da Dr. Alberto Di Muria
Padula -Le statine sono un gruppo di molecole appartenenti alla categoria dei cosiddetti ipolipemizzanti, cioè capaci di abbassare i livelli del colesterolo nel sangue. Le statine agiscono andando a ridurre la produzione di colesterolo da parte delle cellule epatiche, attraverso il blocco di un enzima. La conseguente ridotta disponibilità di colesterolo endogeno spinge gli epatociti a recuperare colesterolo dal sangue, aumentando la captazione delle LDL circolanti, il cosiddetto colesterolo cattivo. In effetti, nel corso degli anni sono stai molti gli studi che hanno dimostrato l’efficacia delle statine nella prevenzione primaria e secondaria delle malattie coronariche. In genere le statine sono ben tollerate, con rari effetti collaterali. Ma in un numero comunque significativo di casi, tra il 2 ed 5% dei soggetti, le statine possono provocare un aumento asintomatico dei livelli delle transaminasi epatiche, che di solito regredisce riducendo il dosaggio del farmaco, e anche l’insorgenza di tossicità muscolare quali mialgia, miosite, quali mialgia, miosite e rabdomiolisi, cioè rottura delle cellule muscolari.
Vista la loro azione, si è ipotizzato che le statine potessero essere di beneficio in diverse malattie del sistema nervoso centrale, in particolare nel morbo di Alzheimer. Però, due metanalisi condotte in pazienti affetti da morbo di Alzheimer hanno mostrato un effetto sostanzialmente neutro delle statine sulle funzioni cognitive.
Al contrario, sempre più spesso emergono segnalazioni di disturbi neuropsichiatrici legati all’uso di questi farmaci. In effetti, i dati di registri nazionali di segnalazione spontanea delle reazioni avverse hanno rilevato l’insorgenza di molti sintomi psichiatrici in relazione all’uso di statine; in particolare in Nuova Zelanda sono stati descritti 203 report di eventi psichiatrici associati alle statine, che comprendevano 67 disturbi dell’umore, 30 disturbi cognitivi, 51 disturbi del sonno, 14 disturbi della percezione e 107 altre reazioni, quali astenia, affaticamento, letargia, malessere, sonnolenza e stanchezza. Per l’Italia, sono stati analizzati 60 report di disturbi psichiatrici associati con le statine contenuti nella banca dati dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Le reazioni avverse neuropsichiatriche delle statine sembrano comunque essere eventi rari e non prevenibili e non c’è ancora una spiegazione farmacologica universalmente accettata.
Sono comunque fenomeni a cui occorre prestare e, qualora insorgessero, le attuali linee guida consigliano, visto l’importanza delle statine soprattutto nella prevenzione secondaria, di non sospendere il trattamento, se possibile, ma di ridurre eventualmente le dosi del farmaco e di privilegiare le statine meno lipofile, che sembra siano meglio tollerate.