Dr. Pietro Cusati
(Giurista – Giornalista)
Roma ,2 novembre 2020 .A 45 anni dal delitto del regista ,scrittore , poeta,intellettuale scomodo e controcorrente, Pier Paolo Pasolini ,ancora oggi gravano i tanti dubbi su questa tragica vicenda. Pasolini fu vittima di un complotto ? Per le sue idee ? Per il mosaico che l’autore stava componendo negli ultimi anni della sua vita? Un mosaico composto dal film Salò o le 120 giornate di Sodoma, ambientato durante il fascismo ma atto d’accusa nei confronti del potere suo contemporaneo, al pari degli articoli scritti per il Corriere della Sera ,tra cui quello pubblicato il 14 novembre ’74 dal titolo “Cos’è questo golpe? Io so”, e di Petrolio, l’incompiuto romanzo-inchiesta che metteva sul banco degli imputati la classe dirigente dell’epoca? un delitto politico ? E in questo 2 novembre 2020, con i cinema e i teatri chiusi, occorre comunque ricordarlo . Avrebbe dovuto andare in sala proprio in occasione dell’anniversario, il restauro del primo film del regista, quell’Accattone che segna il debutto sul grande schermo dello scrittore e poeta. È il 1961, la sua prima volta, nel film con Sergio Citti racconta la Roma che frequenta, che ama, quella del sottoproletariato. Un primo esperimento che mina l’amicizia con Federico Fellini ma non la rovina e che porta Pasolini a vivere mesi di angoscia e tormento fino alla prima nel dicembre del 1961 a Torino dove lo presenta così: “Sono terrorizzato. Accattone è il mio primo film. Quando l’ho cominciato , ora posso confessarlo , non sapevo nulla: non sapevo che esistessero, per esempio, vari tipi di obiettivo, e restavo di stucco quando l’operatore mi chiedeva che obiettivo desiderassi. Addirittura non sapevo con precisione cosa significasse panoramica la confondevo col campo lungo… Ero, insomma, un principiante. E’ anche questo suo modo d’essere, il suo aver dato scandalo con le idee come con la sua vita, assieme alle sue poesie, i suoi romanzi, i suoi film e soprattutto gli innumerevoli scritti critici sulle arti e sulla società, che l’hanno trasformato in una presenza costante, quasi sempre in crescita, del dibattito culturale non solo italiano, un punto di riferimento e una presenza sempre viva tra studiosi e studenti proprio mentre ci si lamenta di come sia colpevolmente dimenticata la gran parte della cultura letteraria del secondo Novecento. I tanti scritti raccolti in dieci volumi dei Meridiani Mondadori.
Nato a Bologna il 5 marzo 1922, visse negli anni 40 a Casarsa in Friuli con l’ amatissima madre e il fratello partigiano, e se ne andò nel 1950 a Roma. Uomo apparentemente chiuso preso dal suo pensare, poeta e scrittore chiuso nel suo studio, autore di molte raccolte di versi ,riunite poi sotto il titolo ”Bestemmie”, di romanzi come ”Ragazzi di vita” e ”Il sogno di una cosa”, di tesi teatrali, da ”Porcile” a ”Affabulazione”, divenne anche regista di film di successo, da ”Accattone” a ”Mamma Roma”, da ”Uccellacci e uccellini” a ”Medea”, da Il Vangelo secondo Matteo” a ”Salò e le 120 giornate di Sodoma” che ne fecero personaggio pubblico da rotocalchi. A 45 anni di distanza la famiglia continua a chiedere la verità su quanto accadde quella notte che ancora oggi presenta più di un punto oscuro. “Sono trascorsi 45 anni dal delitto ma abbiamo delle prove che possono resistere anche al trascorrere del tempo. Oggi sappiamo che Pier Paolo Pasolini non venne ucciso soltanto o forse nemmeno da Pino Pelosi, cioè da colui che la giustizia aveva indicato come l’unico responsabile dell’omicidio. E’ necessario quindi sgombrare il campo dai tanti dubbi che ancora gravano su questa complessa e tragica vicenda”, afferma l’avvocato Stefano Maccioni legale dei familiari dello scrittore-regista chiedendo alla Procura di Roma di riaprire le indagini archiviate nel 2015. Il penalista punta l’attenzione sui tre profili genetici individuati su una serie di reperti rimasti ignoti. Scrittore e regista cinematografico e se ne andò nel 1950 a Roma per sfuggire allo scandalo provocato dalla pubblica denuncia di ”corruzione di minori” legata alla sua omosessualità e la sua professione di insegnante, che gli costò anche l’espulsione dal Pci. Nella capitale sempre più, col passare degli anni, la sua vicenda biografica si identifica con quella spesso agitata