Dr. Pietro Cusati
(Giurista – Giornalista)
Roma,16 novembre 2020 Educare alla Dieta Mediterranea e allo stile di vita mediterraneo,l’Unesco ha riconosciuto la Dieta Mediterranea il 16 novembre 2010, quale patrimonio dell’umanità. L’importanza di uno stile di vita caratterizzata da una alimentazione sana e sostenibile. Oggi, 16 novembre 2020 ricorre il decennale del riconoscimento della Dieta mediterranea nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO. Le celebrazioni sono state organizzate dai ministeri dell’Ambiente, degli Esteri, delle Politiche Agricole, dell’Istruzione, della Salute e dei Beni Culturali, insieme alla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco. Il patrimonio della Dieta Mediterranea va tutelato, salvaguardato, protetto. E’ un patrimonio universale che racconta e identifica soprattutto l’Italia, dove il termine fu coniato nella seconda metà del XX secolo da due studiosi americani, Ancel e Margaret Keys, che identificarono nel Cilento la regione-studio che portò alla definizione delle caratteristiche e dei valori della dieta mediterranea, quale elemento culturale identificativo dei popoli del Mediterraneo.“La Dieta Mediterranea rappresenta l’esempio più concreto di sviluppo sostenibile e tutela della biodiversità”, ha affermato il Ministro dell’ambiente Sergio Costa. Come ha riconosciuto l’Unesco, la Dieta Mediterranea costituisce una tradizione che unisce insieme più generazioni in una saggezza millenaria, rispettando i cicli stagionali e l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali. Per l’Unesco ad essere l’emblema di questa tradizione è il Cilento, il luogo simbolo dello stile di vita patrimonio dell’umanità, e il comune di Pollica, in particolare, dove lo studioso americano Ancel Keys, negli anni ’50, teorizzò i suoi studi sul mangiar sano all’italiana salvaguardando l’ecosistema”. Il 16 novembre 2010 a Nairobi in Kenya il Comitato Intergovernativo della Convenzione Unesco sul Patrimonio Culturale Immateriale ha approvato l’iscrizione della Dieta Mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale, riconoscendo con questa definizione le pratiche tradizionali, le conoscenze e le abilità che sono passate di generazione in generazione in molti paesi mediterranei fornendo alle comunità un senso di appartenenza e di continuità.Il riconoscimento del 2010 ha accolto la candidatura transnazionale di Italia, Spagna, Grecia e Marocco, che nel 2013 è stata estesa anche a Cipro, Croazia e Portogallo. La Dieta Mediterranea è uno stile di vita che comprende competenze, conoscenze e tradizioni concernenti la coltivazione, la raccolta, la pesca, l’allevamento, la conservazione, la cucina e soprattutto la condivisione e il consumo di cibo. Mangiare insieme è la base dell’identità culturale e della continuità delle comunità nel bacino Mediterraneo, dove i valori dell’ospitalità, del vicinato, del dialogo interculturale e della creatività, si coniugano con il rispetto del territorio e della biodiversità. Dieta Mediterranea è sinonimo di buona salute e creatività gastronomica,ha contribuito alla costruzione di un’identità che è ormai andata ben oltre i confini territoriali o alimentari. Nel corso degli anni la rilevanza della Dieta Mediterranea viene testimoniata anche dal sostegno che riceve non solo dall’UNESCO, ma anche dalla FAO e dall’OMS, in quanto strumento per una agricoltura sostenibile ed elemento irrinunciabile per una dieta alimentare che aiuti a prevenire le malattie cardio- cerebrovascolari.La Dieta Mediterranea è una filosofia di vita che nasce dal passato e può traghettarci verso un futuro sano, sostenibile e inclusivo. La Ministra Teresa Bellanova ha annunciato alcune iniziative. Creare l’Ufficio per la Dieta Mediterranea presso il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, promuoverne e diffonderne i principi attraverso uno specifico portale web. E poi avviare un programma di comunicazione istituzionale nel 2021 sulle tematiche anche in vista di Expo Dubai, come anche un progetto sull’Educazione alimentare nelle Scuole e nelle Università.”Un impegno importante , ha detto la Ministra Teresa Bellanova , perché siamo convinti della straordinaria forza e rilevanza di questo patrimonio e trasmetterlo alle nuove generazioni pensiamo sia un compito necessario a cui non vogliamo sottrarci”. “Il 16 novembre 2010 per il nostro Paese è una data importante, è il riconoscimento di una distintività”, ha precisato la ministra Bellanova, “e se oggi la celebriamo come merita, anche in un momento complesso come quello che stiamo vivendo, è per ribadire che è un patrimonio che va tutelato, salvaguardato, protetto. Ecco perché abbiamo fortemente voluto nel nostro Paese l’obbligo dell’indicazione d’origine in etichetta per latte, formaggi, pasta, riso, derivati del pomodoro, carni trasformate”.