da Dr. Alberto Di Muria
Padula-La disfunzione erettile viene definita comunemente come l’incapacità di raggiungere o mantenere una erezione sufficiente per un rapporto sessuale soddisfacente. Le cause sono legate a diversi fattori quali età, malattie vascolari, squilibri ormonali e altri fattori fisiologici, ma può essere anche di origine iatrogena, cioè legata ad un effetto indesiderato di un farmaco. C’è un’alta prevalenza di pazienti con disfunzione erettile affetti da ipertensione e altre malattie cardiovascolari. Si ritiene che ciò sia dovuta alla disfunzione dell’endotelio dei vasi che è frequente nei pazienti ipertesi. D’altra parte, gli effetti avversi di alcuni ipertensivi possono essere causa di disfunzione erettile.
I betabloccanti non sono più ritenuti i farmaci di prima scelta per il trattamento dell’ipertensione arteriosa, ma sono tuttora comunemente impiegati, soprattutto nei pazienti con coesistenti aritmie o con malattie cardiache di natura ischemica. Essi hanno da tempo la fama di causare o di peggiorare la disfunzione erettile. Però non tutti i betabloccanti sono uguali. Ad esempio il nebivololo, un antagonista altamente selettivo del recettore β₁, ha dimostrato di avere effetti neutrali sulla disfunzione erettile, o addirittura ha effetti benefici.
Numerosi studi clinici hanno mirato a quantificare l’effetto degli antagonisti dei recettori per l’angiotensina e degli ACE-inibitori sulla funzionalità erettile nell’uomo, che è risultato positivo. Infatti, in uno studio la prevalenza di disfunzione erettile si è ridotta significativamente, rispetto al basale, dopo sei mesi di trattamento con irbesartan. D’altra parte, alcuni studi hanno rilevato un effetto negativo di alcuni ACE-inibitori quando associati a diuretici tiazidici.
Viceversa, non ci sono studi adeguati per valutare gli effetti dei calcioantagonisti sulla disfunzione erettile. In generale, si ritiene che abbiano un effetto tendenzialmente neutro.
Gli antagonisti dei recettori α-adrenergici vengono da tempo utilizzati nella gestione sia dell’ipertensione nervosa che della iperplasia prostatica benigna. Il doxazosin si è dimostrato in grado di migliorare significativamente la funzione sessuale, soprattutto nei pazienti con iperplasia prostatica non ipertesi.
La disfunzione erettile è, invece, un effetto avverso ben riconosciuto dei diuretici tiazidici e tiazido-simili.
In conclusione, l’evidenza clinica suggerisce che gli antagonisti del recettore per l’angiotensina, il nebivololo e forse il doxazosin hanno un effetto neutro o probabilmente benefico sulla funzione erettile; gli effetti degli ACE-inibitori e dei calcioantagonisti sembrano essere neutri. I betabloccanti non selettivi e i diuretici probabilmente hanno un effetto deleterio sulla funzione erettile.