La Chiesa Santa e … frettolosa

Salvatore Memoli

(Avvocato – Manager)

 

avv. Salvatore Memoli

SALERNO – Man mano che gli scandali della vita del piccolo Stato della Città del Vaticano si ripetono, irrimediabilmente capiamo più cose. Capiamo che, in quei pochissimi chilometri quadrati di territorio sovrano, si sono concentrati più personaggi trasgressivi che hanno catattetizzato negativamente il loro ruolo ed hanno attuato male i principi del Vangelo che sono l’antitesi di compromessi, interessi privati, accumulo di ricchezza, disobbedienza al Vicario di Cristo, condotte scandalose. Il cuore della cattolicità, in questi ultimi anni, si è fatto conoscere per una prevalenza d’interessi economici e per una gestione non chiara delle finanze che normalmente debbono avere come unica finalità quella della carità e dell’aiuto degli ultimi. Invece ci siamo dovuti occupare di investimenti bancari, di acquisto d’immobili, di dispersione della consistenza delle risorse che sono state sprecate con leggerezza, a volte con sprezzo delle buone regole e delle buone intenzioni. La Chiesa, nella storia si è ripetuta, ha avuto sempre la tentazione di mettere le mani nello “sterco del diavolo”, come veniva definito il danaro, non si è mai fermata, facendo parlare di sé come interessata alla simonia. Ma il carico dei peccati della Chiesa burocratica l’ha messo il Papa che ha più volte parlato delle trasgressioni della Curia romana: la malattia di sentirsi indispensabili, la malattia dell’eccesso di operosità, l’impietrimento mentale e spirituale, la perdita di vivacità e l’audacia, diventare un’orchestra che produce chiasso, essere affetti da Alhzaimer spirituale che non fa riconoscere il Signore e la consegna in balìa delle passioni, la rivalità e la vanagloria, la schizofrenia di una doppia vita, la dissolutezza, le chiacchiere e il pettegolezzo, il carrierismo, l’accumulo di danaro e l’esibizionismo. Il Pontefice é diventato ,suo malgrado, il megafono del male, il fustigatore ed il divulgatore delle cattive prassi e degli errori di uomini di Chiesa, con molta faciloneria,  salvo, poi, doversi rendere conto delle decisioni dei tribunali del mondo che l’hanno pensata e decisa diversamente. Il mondo civile, a più riprese, ha avuto comportamenti e prassi più efficienti e meno retoriche dello stesso Pontefice che si é mostrato più incline a condannare che a conoscere nei dettagli i fatti. Eppure il Papa dispone di strumenti straordinari, tribunali, informatori, etc. per valutare bene le cose, prima di affidarle ad un’opinione pubblica, soprattutto laica, incline a fare chiasso sui difetti della Chiesa.  É il caso di molti prelati, trascinati in sanzioni affrettate, esclusi dai posti di grande responsabilità ecclesiale, risultati poi innocenti. La Chiesa da queste vicende ne ha subito i danni maggiori. L’elenco é lungo, mentre si snocciolano gli scandali, uno dopo altro, che coinvolgono personaggi importanti e conosciuti, fino ad arrivare ai vertici della gerarchia ecclesiale, con il coinvolgimento di potenti porporati, com Pell e Becciu.Il card Giorgio Pell è stato una delle autorità più accreditate del mondo dell’economia del Vaticano. Australiano, il porporato fu posto da Papa Francesco ai vertici della Prefettura della Segreteria per l’economia, un incarico molto importante che viene minato dall’interno della Chiesa con l’accusa di pedofilia. Allontanato dai suoi incarichi, il card Pell è stato sottoposto a vere indagini e giudizi da parte della Giustizia australiana, fino al proscioglimento da parte della Corte Suprema dell’Australia. La sua vita è stata distrutta, impedendogli di esercitare il suo incarico con la riconosciuta competenza ed autorevolezza. Segue il caso dell’italiano Card. Gianni Angelo Becciu, Prefetto del dicastero delle cause dei Santi, già Sostituto per gli Affari della Segreteria di Stato, al quale il Papa ha chiesto le dimissioni. Dalla sua parte ci starebbe la correttezza di iniziative rientranti nelle sue facoltà di decidere. E poi che dire del delicato caso del card americano McCarrick? Senza dubbio colpevole di comportamenti riprovevoli. Era il caso di pubblicare tutte le sue colpe pur di difendere le decisioni dello stesso pontefice? Tutto ciò mentre i Tribunali italiani valutano oculatamente e rivedono tante decisioni contro Mons. Scarano, frettolosamente condannato dal Papa nel viaggio di ritorno dal Brasile, in aereo.

Il Papa é il primo a dover esercitare la carità e la misericordia, non occultando la verità, bensì aspettando i tempi propizi, per correggere amando. Altro non gli é congeniale!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *