Aldo Bianchini
SALERNO – Un paio di giorni fa con un precedente articolo (“CORONAVIRUS: sul “centro Covid di Polla” … la guerra dei poveri tra Matera e Pellegrino !”) ho trattato la vicenda del macchinario denominato scientificamente “POCT” che, stando agli enfatizzanti annunci dei due neo consiglieri regionali Corrado Matera e Tommaso Pellegrino (entrambi valdianesi doc), sarebbe dovuto arrivare presso l’Ospedale di Polla, e più precisamente nel Centro Covid, per consentire l’esame rapido sul posto dei tamponi che nel centro vengono effettuati fin dal marzo scorso, e che fino ad oggi vengono spediti a Scafati o altrove per le analisi conseguenti.
Avevo parlato di “guerra dei poveri” (sarebbe meglio parlare di “sceneggiata napoletana”) tra i due neo consiglieri regionali in quanto avevano dato la notizia con due comunicati completamente diversi tra loro: Matera annunciava che insieme al sindaco di Teggiano Michele Di Candia aveva ottenuto il macchinario, Pellegrino che era stato lui ad incontrare il d.g. della Asl per definire l’invio del macchinario che veniva concesso “nonostante il centro covid di Polla non faccia parte della rete emergenziale”.
Insomma un indubbio successo l’aver ottenuto un macchinario abbastanza sofisticato (POCT) per un centro che, si intuisce, sulla carta non esiste; così almeno sembrava. Ma non era vero niente e i due annunci, come in una sceneggiata napoletana, erano stati diffusi senza conoscere che la storia era completamente diversa e più complicata del normale, sebbene fondata sulla deliberazione ASL n.865 del 27/08/20 per dirottare il POCT acquistato per Roccadaspide verso Polla. Un vero e proprio colpo di mano occulto.
Innanzitutto perché il macchinario materialmente ancora fisicamente non esiste e in secondo luogo perché, pur non esistendo, è stato già stato assegnato all’ospedale di Roccadaspide con regolare gara tra gli ospedali di Scafati, Pagani, Roccadaspide, Oliveto Citra e Agropoli; con Polla praticamente ignorata perché non iscritta nella rete emergenziale.
Ma è davvero così ? Perché se così fosse vuol dire che siamo stati beffeggiati tutti con il pomposo annuncio, in emergenza, dell’avvio del centro sotto la guida di Mandia e Rubino e con il patrocinio politico di Matera, quando in realtà era una struttura “passacarte”.. Io personalmente credo di no; come credo che la politica in questi mesi non ha saputo far inserire Polla nella rete di cui sopra.
E come in ogni sceneggiata alla napoletana, alla Mario Merola per dirla tutta, ecco irrompere sulla scena del “melodramma sanitario” il vice sindaco di Roccadaspide, Girolamo Auricchio (già sindaco), che con il solito impeto ha preso carta intesta del Comune ed ha scritto una diffida pesante, indirizzata al dg /Asl, al da/Asl ed altri tre, per invitarli
- “a voler provvedere – AD HORAS – a ripristinare le condizioni di tutela sanitaria presso il P.O. di Roccadaspide e a garantire, con immediatezza, al detto P.O. la disponibilità della strumentazione acquistata secondo legge e con atti di programmazione e di gestione amministrativa molto chiari e definiti, con espresso avvertimento che in mancanza sarò costretto – mio malgrado – a trasmettere tutta la documentazione relativa alla presente vicenda all’Autorità Giudiziaria competente”
Ma allora, se un macchinario non esiste e se l’ospedale che sulla carta se lo è aggiudicato protesta perché qualcuno, sottobanco, cerca di sfilarglielo, la sceneggiata dov’è ?
C’è, c’è !! la sceneggiata, iniziata con il duplice comunicato dei neo consiglieri regionali Matera e Pellegrino, potrebbe avere il suo epilogo proprio con la diffida da parte del Comune di Roccadaspide; nella fretta il vice sindaco Auricchio ha dimenticato che lui, non essendo più il sindaco, non ha poteri di rappresentanza che restano solo in capo al sindaco perché non delegabili e, quindi, non può diffidare (la diffida è prodroma ad una successiva costituzione in giudizio); e che per questo piccolo particolare la diffida rischia di rimanere nei cassetti della Asl senza risposta.
Ovviamente, al di là della validità della diffida, il caso ormai è esploso e difficilmente il macchinario potrà essere dirottato alla chetichella verso Polla, ammesso e non concesso che davvero arrivi alla sua naturale destinazione di Roccadaspide.
Ma perché quei due frettolosi comunicati del 24 ottobre scorso (il primo di Pellegrino e il secondo dopo due ore di Matera) per una operazione che sembrava dover essere condotta nel silenzio assoluto ?
NOTA FINALE:
Leggo da Il Mattino del 28.10.20 (articolo a firma dell’ottimo Pasquale Sorrentino) le dichiarazioni di Matera e Pellegrino, senza contare quella di Di Candia che è davvero irripetibile: 1) Matera: “A giorni sarà definito l’utilizzo. Continueremo il dialogo con gli organi preposti, per offrire al Vallo di Diano l’adeguato sostegno”; 2) Pellegrino: “Mi hanno avvertito dall’Asl dell’arrivo del macchinario al Curto, andremo avanti nell’interesse del territorio”; dichiarazioni rese senza il minimo accenno alla diffida ed al casino accaduto.
Questo io lo chiamo il terzo atto della sceneggiata. Ecco il motivo per cui, ignorando l’abc del giornalismo (come ha sussurrato un collega), io non ho mai chiamato nessuno; dopo tanti anni non intendo più farmi prendere in giro dalla politica per non far scadere il giornalismo a puro esercizio di dettato scolastico.