dott. Vincenzo Mele
Il documentario “Mi chiamo Francesco Totti” del regista romano Alex Infascelli, nelle sale italiane dal 19 al 21 Ottobre 2020, è un commovente omaggio allo storico capitano dell’AS Roma, autore di indimenticabili pagine della storia del club giallorosso capitolino e del calcio italiano.
Il regista ha voluto omaggiare i 25 anni di carriera di Totti, ascoltando la voce dell’attaccante romanista la sera prima del suo ultimo match con la maglia giallorossa, giocato all’Olimpico contro il Genoa il 28 Maggio 2017. L’ex capitano parla in prima persona della sua vita, dei suoi primi passi nel calcio, con le maglie della Fortitudo, della Trastevere e della Lodigiani. Poi nel 1989 l’approdo a Trigoria e l’esordio in trasferta contro il Brescia durante la stagione ‘92/’93 e il primo goal con la maglia della Roma il 4 Settembre ’94 contro il Foggia.
Infascelli ha voluto analizzare non solo Totti come calciatore e capitano della Roma, che con i suoi goal e le sue giocate ha contribuito alla vittoria del terzo scudetto nella stagione 2000/2001, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, l’Europeo U-21 nel 1996 e il Mondiale del 2006 con la maglia della nazionale italiana, ma anche Totti come uomo, marito e padre di tre figli. Nel corso della sua carriera è stato il sogno proibito di altre squadre come il Milan, la Sampdoria, l’Ajax e il Real Madrid, ma Totti è rimasto a Roma per amore dei suoi tifosi e di una società che ha deciso di trattenerlo a tutti costi.
Totti con la maglia della Roma ha segnato 307 goal in 786 partite tra Serie A, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Champions League e Coppa Uefa (attualmente nota come Europa League) mentre con nazionale italiana ha siglato 9 reti in 58 match; inoltre è stato più volte capocannoniere in campionato, ha vinto per due volte il Guerin d’oro, un Golden Foot e una Scarpa d’Oro nel 2007. Attivo fuori dal rettangolo di gioco, è stato ambasciatore UNICEF e ha partecipato anche a tante altre iniziative benefiche.
Lasciando che la narrazione delle gioie e dei dolori, delle memorabili imprese e persino dei gesti sopra le righe come lo sputo al danese Christian Poulsen durante l’Europeo 2004 o il calcio da dietro nei confronti di un giovane Mario Balotelli durante la Coppa Italia del 2010, Infascelli lascia scorrere i ricordi con maestria creando un fluido affresco dello sportivo e dell’uomo fuori dal campo, senza mistificazioni o preconcetti, un lavoro destinato non solo a ogni tifoso giallorosso, ma a tutti veri appassionati di sport.