SALERNO: la burocrazia dei “nullafacenti” … cosa fa Salerno Energia ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – I sindacati, la perequazione, la dirigenza incapace, i dipendenti ignoranti e quelli astutamente approfittatori hanno creato nell’immaginario collettivo il luogo comune più deleterio mai esistito nella storia: i nullafacenti della pubblica amministrazione, quella statale e quella locale.

I nullafacenti”, il libro denuncia scritto nel 2006 (ed. Mondadori) dal prof. Pietro Ichino racconta la burocrazia di un Paese che si è autoincartato nel corso dei decenni; nel libro Ichino bacchetta tutti quelli, dai politici agli approfittatori, che non consentono una rinascita ed un rilancio vero e serio del nostro Paese agli occhi dell’Europa e del mondo intero.

 

Un cittadino salernitano, in passato seriamente impegnato nella vita politica per il bene comune, si reca a Salerno Energia per volturare un contratto per la fornitura del gas da un figlio all’altro. Questo accade più di un mese fa; gli viene risposto che nel giro di quale giorno, se non proprio di qualche ora, tutto sarà sistemato.

Passano i giorni, le settimane (una, due, tre, quattro, cinque) senza che nulla accada.

Il cittadino, ligio al dovere finanche della nuova fila da fare, ritorna negli uffici di Salerno Energia; qualcuno balbetta, un altro accampa scuse, un terzo non sa come scusarsi e promette che tutto sarà sistemato nel giro, questa volta si, di qualche ora. Vedremo !!

 

Non vorrei che all’interno di una delle Società Miste che in città va per la maggiore ci fosse qualche mela marcia; guai ne perderebbe la potenzialità del valore dell’immagine di ”Salerno città europea”, come apoditticamente proclama spesso Vincenzo De Luca, ex sindaco e attuale governatore della Campania riconfermato con il 70% dei consensi, dimenticando però di dire che Salerno è una delle città più care di tutta Italia. E’ proprio di ieri su Il Mattino il titolo: “Caro rifiuti – Salerno quarta in Italia per la Tari più esosa”, ma la città è tra le più sporche (altro che città europea) anche se il sindaco Napoli promette, almeno per Natale, mari e monti.

Insomma noi cittadini strapaghiamo i servizi ma i servizi non rispondono anche per cose semplicissime come quella della volturazione di un contratto che, però, nell’economia organizzativa ed economica può avere ricadute spiacevoli per un bilancio familiare ben organizzato.

Non vorrei che qualcuno all’interno della macchina comunale pensasse di poter fare come un dipendente pubblico, da me conosciuto nei quarant’anni di pubblico impiego; quel dipendente per circa quarant’anni aveva utilizzato un solo timbro per un incarico di una mediocrità assoluta, incarico che lui furbescamente faceva pesare verso il mondo esterno. Un timbro per una vita lavorativa. Incredibile ma vero; anche perché quel collega non sapeva neppure per chi stava lavorando, qual era la missione dell’Ente da cui dipendeva e perché utilizzava quel timbro tutti i giorni. Sapeva soltanto di essere stato assunto d’imperio perché così avevano voluto i suoi genitori, avellinesi, che si erano rivolti all’allora ministro Fiorentino Sullo.

Sono certo che nessuno tra i funzionari e dipendenti delle varie Società miste salernitane potrà mai essere paragonato a quel signore degli anni sessanta-settanta.

 

 

 

 

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