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Salvatore Memoli
(Avvocato – Manager)
La Democrazia Cristiana, il suo simbolo e il suo nome, sono ancora un valore importante, per milioni di « militanti » italiani. Anche se sembrano scomparsi i suoi segni di riconoscimento, é vivo tra tanta gente il ricordo di fatti, di uomini, di tanta parte della storia del movimento politico dei cattolici. Ovviamente in Italia e nel nostro territorio salernitano. Chi ha avuto la possibilità di partecipare alle scelte del Partito e conosce il territorio salernitano può ricordare migliaia di militanti, di simpatizzanti, di attivisti e di protagonisti di stagioni d’impegno elettorale, di presenze nei più disparati angoli della Provincia, dove si condivideva il consenso e si sottolineavano le scelte di linee politiche di uomini e donne, che ne hanno rappresentato la vitalità. Molti di noi hanno vissuto stagioni di impegno allo stremo soprattutto nei grandi appuntamenti elettorali, notti che diventavano prolungamento di lunghissime giornate di attivismo, fatto di manifesti da attaccare, preparazione d’incontri, confronti animati e stimolanti su grandi temi che ci toccavano da vicino. Abbiamo parlato e studiato tutto: libertà, democrazia, divorzio, aborto, alleanze atlantiche, formazioni di Governi, cultura e …cose concrete del quotidiano, strade da riparare, illuminazione, trasporti, scuole da aprire e rendere agibili. L’elenco potrebbe essere lungo ed inesauribile ma, più di tutto, molti di noi hanno dovuto spiegare di essere cattolici nel senso auspicato dal Concilio, laici rispettosi degli insegnamenti della Chiesa, con una spiccata identità religiosa ma…non baciapile. Eravamo una forza incredibile, in possesso di un patrimonio ideale e morale di sentita particolarità. Eravamo stretti tra noi da una collaborazione ideale, che altri definivano freddamente ed offensivamente « cinghia di trasmissione », con le associazioni cattoliche, con la parte più viva del clero, quella che conosceva i bisogni della gente e ne auspicava le soluzione, senza ideologizzazioni estreme. Abbiamo vissuto anni ed esperienze forti, di quelle che passavano direttamente dalle menti e dai cuori alle realtà territoriali, alle istituzioni che i democristiani guidavano, a partire dalle realtà primarie della politica che nei Comuni trovavano un riferimento, un presidio ed un ascolto delle attese della gente. Quello che é stato, in un tempo anche recente, é andato definitivamente perduto, é stato dimenticato per sempre? Non lo credo e non voglio accettarlo. Nella nostra Provincia ci sono tanti riferimenti di quegli apparati politici che da soli sanno di non poter fare niente, la loro storia da sola é storia del Mezzogiorno democristiano, non é storia da dimenticare. Per questo motivo sapere che la Democrazia Cristiana non é morta, che é viva per i nostri sentimenti soprattutto, e poi anche per una sentenza importante della Suprema Corte ( Cassazione a sez. riunite-civile n. 25999 del 2010) che ne ha determinato la sua esistenza, con i suoi tesserati del 1993. Gli strumenti giuridici sono disponibili per immaginare un recupero di organizzazione. Indubbiamente occorrono molte verifiche per riaccendere un motore di un’auto storica, ma il suo valore aumenta per tutti i suoi particolari che mostrano di essere ancora efficienti ed originali. Un nuovo partito ha bisogno di tutti, della storia del movimento, della storia delle singole persone e del loro incoraggiamento….Ha bisogno di essere identificata come la storia di un grande partito popolare, come lo aveva voluto don Luigi Sturzo e lo aveva condiviso e benedetto il grande Paolo VI.
Non servono le storie inconcludenti di tante divisioni, di tante energie raccolte in cespugli che hanno assecondato aspirazioni e tutele egoistiche. I grandi del partito ed il popolo hanno bisogno di parlarsi ancora, di testimoniare che gli insegnamenti evangelici non sono estranei dai bisogni di una società che deve essere rimessa sui giusti binari. Occorre richiamare Democrazia Cristiana un grande movimento di moderati italiani, senza egoismi formali, ed occorre, forse, ricordare alla Chiesa che investire sui laici portatori di valori religiosi nel sociale, non é fatica persa. Con il loro aiuto, ricostruiremo, a piccoli passi, un modo di essere della politica che é atteso e che può dare forza ad un cambiamento, senza perdere nessuno.