Aldo Bianchini
SALERNO – Alla fine del 2019, nel corso della consueta conferenza stampa di fine anno nella sede provinciale del PD, arrivò la genialata dell’on. Piero De Luca; la notizia, di quellee grosse, non fu ben compresa e neppure molto eclatata dai mezzi d’informazione. Cosa annunciò il parlamentare salernitano in quella occasione ed in presenza del sindaco Enzo Napoli ?:
- “Per il 2020 bisogna riportare una parte dell’Università in città, nella sede del vecchio tribunale; ne ho già parlato con il Rettore”
Ovviamente siamo agli inizi del 2021 ma l’Università è ancora tutta immobile e pietrificata nella Valle dell’Irno; ma in questo caso non si tratta di insipienza politica, il giovane parlamentare (figlio del governatore della Campania) ha più volte dato prova di attivismo progettuale e propositivo. Ma due mesi dopo il clamoroso annuncio arrivò la pandemia che ha fatto inesorabilmente slittare in avanti i tempi della realizzazione del disegno di riportare a Salerno una parte dell’Università ora dislocata nella Valle dell’Irno dopo essere stata, agli inizi, allocata a Salerno.
E per poterla riportare il giovane Piero De Luca ha lanciato l’idea di ripristinare l’edificio che ospitava il Tribunale di Salerno per destinarlo in parte all’Università.
Il palazzo del Tribunale fu edificato nel 1934, tra i due corsi di Salerno –corso Garibaldi e corso Vittorio Emanuele– su progetto urbanistico degli architetti Ernesto Donzelli e Nicola Cavaccini. L’edificio risente, nella propria architettura in stile fascista, di quella “romanità” e della conseguente ideologia imperiale che prevedeva scenografie esterne ed interne di grande impatto visivo, molto presenti anche negli austeri arredi dell’epoca; un palazzo che trasmette ancora oggi l’immagine di una giustizia che non c’è più e che potrebbe davvero rilanciare l’immagine dell’università e porla tra i grandi atenei del nostro Paese. E ci sono anche molti altri edifici pubblici da poter utilizzare, soprattutto nella zona orientale della città.
Ma ecco che alla fine di luglio 2020, non appena il clima covid si rasserena, arriva la continuazione dell’iniziativa. Il deputato del PD rilancia subito la sua idea ed convoca presso il Comune di Salerno, sempre con il sindaco Napoli, tutte la parti in campo assegnando all’Ordine degli Avvocati una sorta di primo consigliere per le decisioni sulle destinazioni future dell’austero Palazzo di Giustizia che troneggia, ormai vuoto tra Corso Vittorio Emanuele e Corso Garibaldi. Sono insorti subito i componenti dell’opposizione al Comune (i soliti ed unici Antonio Cammarota e Roberto Celano) per sapere se l’incontro del sindaco con un deputato del PD è stato di natura politica o non anche istituzionale. In quest’ultimo caso il sindaco Napoli avrebbe dovuto coinvolgere anche gli altri parlamentari del territorio. Ineccepibile la contestazione dei due consiglieri comunali se non fosse per un semplice cavillo: per loro chi non è eletto nel territorio non dovrebbe avere parola, o almeno dovrebbe concordare con gli esponenti del territorio le sue iniziative.
