Aldo Bianchini
SALERNO – Alle ore 20.00 di mercoledì 4 novembre 2020 la regione Campania, stando ai report giornalistici sbandierati da tutte le reti, era inserita nella “zona arancione”, una della tre zone (rossa, arancione, gialla) in cui è stata suddivisa l’Italia per far fronte all’espandersi del contagio da coronavirus.
Alle ore 20.15 il premier prof. Giuseppe Conte appare indiretta televisiva sui grandi network del Paese ed elenca le regioni per fasce di attribuzione; tra la sorpresa generale annuncia che la Campania è “zona gialla”, contrariamente a quanto con forza richiesto dal governatore De Luca che voleva far inserire tutto il territorio regionale addirittura nella “zona rossa”.
Cosa è realmente successo non lo sapremo mai; ed imperversano le varie versioni, una più azzardata dell’altra mentre il governatore minaccia con il lanciafiamme tutti, compreso il presidente del Consiglio dei Ministri e, più o meno velatamente, annuncia l’impugnazione del decreto governativo dinanzi alle autorità competenti. Insomma intende far riconoscere le giuste ragioni che lui stesso aveva, alcuni giorni fa, posto alla base della sua ordinanza di chiusura delle scuole e di quant’altro necessario per arginare la diffusione del contagio, anche in relazione al fatto che le strutture sanitarie campane (soprattutto quelle di Napoli) sarebbero, secondo lui e il suo comitato tecnico scientifico, già alla saturazione.
Ovviamente la gente, quella che in definitiva deve essere salvaguardata ed assistita, è schierata su più fronti: chi è d’accordo con De Luca, chi invece lo è con il Governo e chi non è d’accordo con nessuno e vorrebbe libertà assoluta.
Essendo abituato a schierarmi, dico subito che sono completamente dalla parte del governatore Vincenzo De Luca ed approvo tutte le limitazioni che ha imposto con le sue ultime ordinanze
Il problema, quindi, rimane tutto intero sul campo e mi auguro di non dovere presto gridare allo scandalo di un dpcm governativo che possa soltanto adombrare una motivazione di natura politica alla base della sua emissione.
Ma la situazione delle strutture sanitarie napoletane e/o campane qual è realmente ?
La risposta l’ho avuta in tempi stretti da un post su FB segnalatomi addirittura da mio figlio che vive all’estero.
Il post è stato scritto da un giovane medico, salernitano doc, del quale già in un recente passato ho avuto modo di ospitarne il pensiero: Giovanni Parrella, dirigente medico presso l’Azienda Ospedaliera dei Colli -. A.O.R.N. Monaldi/Cotugno/CTO e CTU medico legale di Napoli, un giovane medico che conosco fin dalla nascita e che in passato ha lavorato anche presso la ASL di Salerno.
Il Cotugno, per chi ancora non lo sapesse, è una struttura sanitaria di eccellenza ed è presa ad esempio in molte parti del mondo.
Nelle poche righe del post il dott. Parrella parla della decisione del governo di inserire la Campania nella “zona gialla”:
- Zona gialla? Nemmeno Ponzio Pilato avrebbe saputo fare di meglio … chi ha preso questa decisione folle, scellerata, insensata e assurda, oltre a dover fare le mani come i piedi, dovrà rispondere di tutto quello che succederà a partire da ora in Campania.
Naturalmente dopo essermi schierato con il governatore De Luca non posso non applaudire il contenuto del post di Giovanni Parrella; c’è da sperare che nelle prossime ore cambi qualcosa senza arrivare a vedere i morti nei sacchi depositati lungo i corridoi ospedalieri. Scene che abbiamo già visto.