voltare pagina e dare quella dignità lavorativa, professionale e personale all’intera categoria, da anni negate. E’ stata proclamata dalla Consulta della Magistratura Onoraria, l’astensione dalle attività giudiziarie e dalle udienze civili e penali dei Magistrati onorari, vpo, got e giudici di pace, per il periodo dal 19 al 22 gennaio 2021. Con la riforma della magistratura onoraria, il decreto legislativo n.116 ,del 13 luglio 2017, in attuazione della legge 29 aprile 2016, 57 , sono state accorpate nell’unica figura del Giudice onorario di pace, uno statuto unico della magistratura onoraria che prevede la regolamentazione dei compensi, in modo da delineare un quadro omogeneo e l’articolazione di un regime previdenziale e assistenziale adeguato in ragione dell’onorarietà dell’incarico. Il decreto legislativo disciplina,inoltre, le modalità di conferimento dell’incarico e la sua durata , limitata a non più di due quadrienni e da svolgersi in modo da assicurare la piena compatibilità con lo svolgimento di altre attività remunerative e da non richiedere al magistrato onorario un impegno non superiore ai due giorni a settimana. L’astensione proclamata coinvolge tutta la magistratura onoraria (GOT, GDP e VPO).I magistrati onorari sono retribuiti sulla base del numero di udienze e di cause cui partecipano. La pandemia da quasi un anno ha paralizzato le udienze privando i Magistrati onorari delle indennità che sarebbero state normalmente corrisposte. Nessuna tutela è stata riconosciuta a giudici di pace, got e vpo, per le assenze dovute a malattia o a quarantena. L’unico emolumento ricevuto dalla categoria è stato l’indennizzo di 600 euro per i mesi di marzo ed aprile 2020. I magistrati onorari hanno dovuto garantire il servizio essenziale nelle udienze per convalida di arresto. Nella manovra finanziaria non c’è traccia di risorse economiche per la magistratura onoraria, e l’orientamento espresso dall’esecutivo è quello di ribadire il cottimo a finanza invariata, senza alcuna tutela per malattia e maternità, ponendo tutta la previdenza a carico del lavoratore. Una sentenza della Corte di Giustizia Europea del 16 luglio 2020 ha affrontato la questione della disparità di trattamento tra giudici togati e giudici onorari, in relazione, al diritto alle ferie retribuite. La sentenza ha posto la questione se esista una oggettiva differenza tra le due categorie di magistrati, tale da giustificare un diverso trattamento giuslavoristico? La Corte di Giustizia Europea ha rimesso alla valutazione dello Stato Italiano se tale differenza sia sufficiente a giustificare la profonda disparità di trattamento. Inoltre la Corte Costituzionale con la sentenza n.267 del 2020 con riferimento alla pronuncia del giudice europeo, ha affermato che i tratti peculiari dello status di giudice onorario “non incidono tuttavia sull’identità funzionale dei singoli atti che il giudice di pace compie nell’esercizio della funzione giurisdizionale”. I Giudici onorari lamentano il silenzio del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, alle legittime rivendicazioni della categoria. Si è appena chiuso il 2020 un anno orribile, la crisi pandemica ha svelato tutte le criticità dei magistrati onorari, l’assenza di tutele assistenziali e le modalità di retribuzione a cottimo,rimasti privi di reddito e privi di adeguati indennizzi. Il Presidente dell’ANM,associazione nazionale magistrati togati ritiene che:’’ La magistratura onoraria va restituita al suo ruolo, recuperando il senso costituzionale della sua presenza. In tanti anni, per scelte non fatte e per la politica del metter sotto il tappeto i problemi, ci ritroviamo con la precarizzazione di figure importanti del mondo giudiziario. Occorre voltare pagina. Vanno riconosciuti diritti e tutele a quanti sono stati vittime della precarizzazione, inaugurando un nuovo sistema. C’è possibilità di avere una magistratura onoraria che non ci esponga ciclicamente a dover affrontare il tema frustrante di come dare risposta a istanze legittime di tutela di precari. Questa la direzione di marcia che seguiremo, chiedendo che sia migliorato l’impianto della riforma Orlando, che proprio nella diversificazione dei due fronti aveva il dato qualificante: tutela dei diritti maturati in capo a quanti per anni sono stati mantenuti nel ruolo con proroghe annuali e successive, prevenzione del pericolo che si formino in futuro altre sacche di precariato. Occorrono però risorse finanziarie adeguate. Questo chiederemo alla Politica’’.