dello scrittore, dell’artista, dello studioso e dell’intellettuale impegnato a testimoniare e a difendere, anche in sede giudiziaria, la propria radicale diversità, fino alla morte nella notte tra il primo e il 2 novembre 1975 all’idroscalo di Ostia. Autore di molte raccolte di versi (riunite poi sotto il titolo ”Bestemmie”), di romanzi come ”Ragazzi di vita” e ”Il sogno di una cosa”, di testi teatrali, da ”Porcile” a ”Affabulazione”, Pasolini divenne anche regista di film di successo, da ”Accattone” a ”Mamma Roma”, da ”Uccellacci e uccellini” a ”Medea”, da “Il Vangelo secondo Matteo” a ”Salò e le 120 giornate di Sodoma” che ne fecero personaggio pubblico da rotocalchi, che sfruttarono anche lo scandalo dei suoi vari processi per ”oscenità” o ”apologia di reato” e del suo sentirsi ”inorganico” e ”disomogeneo” al mondo in cui operava con quella sua ”retorica della provocazione”. Nella sua ultima intervista concessa poche ore prima di morire, disse: “Il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto il peso di confrontarci da soli con la verità. Che bello se mentre siamo qui a parlare qualcuno in cantina sta facendo i piani per farci fuori. È facile, è semplice, è la resistenza”. Nel 1995 Marco Tullio Giordana firma il film ”Pasolini, un delitto italiano”, sceneggiato come un’inchiesta sull’assassinio e nel 2014 Abel Ferrara ricostruisce a suo modo l’ultima giornata e la morte nel film ”Pasolini” con Willem Dafoe, ora è in uscita ,online per il Covid, il documentario ”In un futuro aprile – Il giovane Pasolini” di Francesco Costabile e Federico Savonitto che ne narra gli anni giovanili friulani, a dimostrare quanto sia ancor oggi personaggio pubblico che affascina anche le nuove generazioni.
2 NOVEMBRE 1975 :A 45 ANNI DALLA MORTE DEL REGISTA, SCRITTORE E POETA PIER PAOLO PASOLINI ANCORA OGGI PRESENTA PIU’ DI UN PUNTO OSCURO?
Dr. Pietro Cusati
(Giurista – Giornalista)
Roma ,2 novembre 2020 .A 45 anni dal delitto del regista ,scrittore , poeta,intellettuale scomodo e controcorrente, Pier Paolo Pasolini ,ancora oggi gravano i tanti dubbi su questa tragica vicenda. Pasolini fu vittima di un complotto ? Per le sue idee ? Per il mosaico che l’autore stava componendo negli ultimi anni della sua vita? Un mosaico composto dal film Salò o le 120 giornate di Sodoma, ambientato durante il fascismo ma atto d’accusa nei confronti del potere suo contemporaneo, al pari degli articoli scritti per il Corriere della Sera ,tra cui quello pubblicato il 14 novembre ’74 dal titolo “Cos’è questo golpe? Io so”, e di Petrolio, l’incompiuto romanzo-inchiesta che metteva sul banco degli imputati la classe dirigente dell’epoca? un delitto politico ? E in questo 2 novembre 2020, con i cinema e i teatri chiusi, occorre comunque ricordarlo . Avrebbe dovuto andare in sala proprio in occasione dell’anniversario, il restauro del primo film del regista, quell’Accattone che segna il debutto sul grande schermo dello scrittore e poeta. È il 1961, la sua prima volta, nel film con Sergio Citti racconta la Roma che frequenta, che ama, quella del sottoproletariato. Un primo esperimento che mina l’amicizia con Federico Fellini ma non la rovina e che porta Pasolini a vivere mesi di angoscia e tormento fino alla prima nel dicembre del 1961 a Torino dove lo presenta così: “Sono terrorizzato. Accattone è il mio primo film. Quando l’ho cominciato , ora posso confessarlo , non sapevo nulla: non sapevo che esistessero, per esempio, vari tipi di obiettivo, e restavo di stucco quando l’operatore mi chiedeva che obiettivo desiderassi. Addirittura non sapevo con precisione cosa significasse panoramica la confondevo col campo lungo… Ero, insomma, un principiante. E’ anche questo suo modo d’essere, il suo aver dato scandalo con le idee come con la sua vita, assieme alle sue poesie, i suoi romanzi, i suoi film e soprattutto gli innumerevoli scritti critici sulle arti e sulla società, che l’hanno trasformato in una presenza costante, quasi sempre in crescita, del dibattito culturale non solo italiano, un punto di riferimento e una presenza sempre viva tra studiosi e studenti proprio mentre ci si lamenta di come sia colpevolmente dimenticata la gran parte della cultura letteraria del secondo Novecento. I tanti scritti raccolti in dieci volumi dei Meridiani Mondadori.
