Aldo Bianchini
VALLO di DIANO – Qualche settimana fa ho scritto sulla vicenda tutta politica, o meglio tutta politichese, che sta attraversano la Comunità Montana del Vallo di Diano in vista dell’ormai imminente cambio al vertice con la nomina di un nuovo presidente al posto dell’arch. Raffaele Accetta che dal 2008 è rimasto immarcescibilmente seduto sullo scranno più alto.
Il presidente Accetta, è bene rimarcarlo, ha comunque onorato il suo lungo mandato mettendo in campo molte e concrete iniziative, affermandosi come uno dei presidenti difficilmente condizionabile dal confuso e stravecchio apparato politico che governa ormai da troppo tempo il malconcio Vallo di Diano e dimostrando chiaramente di essere più innovatore dei “giovani fantasmi”.
Un Vallo che, per dirla tutta, non sarà salvato purtroppo dai due consiglieri regionali (Matera e Pellegrino), almeno fino ad oggi non hanno dato segnali positivi in tal senso; ma neppure dai quattro sindaci dissidenti (Guercio, Loviso, Rinaldi e Vertucci) e/o dalle tante inutili associazioni giovanili e consulte delle donne che creano soltanto ulteriore confusione nel marasma generale.
Comunque la domanda è: “Il cambio al vertice della Comunità Montana del Vallo di Diano sarà una occasione di crescita e di sviluppo o una nuova e squallida sceneggiata politichese ?”.
Una prima notizia molto interessante e foriera di vero cambiamento in positivo è costituita dal fatto che (come si sussurra nei corridoi che contano) il dott. Vittorio Esposito, sindaco di Sanza e vero-unico esponente di rilievo del Partito Democratico, è intenzionato a non presentare la sua candidatura a presidente (dato troppo presto per scontata) per almeno due motivi essenziali: ha già fatto per lungo tempo il presidente, e ritiene giusto che a quell’incarico venga chiamato un soggetto politico mai impegnato nella Comunità Montana per dare un segnale di vero cambiamento.
E chi potrebbe essere questo “personaggio politico nuovo”, almeno per la C.M. ?
Sicuramente non sarà scelto a caso e la sua nomina dovrà rappresentare anche una svolta negli assetti politici valdianesi con un rigurgito verso l’alto del PD che governa in pratica le scelte e le domina dall’alto di quel “sistema di potere politico deluchiano” al momento inarrestabile.
Il nome che corre speditamente nei salotti della politica salernitana è quello dell’attuale sindaco di Sala Consilina, avv. Francesco Cavallone, esperto quanto basta e sufficientemente in grado di gestire la C.M. e di aprire nuovi spazi e sistemazione per i tanti politici che aspettano una consacrazione, tanto in questa scelta sia i due consiglieri regionali che i quattro sindaci dissidenti conteranno davvero poco; qui conterà il PD di De Luca e niente altro. Anche perché per alcuni di loro si aprirebbero nuove possibilità di poltrone per i loro rispettivi adepti. Vale a dire che potrebbe attuarsi un vero ricambio generazionale anche negli altri organismi che regolano la vita politica e produttiva del Vallo di Diano; molte sono le poltrone a rischio di ribaltone, a cominciare da quelle occupate in più Enti dalle stesse persone.
Questo è il disegno che, stando alle notizie raccolte, sosterrebbe anche direttamente Vittorio Esposito con la sua rinuncia alla candidatura e dall’alto del suo rapporto vero e solido con il P.D.; in definitiva nel Vallo se c’è un politico PD, fedele e affidabile, questi è Esposito.
Affinchè questo progetto vada in porto dovranno muoversi a cascata alcune scelte: Cavallone deve chiaramente dichiarare di appartenere al PD allentando il suo rapporto con Corrado Matera che naviga tra PD e altri; di conseguenza, al ridimensionamento di Matera dovrebbe far seguito una esplicita dichiarazione di appartenenza anche del sindaco di Teggiano, Michele Di Candia, che tra qualche mese sarà costretto a ricercare una vera casa madre per la fine del suo mandato sindacale e che potrebbe perdere anche la sua “Stella di Sanità” recentemente attribuitagli grazie al suo stretto rapporto con Matera.
Insomma l’asse Esposito – Imparato (il sindaco di Padula e consigliere provinciale non va dimenticato) non solo potrebbe dettare legge nel prossimo futuro, ma potrebbe davvero ridare al Partito Democratico quella autenticità politica che, almeno nel Vallo, ha perso da parecchio tempo, identificandosi sempre più con aggregazioni cosiddette civiche se non proprio di natura molto diversa.
In tutto questo, come detto, ci guadagnerebbero anche in parte i quattro sindaci “dissidenti ma non troppo” che di fronte alla concessione di specifiche poltrone potrebbero facilmente sciogliere la loro azione comune e lanciarsi alla conquista delle diverse poltrone che rimarranno scoperte. Questo, forse, stava a significare il gesto di Esposito quando si mise di spalle ad Accetta che stava per leggere la lettera di Guercio, sebbene l’interessato fosse assente ingiustificato.
Ancora qualche settimana e ne sapremo certamente di più.