Aldo Bianchini
SALERNO – Se dovessimo metterla sullo sterile piano numerico-matematico dovremmo dire che il Centro Destra, che ha conquistato un’altra regione rossa, allo stato dell’arte sta molto meglio della sinistra in quanto governa 15 regioni su 20; cioè i tre quarti dell’Italia sono governati da presidenti regionali di centro destra; alla sinistra, che mantiene le rossissime Toscana e Emilia-Romagna con l’aggiunta di Campania – Puglia – Lazio, soltanto cinque regioni che se sul piano squisitamente politico sono importanti sul piano produttivo-economico non hanno il potenziale esplosivo di tutto il nord Italia ; tutto il resto appartiene al centro destra. La cartina pubblicata a lato è assolutamente esplicativa; manca la Val d’Aosta, a statuto speciale, che dovrebbe andare comunque al centro destra.
Sarebbe facile affermare che il Paese è governato da chi rappresenta soltanto un quarto del territorio; e spesso cade nell’errore anche il centro destra.
In effetti non è così e la destra cade spesso in questo errore; ma anche la stampa non dovrebbe mai confrontare le elezioni nazionali ed europee con le amministrativi regionali e comunali; purtroppo tutte le schede televisive proposte dai media mischiano tra loro i vari risultati; sono due cose completamente diverse. Ma vengono utilizzate dalla stessa politica per spiegare che ha vinto quando ha perso e per dichiarare che l’avversario che ha vinto invece ha perso.
Ma essendo elezioni, più o meno, di medio termine danno comunque un dato di tendenza del corpo elettorale che nel nostro Paese è oltremodo ondivago e che quasi mai corrisponde alle vere intenzioni del voto che esprimerà nelle prossime elezioni; ci sono territori in cui stravince sempre il centro destra alle politiche ma a livello amministrativo non conquista quasi mai niente; e ci sono partiti come i Cinquestelle che detengono il maggior numero di parlamentari nazionali ma non governano neppure una regione.
Fenomeno solo italiano ? può darsi; il problema è che con questo stato dell’arte non si governa mai in maniera decisiva, lunga e produttiva, anche se viene salvaguardata la cosiddetta democrazia.
Nelle elezioni regionali di domenica e lunedì sicuramente non c’è stata la tanto temuta “spallata” con la caduta della Toscana e della Puglia; meglio così, la democrazia tiene ancora certi equilibri ed evita al sornione Presidente della Repubblica di assumere decisioni irrevocabili.
Sopravvive il “governo Conte” ma a mio giudizio non si rafforza; se le due Camere vovessero tenere fede ai risultati del referendum dovrebbero affrontare una molteplicità di problemi quasi inestricabile per una maggioranza così composita e contrapposta.
In Campania è tutto un altro discorso; noi abbiamo il kaimano Vincenzo De Luca che proprio nel giorno di San Matteo ha conquistato definitivamente un posto d’onore nella storia politica nostrana e nazionale; e si avvia sulla strada della santificazione con il nome di “San Vincenzo da Ruvo del Monte”, la cui statua bronzea nei prossimi secoli sfilerà in corteo precedendo addirittura quella lignea del Santo Patrono di Salerno.
Ma il kaimano ha fatto di più; ha messo il suo cartello anche sulla poltrona del futuro sindaco di Napoli e detiene saldamente tra le sue mani quella di sindaco di Salerno nell’attesa di affidarla al figlio Roberto; “ora o mai più” mi ha sussurrato un amico. Certo se De Luca non lo fa ora quando potrà più farlo ?
Anche perché altrimenti l’accordo raggiunto tra le famiglie De Luca – Andria – Conte nel dicembre 2019 proprio questo prevedeva attraverso tappe politiche ben precise come questa appena mandata in archivio delle regionali dove il kaimano ha piazzato il suo uomo fedelissimo (Nino Savastano) ed ha concesso agli altri la nomina di Simone Valiante.
Il centro destra salernitano esce veramente a pezzi; quella grande coalizione “PdL” che appena dodici anni fa dominava tutto è ormai un sogno; i due big Edmondo Cirielli e Mara Carfagna hanno distrutto tutto il capitale lasciato da Berlusconi in provincia di Salerno. Cirielli si è salvato (ha piazzato Carpentieri) e si salverà sempre grazie alla sua capacità politica nell’aver intuito lo sfascio ed aver aderito a Fratelli d’Italia; la Carfagna, bella e brillante solo quando era vicino al sole, naviga ormai verso la conclusione della sua carriera politica costellata e penalizzata dalla scarsa conoscenza del territorio e dalla rabbiosa guerra senza esclusione di colpi contro Cirielli; lei voleva tutto, non le è rimasto niente.
Qualcuno ha già detto che anche la LEGA è naufragata; può darsi, ma soltanto se mettiamo il risultato a confronto con le aspettative; nella realtà la LEGA nel salernitano non c’è mai stata.
Di riffa o di raffa si salva ancora una volta il PSI che riesce nuovamente a piazzare un suo esponente Andrea Volpe (figlio d’arte) pienamente sponsorizzato dal segretario nazionale Enzo Maraio (abilissimo nelle manovre politiche).
Un bel nove in pagella anche alla coppia, né di partito e neppure amichevole, dei due valdianesi Tommaso Pellegrino e Corrado Matera che per la prima volta nella storia posizionano il Vallo di Diano fuori dalle abbandonate aree interne; ma di questo mi riservo di parlarne fra qualche giorno, a bocce ferme.