Aldo Bianchini
SALERNO – Ormai tutti i cittadini di Salerno dovrebbero essere abituati, come lo sono io, alle apodittiche esternazioni del governatore della Campania on. Vincenzo De Luca; puntualmente, ogni volta che si va al voto, ecco la trimurti apparire sui palcoscenici della città: Vincenzo De Luca, Enzo Napoli e Mimmo De Maio (il primo governatore ma anche sempre sindaco di Salerno; il secondo sindaco virtuale di una città che non può governare; il terzo eterno assessore all’urbanistica che non può esprimere idee progettuali personali perché è onnipresente sempre il grande urbanista che fa il governatore e non ha smesso mai di fare il sindaco).
Ed anche giovedì scorso 17 settembre 2020, a tre giorni dalle elezioni regionali, ecco riapparirli sulla “terrazza miramare” di Via Leucosia intenti a spiegare la città del futuro partendo dai lavori di “ripascimento del litorale” che va dal Porto Arechi fino al Polo Nautico; un tratto che doveva essere realizzato già una decina di anni fa, a dir poco.
Ho usato il termine “intenti a spiegare” per modo di dire; quello più adatto è invece “intento a spiegare”, perché come al solito quando c’è lui, il Kaimano a parlare e pontificare, gli altri ovviamente supinamente zittiscono; un po’ come succedeva per Fidia (grande architetto dell’antica Grecia) quando era presente e parlava Pericle, che lo sovrastò sempre e gli lasciò soltanto la guida dei lavori di costruzione del Partenone (voluto, ideato e progettato solo da Pericle).
E così Vincenzo da Ruvo del Monte ha immaginato e descritto agli attenti giornalisti (nessuno si è ricordato di averle già sentite queste cose !!) che hanno riempito diverse pagine dei rispettivi giornali con le “promesse elettorali”, solite del deluchismo imperante.
A cominciare dal mega ospedale, nuovo di zecca, che secondo Giampaolo Lambiase (un suo ex fedelissimo) non nascerà mai, per finire al lungomare “tipo Barcellona” e ad una litoranea “tipo Brasile” con ciuffi di palme esotiche da inserire a cinque a cinque in cassoni di cemento interrati negli spazi tra la spiaggia e la strada litoranea, in modo tale da evocare la famosa spiaggia di Copacabana dove davvero le palme si conto o a decine di migliaia.
De Luca, ovviamente, dimentica che qui non siamo in Brasile dove la temperatura è molto più calda del tipo tropicale; e che non siamo neppure a Barcellona dove oltre alla natura il miracolo l’ha fatto l’olimpiade del 1992, sicuramente non il solo Oriol Bohigas con il quale il nostro governatore ha avuto un rapporto di amore prima e di odio poi. Ma Lui, Vincenzo, non ascolta nessuno fino al punto di mettere sugli scogli del lungomare i pinguini che, invece, vivono solo ai poli.
E’ storia consolidata; il nostro sindaco-governatore va per periodi di innamoramento.
Forse non in tanti ricordano quando nel 2008 l’allora solo sindaco di Salerno, in procinto di realizzare il famigerato termovalorizzatore, si recò a Los Angeles in California per incontrare il mitico archi-artista Frank Gehry; a quel personaggio di levatura mondiale il nostro illustrò le ragioni storiche, il contesto sociale ed economico della situazione ambientale in Campania, le esigenze, le caratteristiche ed il ruolo del termovalorizzatore di Salerno. Da Los Angeles De Luca tornò illuminato e annunciò l’arrivo dell’archi-artista. Finì in maniera diversa, Gehry fiutò qualcosa che non gli piaceva e fece sapere che non era interessato a niente che riguardava la “Salerno del futuro ipotizzata dal kaimano”. Ma a De Luca quel viaggio fece bene, si perché da Los Angeles tornò affascinato dalle “fontane a zampillo” che a migliaia adornano la metropoli californiana (io le ho viste nel 2009 e capii perchè De Luca ne era rimasto affascinato). Ebbene, detto fatto, appena rientrato a Salerno diede ordine di costruire la prima fontana a zampillo della storia di Salerno; fu scelta l’allora costruenda Piazzetta Giorgio Ambrosoli al Torrione; peccato che, una volta costruita, la fontana non ha mai funzionato bene e allagava anche l’adiacente strada e per un po’ di tempo servì agli zingari e agli extracomunitari per andarsi a lavare i piedi e forse qualcosa d’altro. Dopo pochi mesi, e alcuni tentativi di ripararla finiti male, la fontana a zampillo fu chiusa definitivamente. Salerno non aveva progettisti in grado di crearle.
Ora il sogno della Salerno del futuro si riaffaccia; mi auguro che qualcosa venga fatta ma in tempi certi e ravvicinati; altrimenti rimarrà solo un sogno buono per gli annunci elettorali; come sempre, del resto.