dr. Vincenzo Mele
Nella serata di Domenica 3 Gennaio 2021 è andata in onda l’ultima puntata di «Ricomincio da Rai 3», programma dedicato al teatro, alla danza, alla musica e al cinema condotto dal regista e autore Stefano Massini e da Andrea Delogu, scrittrice e conduttrice radiofonica su Rai Radio 2, accompagnati dalle note del pianoforte di Paolo Jannacci, figlio del celebre Enzo.
Il programma, trasmesso su Rai 3 in prima serata, in diretta dal Teatro Sistina di Roma, ha voluto non solo esaltare la bellezza delle arti attraverso importanti personaggi del mondo dello spettacolo come Glauco Mauri, Elena Sofia Ricci, Brunori Sas, Luigi Lo Cascio, Fiorella Mannoia, Fabrizio Gifuni, Giulio Scarpati e Valeria Solarino ma anche mettere in scena volti sconosciuti agli occhi dello spettatore televisivo appartenenti mondo della danza, del musical e del teatro. Inoltre l’intenzione principale del programma è quello di mettere in luce la condizione dei lavoratori dello spettacolo, dai registi fino ai tecnici, e i loro diritti calpestati quotidianamente, anche prima della pandemia da COVID-19; Massini ha più volte trattato il tema dell’assenza di tutele dei lavoratori dello spettacolo in molti suoi monologhi nel salotto di «Piazzapulita» su La7 e ha continuato insieme alla Delogu, a Jannacci e agli ospiti che si sono susseguiti durante le quattro serate di «Ricomincio da Rai 3» a sottolineare tali tematiche ancora oggi attuali. Tra i momenti più toccanti delle quattro serate figurano l’appello Andrea Delogu, Stefano Massini e Lino Guanciale ai direttori dei teatri italiani affinché vengano inseriti nomi sconosciuti nei propri cartelloni e l’omaggio di Luca Zingaretti allo scomparso Gigi Proietti con il monologo “Mio padre è morto partigiano”, cavallo di battaglia del poliedrico artista romano.
La messa in onda di un programma inedito e di grande impatto artistico-culturale come «Ricomincio da Rai 3» ha dimostrato che un’emittente pubblica come la Rai può ancora offrire contenuti culturali di alta qualità, diversamente dalla presunta “Netflix della Cultura” proposta più volte dall’attuale Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini da Aprile 2020, che consiste nella creazione di una piattaforma a pagamento per gli spettacoli artistici, più volte criticata da esperti del settore come Tomaso Montanari o Emma Dante. La Rai ha una lunga tradizione di programmi culturali di qualità ed è soltanto negli ultimi decenni che la dirigenza ha deciso di adeguare la programmazione agli standard della peggiore televisione commerciale. È dunque d’obbligo una riflessione, anche alla luce dei buoni ascolti fatti registrare da «Ricomincio da Rai 3», sul posto che la televisione pubblica dovrà occupare nel mantenimento degli standard culturali della popolazione.