Salvatore Memoli
(Avvocato – Manager)
Dagli inizi della Repubblica si registrano comportamenti virtuosi e trasgressioni che vivacizzano le storie delle Autonomie locali. Il tempo e le riforme a ribasso di valori democratici hanno riempito le nostre letterature di principi di trasparenza e legalità acuendo quelle distanze tra il pronunciato ed il vissuto. Siamo piombati nella fase più difficile della politica e della vita delle Istituzioni. Laddove le aspettative di buon governo sono alte le conclusioni danno esiti devastanti di negatività di comportamenti dei pubblici Amministratori. Di chi la colpa? La verità non è mai da una sola parte, i fattori inquinanti sono molteplici e rispondono a diverse motivazioni. Nelle pieghe della democrazia, la partecipazione di è ristretta ad una cerchia di candidati che risponde a logiche severe di selezione, le cui prove sono superate per ipocrisia, falsità, scaltrezza e pratica abilità. Insomma mi viene facile pensare che per molti politici si organizzi da qualche parte, segretamente, un corso intensivo del gioco dei tre campanelli, una sequenza di mosse abili che sottrae alla vista dei presenti il contenuto di un campanello, spostandolo con rapidità felina, da uno a d un altro campanello, vincendo sulla credulità dei presenti. La politica di certi ranghi è vomitevole, falsa e pericolosa per la salute pubblica. Lo è per i suoi metodi e per le sue conseguenze. Quantanche si dipingano i cieli di azzurro, le tecniche di certe realizzazioni sono deleterie e perverse. Nascondono il trucco ed il decreto di tornaconti che fanno rabbrividire gli onesti ed i competenti, costretti a stare nel novero degli osservatori che conoscono le tecniche degli spostamenti dei campanelli. Purtroppo a molti piace il gioco di destrezza e gli imbroglioni non si chiamano con il loro nome: sono abili prestidigitatori, provetti politici, beniamini di un pubblico che sollecita il sensazionale. Le cose vanno avanti così un po’ dappertutto, come il gatto col topo, finché non c’é chi disvela il trucco e stoppa il gioco di chi fa cassa ai danni degli ingenui e riscuote il plauso per un gioco da imbroglioni. Possiamo ancora invocare « mani pulite » per passare dal gioco dei tre campanelli alla realizzazione di un mondo politico più sano? Non vorremmo ma é così! Ma mani pulite ferma il gioco ma non cancella le perversioni dei giocatori d’azzardo! Mani pulite non ricrea le logiche della buona politica, non crea partiti, non sposta consensi. La politica deve ricreare le condizioni di agibilità, riproponendo le sue virtù, i suoi principi, i suoi uomini migliori che vanno sempre sottoposti a verifiche, prima che i verificatori siano espressione dei verificati. In questo ciclo che può sempre essere deleterio, c’é un ruolo della partecipazione popolare, la sua vigilanza, la sua presenza costante e severa.