E si arriva a qualche giorno fa, venerdì 8 gennaio 2021, con un nuovo e più proficuo incontro. Scrive Il Mattino del 9 gennaio: “Ex Tribunale, nuovo incontro per il rilancio dello storico immobile … L’idea rimane quella di collocare all’interno degli spazi dell’ex tribunale una sede di rappresentanza dell’ateneo salernitano, dove tenere corsi di perfezionamento post lauream, corsi di formazione, auditorium, anche per rinnovare il legame ideale fra città e comunità universitaria. Presenti al tavolo inter istituzionale, promosso dal deputato Pd Piero De Luca in continuità con il precedente incontro a palazzo di Città, l’assessore all’Urbanistica Domenico De Maio, il vice presidente della Provincia Carmelo Stanziola, il rettore dell’Università degli Studi di Salerno Vincenzo Loia, il presidente e vice presidente del Consiglio dell’ordine degli Avvocati Silverio Sica e Cecchino Cacciatore, l’assessore alle Attività produttive della Regione Antonio Marchiello, il responsabile dei servizi territoriali del Demanio regionale Luca Franzese e in remoto, il direttore nazionale dell’Agenzia del Demanio Antonio Agostini che, sottolinea De Luca junior, «ha condiviso il percorso avviato, mostrando piena disponibilità a partecipare ad un ulteriore incontro a breve termine per definire la nuova destinazione degli spazi dell’ex Tribunale, tenendo conto al tempo stesso dell’esigenza di ridurre i costi delle locazioni passive …»”.
C’è solo da sperare che l’idea e la pratica iniziativa dell’on. Piero De Luca possa presto raccogliere i frutti che merita, per il bene della Città e del suo futuro.
Mi rendo conto che é necessario fare una riflessione sulla destinazione futura del Palazzo di Giustizia dismesso. Sinceramente un ruolo importante lo deve avere il Sindaco di Salerno perché parliamo di un edificio del Comune. Vincenzo Napoli ricorderà che il Consiglio Comunale di Salerno negli anni in cui eravamo seduti insieme in quell’assise, decise di vincolare l’utilizzo del Palazzo per attività di rappresentanza del Rettorato. Se Napoli accède all’archivio del Comune troverà un atto politico sottoscritto a più voci. Quindi non s’inventa niente e non occorre che un parlamentare di Caserta venga a ricordare alla politica salernitana quelli che é già stato deciso. Occorre integrare quell’atto con un vincolo urbanistico di assoluta invarianza della destinazione urbanistica.
Condivido la speranza del Direttore Bianchini affinchè la proposta dell’on. Piero De Luca raccolga i frutti che merita. E non importa se proviene da una fonte non istituzionalmente ortodossa e già prima di lui, e in altra sede, il tema era stato posto sul tavolo, discusso e deciso.
Il Palazzo ex Tribunale di Salerno, situato a ridosso di importanti strade del centro cittadino, espressione architettonica di uno stile comunque degno di essere menzionato, rappresenta un edificio che non può continuare a rimanere in un limbo di “non uso” o di “uso improprio”.
Non è replicabile a mio avviso quanto avvenuto con il quasi dirimpettaio Palazzo ex Poste, nel quale la parziale modifica della destinazione d’uso degli ambienti, benché eseguita nel rispetto degli stili preesistenti, ne ha comunque alterato la fisionomia d’insieme.
Il Rettorato dell’Università di Salerno, unitamente ad alcune facoltà e corsi di perfezionamento post- laurea, se
trasferito nell’ex Tribunale costituirebbe una crescita per il prestigio dell’istituzione e della città ospitante.
E non sarebbe l’unico caso di una Università con più sedi diffuse sul territorio, urbano e extra urbano.
Cito come esempio quella di Genova dove ho conseguito la laurea.
Il Rettorato e alcune facoltà umanistiche si trovano in via Balbi n.5, in un Palazzo risalente al 1623, ex Collegio dei Gesuiti di Genova, notevole esempio dell’arte barocca sia per gli aspetti architettonici che per i quadri e dipinti conservati all’interno. Restanti facoltà sono dislocate in altre zone della città e anche in diverse città (Savona, La Spezia, ecc.).
Una prestigiosa sede stata destinata ai corsi di ingegneria si trova nella zona residenziale di Albaro in via Montallegro n. 1. L’edificio che li ospita è la Villa Cambiaso, anno di costruzione 1548, stile rinascimentale, immersa in un parco delle alture circostanti. Divenne sede della Regia Scuola di Ingegeria Navale nel 1921 quando divenne patrimonio del Comune di Genova.
Sarebbe il caso di non trascurare un simile esempio.