Aldo Bianchini
SALERNO – Non volevo crederci e non ci ho creduto, non volevo accettarlo e non l’ho accettato; almeno fino a qualche giorno fa il nome malefico avevamo tutti cercato di tenerlo lontano dalle nostre menti, dalla nostra vita sociale e familiare, dalle nostre redazioni e dai titoli dei nostri giornali.
Niente da fare, è tornato e siamo costretti a prenderne atto, forse con maggiore coscienza di prima, comunque e sicuramente con molta più paura.
Lo hanno chiamato “CORONAVIRUS”, potevano definirlo in mille altri modi ma la sostanza non sarebbe cambiata; è una pandemia che ci costringerà a cambiare le nostre abitudini e il nostro modo di vivere, in tutti i sensi possibili ed immaginabili; anche dal modo con cui reimpostare la nostra vita e, addirittura, stravolgere il concetto che da millenni avevamo della “famiglia”.
Un concetto che, giustamente (dico “giustamente” e lo sottolineo in grassetto per non essere fraudolentemente frainteso), in forza della “parità di genere” si era già ristrutturato da solo, ponendo dinanzi agli occhi di tutti noi una trasformazione fin dalle fondamenta apprezzata, comunque, dalla stragrande maggioranza delle persone civili.
Una ristrutturazione di carattere generale che non potrà più viaggiare sull’antico concetto con papà al lavoro, mamma a casa e figli a scuola; un fato che già da tempo è stato letteralmente stravolto con una spinta decisa verso famiglie con più componenti al lavoro (papà, mamma e figlio maggiore); ma di pari passo non è stato riattrezzato lo stato sociale con le giuste e necessarie infrastrutture (asili nido e scuole di prossimità, istituti scolastici degni di questo nome con parchi giochi e punti ristoro, rafforzamento del corpo docente, maggiore formazione per tutti, ecc.) la cui inesistenza, oggi, ci obbliga a scelte contro la pandemia sicuramente molto diverse da quelle che avremmo potuto adottare nel caso in cui tutto il nostro mondo, la nostra famiglia, la nostra vita sociale fosse stata ridisegnate, non per contrapporla al virus che era inaspettato, ma per metterla al passo con la vita moderna e con il nuovo concetto di famiglia.
Probabilmente è tardi per fare tutto questo, sicuramente non abbiamo molto tempo per farlo anche se solo parzialmente; l’appello allarme del governatore De Luca (che io personalmente ritengo assolutamente sensato) non rappresenta la solita sceriffata; questa volta anche i tratti somatici del kaimano sono molto diversi dalle precedenti apparizioni televisive.
Se tutti insieme riusciamo davvero a tenere duro, a sacrificarci, ad attuare una chiusura momentanea, forse riusciremo a superare questa crisi che si appalesa come quella finale e decisiva per i nostri destini.
Le scuole dovranno continuare a rimanere chiuse; capisco, sono cosciente, che la didattica a distanza non è paragonabile a quella in presenza (nonostante le carenze formative del corpo docente !!) ma la vita anche soltanto di un cittadino di questo Paese vale molto di più di una discussione filosofica su quale didattica sia meglio ed auspicabile; altri Paesi la stanno già facendo da remoto senza alcuna discussione.
A noi manca chi comanda; e questo non deve essere preso come una minaccia alla democrazia; in tanti ora dicono che c’è’ bisogno di “uno” solo in grado di ascoltare gli altri e decidere.
Oltretutto con la nuova ondata della pandemia anche per la politica sarà molto diverso; la prima ondata ha favorito buona parte della politica governante a sfavore di quella all’opposizione; oggi potrebbe accadere il contrario; soprattutto i governatori questo lo sanno e si stanno attrezzando.
Dobbiamo solo sperare che la parola CORONAVIRUS, e la paura che ci incute, possa contribuire a normalizzare il nostro atteggiamento comportamentale che durante la scorsa stagione estiva è andato a farsi benedire.
Intanto, come accennato nel titolo, una parte ben organizzata dell’estrema opposizione e, forse, dei centri socialisi scatena contro la decisione del governatore di chiedere la chiusura totale della regione Campania, fatti salvi i servizi produttivi. Hanno cominciato i commercianti ieri mattina a Salerno con blocchi stradali, migliaia di giovani in corteo per le strade di Napoli nella serata sempre di ieri; mentre nel corso della notte varie manifestazioni si sono accese anche a Nocera Inferiore ed a Cava de’ Tirreni. Le prossime ore saranno decisive.
Carissimo Direttore Aldo Bianchini ,i manifestanti a Napoli ,in via Santa Lucia, davanti al palazzo della Regione Campania,sono scesi numerosi in piazza,con il volto coperto dalle mascherine per le annunciate restrizioni anti-Covid del Governo nazionale e della Regione Campania , per protestare contro il coprifuoco e la prospettiva di lockdown, con cori di protesta, hanno mostrato eloquenti e significativi striscioni che inducono tutti alla riflessione e alla meditazione , con la scritta : “Tu ci chiudi, tu ci paghi” . “A salute è a prima cosa ma senza soldi non si cantano messe”.
“L’Unione europea, che ha dimostrato di saper cogliere la delicatezza della situazione, ha messo a disposizione strumenti che permettono di mobilitare risorse ingenti. È una opportunità che va colta per ammodernare il Paese” lo afferma il Capo dello Stato Sergio Mattarella .‘’Un periodo di straordinaria difficoltà che va affrontato con il necessario sostegno da parte delle Autorità Pubbliche: servono politiche condivise, col contributo di parti sociali e territori , per una strategia che, mentre affronta la pandemia e le difficoltà conseguenti, sia rivolta a colmare divari e ridurre diseguaglianze sempre più inaccettabili e onerose”. Lo ha detto in nel messaggio e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha inviato alla CNC,Confederazione nazionale dell’artigianato e della Piccola e media impresa . “Un rischio che non possiamo correre è che alle disuguaglianze tra territori esistenti nel nostro Paese si aggiungano quelle derivanti da effetti della pandemia”. “Anche guardando al di là dell’emergenza ogni progetto di ripartenza e di crescita sostenibile passa inevitabilmente per la capacità di ogni istituzione di innovare e di intraprendere percorsi virtuosi e, al tempo stesso, per la capacità del sistema di offrire opportunità a chi oggi ne ha meno, di intervenire sugli squilibri ambientali e le sperequazioni territoriali”.”Uno sforzo straordinario in termini di investimenti e formazione deve guidare le trasformazioni necessarie, aiutando le imprese a riprogettare filiere e modalità produttive e le persone ad acquisire competenze, capitale sociale indispensabile per costruire il futuro”.