Dr. Pietro Cusati (Giurista – Giornalista)
Roma ,31 dicembre 2020 . La vera sfida rimane la distribuzione su larga scala del vaccino. Le dosi basteranno per tutti ? Da qui l’idea di un patentino di immunità per consentire gli spostamenti e mantenere traccia degli individui che sono stati vaccinati. Patentino di immunità per accedere in alcuni luoghi potenzialmente a rischio come teatri, stadi o treni ,aerei , la prima questione da risolvere è quella dell’obbligo vaccinale. Tema che ha diviso il governo i tecnici e non solo. L’Oms non esclude di renderlo obbligatorio e si sta pensando all’obbligatorietà per gli studenti in vista della ripresa delle lezioni a Gennaio . E già alcune compagnie aeree hanno iniziato a dire che viaggerà solo chi è vaccinato,un passaporto a chi si sposta. Sarà creato un registro dei vaccinati, fondamentale per tracciare le persone a cui è stato somministrato il medicinale. I dati serviranno ad Aifa, l’agenzia del farmaco, che vigilerà su eventuali razioni avverse. Il principio è quello di registrare e monitorare la distribuzione del vaccino in Italia e permettere, a chi non rappresenta più un rischio, la mobilità da una regione all’altra senza alcuna restrizione. Solo chi si sottoporrà al vaccino, quindi, riceverà questa sorta di patentino. L’obiettivo della patente di immunità rimane principalmente quello del tracciamento: il rilascio dello stesso, infatti, permetterà alle autorità sanitarie di capire quante persone sono state vaccinate e come la diffusione del virus rallenta in rapporto al numero di persone che hanno ricevuto la cura. Uno dei primi a parlare di patente di immunità è stato il Prof. Massimo Galli,virologo ,uno dei primi vaccinati, direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche dell’Ospedale L. Sacco di Milano: ‘’il patentino di immunità potrebbe diventare un requisito necessario per viaggiare e spostarsi. In questo modo chi ha ricevuto il trattamento sarà libero di muoversi senza arrecare danni alla salute pubblica.’’ La sottosegretaria al Ministero della Salute aveva proposto per una questione di buon senso l’obbligatorietà del vaccino ‘’ anti-Covid per chi lavora nel settore pubblico non solo al personale sanitario ma anche al mondo della Scuola ed a tutto il pubblico impiego .Abbiamo istituito l’obbligo delle vaccinazioni per i bambini in età scolare, senza le quali non sarebbero stati ammessi a Scuola. Non vedo perché non si dovrebbe pensare anche al Covid, soprattutto per gli insegnanti. Nel contratto di lavoro pubblico lo metterei come precondizione per l’assunzione”. Il Prof. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma ritiene che :”Tutti gli operatori sanitari, a partire dai medici, devono vaccinarsi contro il Covid e se non vogliono essere vaccinati devono essere sospesi dal servizio perché, appunto, non possono essere idonei al servizio che svolgono.Ci sono cioè, sottolinea il Prof. Ippolito, “delle categorie professionali che devono essere vaccinate assolutamente, questo per proteggere se stessi ma anche gli altri, per i contatti estesi che le stesse categorie devono avere con la popolazione. Chi non lo accetta non può
esercitare quelle determinate professioni”. Per questo, spiega, “tutti gli operatori sanitari non possono esimersi dall’essere vaccinati, poiché rappresentano fonti di rischio per gli altri”. Dinanzi ad un rifiuto della vaccinazione anti-Covid, secondo il parere del direttore scientifico dello Spallanzani, “andrebbero sospesi dal servizio, poiché non idonei al suo svolgimento”.Nella conferenza stampa di fine anno il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha fatto il punto sulla vaccinazione appena iniziata : “Farei subito il vaccino, ma rispetterò l’ordine di priorità ci sono tutte le premesse affinché l’Italia si possa dimostrare all’altezza di questa grande sfida, sarà un piano vaccinale senza precedenti“. “In primavera inoltrata, non credo prima di aprile, dovremmo completare la fase 1 del piano vaccinale, quando avremo raggiunto dieci milioni di vaccinati .” “Escludiamo la vaccinazione obbligatoria, ma contiamo di raggiungere una buona percentuale di popolazione anche su base facoltativa“. “Chiedo a tutti uno sforzo, mettiamo da parte le ideologie e le reazione emotive, compiamo un atto di solidarietà verso tutta la comunità nazionale, sottoponiamoci al vaccino“. “Non ho detto che completata la prima fase risolveremo i problemi ho detto che 10-15 milioni vaccinati ad aprile avremo un primo impatto, non l’immunità di gregge. Potremo ancora, durante l’estate, non aver risolto il problema. Guardando all’esperienza vissuta nel periodo estivo la curva tende ad abbassarsi. Confidiamo che, man mano che il piano vaccinale va avanti, potremo far correre l’economia e non comprimere la vita sociale dei cittadini“. “Se riusciamo a coordinare le azioni anche a livello europeo siamo tutti più forti e tutti più resilienti la potenziale terza ondata la affronteremo con le nostre misure. Dobbiamo solo capire se queste varianti, che hanno un tasso di contagiosità più elevato, ci richiederanno l’aggiustamento delle nostre misure“.