Aldo Bianchini
SALERNO – Le prossime elezioni amministrative di Salerno si giocheranno con le opere pubbliche: quelle promesse e non fatte, quelle in corso e quelle che potrebbero essere fatte in poco tempo.
Il gioco è tutto, ed esclusivamente, nelle mani del sindaco in carica arch. Enzo Napoli che ha già annunziata la sua seconda ed ultima ricandidatura; il “mazziere” difatti è soltanto Enzo Napoli, è lui che dà le carte.
Per riceverle e continuare o rientrare in gioco sarà necessario stare dalla sua parte; gli altri, tutti gli altri, dovranno adattarsi alla posizione di “fuori gioco” e sperare soltanto in un colpo di fortuna.
Insomma non c’è trippa per gatti, come giustamente e saggiamente continua a dire il mio amico A.V. (personaggio politico di molti anni fa); perdessero ogni illusione chi si butta nella mischia come novizio ma anche, se non soprattutto, chi come i sette fuoriusciti (Pietro Stasi, Antonio D’Alessio, Leonardo Gallo, Corrado Naddeo, Nico Mazzeo, Donato Pessolano e Peppe Ventura) pensano e sperano di poter costruire una sorta di “fronte del porto” contro una maggioranza che al momento è capace di schiacciare tutto e tutti come un rullo compressore.
Ai sette trasfughi il sindaco Napoli, nel consiglio comunale del 30 dicembre 2020, non ha lasciato né spazio e neppure speranze per un futuro; infervorato come mai prima ha liquidato i presunti innovatori con una frase durissima “Io mi sporco le mani e vado avanti, siate onesti, volete fare un’altra lista, ditelo chiaro” (fonte Il Mattino del 31 dicembre); ha avuto il coraggio di rispondergli soltanto Nico Mazzeo.
Sulla vicenda si sono subito lanciati alcuni “pompieri” (tra i quali Nicola Landolfi, già segretario provinciale ed ora presidente regionale del PD); ai pompieri mi viene voglia di chiedere: “Prima di parlare avete chiesto il permesso al kaimano ?”.
Ma non è di questo che voglio parlare, avremo tempo nei prossimi giorni; al momento mi interessa di porre l’accento sulle “opere pubbliche” che sono destinate a cambiare la storia e il volto della città in pochi mesi.
Diciamo subito che sono già in corso (alcune allo stato progettuale ed altre allo stato di progetto cantierabile da mettere a gara) diverse opere pubbliche che, stando alle promesse fatte nella conferenza stampa di fine 2017 dovevano essere realizzate entro il 31 dicembre 2020: la realizzazione del nuovo cimitero urbano – la riqualificazione dello stadio Vestuti per consentire la riutilizzazione dello storico stadio che ospiterà spazi per vari tipi di sport, ma anche spazi per incontri e tempo libero – la manutenzione straordinaria di tutti gli impianti sportivi – la riqualificazione dei campi di calcio De Gasperi, 24 maggio 1999 e Settembrino – la manutenzione alle scuole materne, elementari e medie, novecentomila euro per ogni categoria di istituto in tre anni.
Per questi cinque-sei mesi che restano per andare alle urne nella prossima primavera il sindaco Enzo Napoli, per come la vedo io, ha investito buona parte della sua credibilità su un lavoro pubblico che sta passando quasi in sordina (perché quasi nessuno ne parla) e che, invece, potrà spalancare le porte al vero e concreto sviluppo e ammodernamento della città restituendogli quello splendore che aveva negli anni ’60, quando Salerno era davvero una città turistica che contava anche sull’economia indotta in virtù di un flusso turistico-balneare, dall’hinterland verso le spiagge e le strutture ricettive della zona porto e di Mercatello.
Addirittura a Mercatello c’era una fermata stagionale-estiva delle FF.SS. per favorire l’afflusso e il deflusso di migliaia di bagnanti giornalieri; poi il degrado progressivo e l’abbandono totale dell’intera zona che si è parzialmente salvata solo grazie ai due-tre stabilimento balneari che ancora resistono nonostante le difficoltà.
L’Amministrazione, in maniera lungimirante, sta effettuando il rinascimento del litorale ed in quella zona (come vedete dalle foto) sta nascendo una spiaggia enorme che dovrà essere attrezzata dal Comune e messa a disposizione degli utenti. Ma al di là del turismo balneare questo enorme lavoro pubblico ridarà alla zona la dignità che merita e la rilancerà verso nuove mete che consentiranno di riqualificare l’intera porta-est per l’ingresso in città che troverà anche nell’investimento privato sul sito dell’ex Marzotto l’apice finale.
Tutto questo se non è “grande progettazione con visione futuristica della città”, che cosa è.
E gli altri ? Potranno vendere soltanto chiacchiere in una città che aspetta di essere modernizzata e rilanciata nel futuro come merita.
Ma c’è anche un altro lavoro pubblico che Napoli potrebbe realizzare in pochissimo tempo; e questa sarebbe la classica ciliegina sulla torta per lasciare agli altri soltanto lo spegnimento delle candeline.