Dr. Michele D’Alessio (Agronomo)
Sabato 21 novembre era la festa nazionale degli Alberi, e sui vari gruppi social, ambientalisti e meno ambientalisti giravano queste domande, Chi di voi è disposto a salvare il mondo? Chi di voi è disposto a piantare alberi? Noi siamo già a lavoro!!!L’obbiettivo, della giornata, è crescere e far crescere boschi da lasciare alle future generazioni, per far capire a chi c’è oggi è chi verrà domani su questo splendido pianeta che insieme possiamo cambiare le cose. Più saremo più sarà grande il segno che lasceremo.Tutti noi sappiamo che gli alberi assorbono l’anidride carbonica presente nell’atmosfera ma le nostre foreste stanno scomparendo rapidamente: ogni anno perdiamo 13 milioni di ettari di foreste che equivalgono all’intera superficie della Grecia. Con l’attuale tasso di disboscamento, le foreste pluviali mondiali potrebbero sparire dalla faccia della terra in soli 100 anni. Senza di esse molti animali non avranno più un luogo dove vivere. Questo fenomeno è una delle cause principali della drastica accelerazione dell’estinzione delle specie che accade oggi nel mondo. La deforestazione costituisce una minaccia anche per il nostro habitat; l’attuale perdita di foreste naturali in tutto il mondo contribuisce, più di tutte le altre forme di trasporto combinato, all’emissione di gas serra e al riscaldamento dell’atmosfera terrestre. Gli scienziati stimano che vi siano circa 200 miliardi di tonnellate di CO2 in eccesso nell’atmosfera. Piantare un albero significa eliminare una tonnellata di anidride carbonica all’anno. Piantare un albero è un atto che procura molti benefici a livello ambientale, economico e individuale, ci ricollega ai profondi misteri della vita e ci invita a essere più̀ consapevoli delle interrelazioni tra tutti gli esseri viventi. Piantare un albero non aiuta solo la natura e la lotta contro il riscaldamento globale ma anche noi stessi, arricchisce le nostre vite e contribuisce a farci sentire profondamente connessi con il mondo naturale. Sarebbe una buona cosa se ognuno si impegnasse a piantare almeno 5 alberelli ogni anno. Ma qualcuno, ha in progetto di piantarne più di 5. Piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali. È la proposta formulata da Coldiretti e Federforeste con il progetto “Bosco vivo e foreste urbane” divulgato in occasione della Giornata nazionale degli alberi istituita dall’articolo 1 della legge 1 del 10/2013. Con l’inquinamento dell’aria che è considerato dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori. L’obiettivo – precisa la Coldiretti – è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle citta’ dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili.Il progetto – sottolinea la Coldiretti – si pone quindi anche l’obiettivo di gestire il patrimonio forestale in maniera sostenibile per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 favorendo lo stoccaggio del carbonio da parte delle superfici forestali e delle foreste urbane.
Un impegno importante anche per assicurare un presidio attivo contro il dissesto idrogeologico, incendi ed altre forme di impoverimento dei territori, contrastare l’abbandono di tale aree e valorizzare la filiera del legno 100% Made in Italy anche al fine di scongiurare le importazioni illegali di legno. Un obiettivo che richiede una programmazione pluriennale della messa a dimora, coltivazione e manutenzione delle foreste da parte degli agricoltori e degli imprenditori del verde rilanciando i servizi di consulenza e le attività turistiche ricreative in tali aree. Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. A provocare lo smog nelle città è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi in Italia dove ogni abitante dispone in città di appena 32,8 metri quadrati di verde urbano, e la situazione peggiora per le metropoli con valori con valori che vanno dai 6,3 di Genova ai 16,5 a Roma, dai 18,1 di Milano ai 22,6 di Torino fino ai 22 metri quadrati a Bologna. La situazione è diversa nelle aree rurali dove le foreste hanno continuato a espandersi ricoprendo oltre 11 milioni di ettari nel nostro Paese, il 40% della superficie nazionale che però, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili. Il risultato è che buona parte del territorio nazionale è particolarmente vulnerabile al dissesto idrogeologico e al rischio incendi anche per effetto dei cambiamenti climatici. Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli.