Consiglio di Stato: sì a visite domiciliari dei medici di famiglia ai pazienti Covid in quarantena domiciliare.

Dr. Pietro Cusati

(Giurista – Giornalista)

 

Dr. Pietro Cusati

Roma ,23 Dicembre 2020 Sì alle visite domiciliari dei pazienti Covid in quarantena domiciliare da parte dei medici di famiglia,non sussistono preclusioni .Il Consiglio di Stato ,in sede giurisdizionale ,Sezione Terza, ha accolto l’appello proposto  dalla Regione Lazio, in persona del legale rappresentante pro tempore, contro Sindacato dei Medici Italiani – SMI, e da alcuni medici di medicina generale,avverso   la sentenza del Tar Lazio,sezione terza,  che aveva ritenuto sussistente  il divieto per i medici di medicina generale di fare questo tipo di visite, in conseguenza dei provvedimenti regionali impugnati, i medici di medicina generale sarebbero stati investiti di una funzione di assistenza domiciliare ai pazienti Covid del tutto impropria, spettante, unicamente alle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (c.d. USCA) istituite dal Legislatore nazionale d’urgenza proprio ed esattamente a questo scopo. Funzione che distrarrebbe i medici di famiglia dal loro precipuo compito, che è quello di prestare l’assistenza ordinaria, a tutto detrimento della concreta possibilità di assistere i tanti pazienti non Covid, molti dei quali affetti da patologie anche gravi. I Giudici di Palazzo Spada  hanno precisato  che “il senso della disposizione emergenziale” non è quello di esonerare i medici di medicina generale, ma è solo “quello di alleggerire i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta e i medici di continuità assistenziale, dal “carico” derivante dall’esplosione pandemica, affiancando loro una struttura capace di intervenire a domicilio del paziente. Nel procedimento oltre alla  Regione Lazio sono intervenute ad adiuvandum la Regione Campania, in persona del Presidente pro tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Massimo Consoli, nonché le  altre Regioni  e associazioni, contro la sentenza del TAR Lazio , che vietava ai medici di famiglia di poter fare le domiciliari in quanto compito esclusivo delle Usca. Ma per il Consiglio di Stato vietare le domiciliari ai pazienti

Covid è “un grave errore esegetico, suscettibile di depotenziare la risposta del sistema sanitario alla pandemia e di provocare ulteriore e intollerabile disagio ai pazienti”. Nessuna “distrazione” dai propri compiti di istituto vi sarebbe, posto che la visita domiciliare del proprio assistito costituisce parte integrante dei compiti del medico di medicina generale  nell’attuale fase epidemiologica in cui l’elevatissimo numero di contagi richiede sinergia degli interventi e pluralità di risorse mediche, non affrontabili con le USCAR. Il senso della disposizione emergenziale è quello di alleggerire i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i medici di continuità assistenziale, dal “carico” derivante dall’esplosione pandemica, affiancando loro una struttura capace di intervenire a domicilio del paziente,a richiesta dei primi, ove questi, attanagliati da un fase di così diffusa morbilità e astretti dalle intuibili limitazioni temporali e fisiche, o anche legate all’indisponibilità temporanea di presidi efficaci, non possano recarsi al domicilio del paziente, o ritengano, in scienza e coscienza, nell’ambito della propria autonoma e libera valutazione medica, che sia necessaria o preferibile l’intervento della struttura di supporto. Nessuna deroga ai LEA, quindi, ma garanzia della loro effettività attraverso un supporto straordinario e temporaneo – gli USCAR – destinato ad operare in sinergia e nel rispetto delle competenze e prerogative dei medici di medicina generale e degli altri medici indicati”.Ritiene il Consiglio di Stato che  un vero e proprio divieto per i medici di medicina generale di recarsi a domicilio per assistere i propri pazienti alle prese con il virus costituirebbe un grave errore esegetico, suscettibile di depotenziare la risposta del sistema sanitario alla pandemia e di provocare ulteriore e intollerabile disagio ai pazienti, che già affetti da patologie croniche, si vedrebbero , una volta colpiti dal virus, proiettati in una dimensione di incertezza e paura, e finanche abbandonati dal medico che li ha sempre

seguiti”. Gli USCAR   sono quindi destinati ad operare in sinergia e nel rispetto delle competenze e prerogative dei medici di medicina generale. La sentenza del Consiglio di Stato fa definitivamente chiarezza su un punto particolarmente importante nel contrasto alla pandemia ovvero la gestione domiciliare dei pazienti che non necessitano di ricovero ospedaliero.

Le norme emergenziali sono norme speciali e derogatorie che si innestano in un contesto noto e presupposto dal legislatore, in modo da modellare l’assetto organizzativo ordinario e renderlo maggiormente idoneo a fronteggiare l’emergenza. Vige  il generale criterio esegetico secondo il quale continua ad applicarsi ciò che non è espressamente derogato dalla norma emergenziale.

 

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