Nato a Bologna il 5 marzo 1922, visse negli anni 40 a Casarsa in Friuli con l’ amatissima madre e il fratello partigiano, e se ne andò nel 1950 a Roma. Uomo apparentemente chiuso preso dal suo pensare, poeta e scrittore chiuso nel suo studio, autore di molte raccolte di versi ,riunite poi sotto il titolo ”Bestemmie”, di romanzi come ”Ragazzi di vita” e ”Il sogno di una cosa”, di tesi teatrali, da ”Porcile” a ”Affabulazione”, divenne anche regista di film di successo, da ”Accattone” a ”Mamma Roma”, da ”Uccellacci e uccellini” a ”Medea”, da Il Vangelo secondo Matteo” a ”Salò e le 120 giornate di Sodoma” che ne fecero personaggio pubblico da rotocalchi. A 45 anni di distanza la famiglia continua a chiedere la verità su quanto accadde quella notte che ancora oggi presenta più di un punto oscuro. “Sono trascorsi 45 anni dal delitto ma abbiamo delle prove che possono resistere anche al trascorrere del tempo. Oggi sappiamo che Pier Paolo Pasolini non venne ucciso soltanto o forse nemmeno da Pino Pelosi, cioè da colui che la giustizia aveva indicato come l’unico responsabile dell’omicidio. E’ necessario quindi sgombrare il campo dai tanti dubbi che ancora gravano su questa complessa e tragica vicenda”, afferma l’avvocato Stefano Maccioni legale dei familiari dello scrittore-regista chiedendo alla Procura di Roma di riaprire le indagini archiviate nel 2015. Il penalista punta l’attenzione sui tre profili genetici individuati su una serie di reperti rimasti ignoti. Scrittore e regista cinematografico e se ne andò nel 1950 a Roma per sfuggire allo scandalo provocato dalla pubblica denuncia di ”corruzione di minori” legata alla sua omosessualità e la sua professione di insegnante, che gli costò anche l’espulsione dal Pci. Nella capitale sempre più, col passare degli anni, la sua vicenda biografica si identifica con quella spesso agitata dello scrittore, dell’artista, dello studioso e dell’intellettuale impegnato a testimoniare e a difendere, anche in sede giudiziaria, la propria radicale diversità, fino alla morte nella notte tra il primo e il 2 novembre 1975 all’idroscalo di Ostia. Autore di molte raccolte di versi (riunite poi sotto il titolo ”Bestemmie”), di romanzi come ”Ragazzi di vita” e ”Il sogno di una cosa”, di testi teatrali, da ”Porcile” a ”Affabulazione”, Pasolini divenne anche regista di film di successo, da ”Accattone” a ”Mamma Roma”, da ”Uccellacci e uccellini” a ”Medea”, da “Il Vangelo secondo Matteo” a ”Salò e le 120 giornate di Sodoma” che ne fecero personaggio pubblico da rotocalchi, che sfruttarono anche lo scandalo dei suoi vari processi per ”oscenità” o ”apologia di reato” e del suo sentirsi ”inorganico” e ”disomogeneo” al mondo in cui operava con quella sua ”retorica della provocazione”. Nella sua ultima intervista concessa poche ore prima di morire, disse: “Il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto il peso di confrontarci da soli con la verità. Che bello se mentre siamo qui a parlare qualcuno in cantina sta facendo i piani per farci fuori. È facile, è semplice, è la resistenza”. Nel 1995 Marco Tullio Giordana firma il film ”Pasolini, un delitto italiano”, sceneggiato come un’inchiesta sull’assassinio e nel 2014 Abel Ferrara ricostruisce a suo modo l’ultima giornata e la morte nel film ”Pasolini” con Willem Dafoe, ora è in uscita ,online per il Covid, il documentario ”In un futuro aprile – Il giovane Pasolini” di Francesco Costabile e Federico Savonitto che ne narra gli anni giovanili friulani, a dimostrare quanto sia ancor oggi personaggio pubblico che affascina anche le nuove generazioni.