Aldo BIanchini
PONTECGNANO – Non è semplice parlare o scrivere di ERNESTO SICA; non è facile perché Ernesto (mi permetto di dargli del tu per la lunga conoscenza) non è un personaggio della politica nostrana, lui è “il personaggio della politica nostrana”, una politica che Lui conosce come le sue tasche; non solo per averla masticata a lungo, fin da quando giovanotto si affacciò nei salotti democratici cristiani, ma per averla attraversata tutta, anche negli angoli più inaccessibili, e per averla in un certo senso dominata muovendosi con capacità aggregativi fuori dal comune.
Con la stessa facilità con cui si è mosso all’interno della politica è riuscito a disciplinare il proprio fisico rispetto al cibo passando in poco da tempo da un peso quasi stratosferico ad un “peso forma” da atleta almeno dilettante; questo fatto la dice lunga e lo si può comprendere nella sua accezione più seria se davvero lo si mette in relazione all’altissima capacità di autodisciplina che in politica gli è stata di grande aiuto.
Non per niente è entrato, di volta in volta, nei salotti più importanti ed esclusivi d’Italia; ha cominciato in quel di Nusco nel salotto democristiano di Ciriaco De Mita per finire nel salotto miliardario ed esclusivissimo di Palazzo Grazioli a Roma dell’ex presidente Silvio Berlusconi quasi come se, nel tempo, avesse avuto le chiavi di casa. E le chiavi le aveva e, forse, le ha ancora anche per entrare direttamente a gamba tesa nelle istituzioni più particolari: dalla magistratura ai servizi segreti per finire nei gangli più misteriosi del Paese che hanno caratterizzato sia la Prima che la Seconda Repubblica. Negli ambienti bene informati si sussurra (ma la cosa è tutta da provare) che a suo tempo sia riuscito ad infilarsi anche nel segretissimo e blindatissimo “Icarus”, la barca a vela appartenuta all’ex presidente del consiglio dei ministri Massimo D’Alema.
Nel tempo libero Ernesto Sica è stato capace di fare per due volte il sindaco di Pontecagnano, il consigliere e assessore provinciale, l’assessore regionale al settore legale e alla guida di diverse società miste pubblico-privato.
Proprio da assessore regionale della “prima giunta Caldoro” quando sembrava aver raggiunto il giusto trampolino di lancio verso il Parlamento nazionale arriva l’incidente più scabroso e, per certi versi, clamoroso della sua carriera politica: “il dossier” contro il suo presidente Caldoro e l’avvio di quella lunga inchiesta giudiziaria denominata P/3 che ha visto coinvolti numerosi personaggi della magistratura, della politica e, ovviamente, di Silvio Berlusconi.
Dopo quell’incidente di percorso sembrava finito; macchè !!, ecco addirittura muoversi dal Quirinale l’ex presidente della Repubblica che venne, forse appositamente, a Salerno per ribattezzarlo e rilanciarlo nuovamente in politica; storica la foto che ritrae Ernesto Sica dinanzi a Giorgio Napolitano che, con il consenso di Vincenzo De Luca, lo perdona come solo un padre sa perdonare il figlio.
E mai perdono con annesso consenso è stato più efficace e risolutivo; dopo svariate altra carambole ed un passaggio come consigliere provinciale nelle file della Lega di Matteo Salvini, ecco il nostro bravissimo Ernesto approdare nelle file di Italia Viva con l’altro Matteo (Renzi, ndr !!) a sostegno proprio di quel De Luca che spesso e in tempi diversi aveva in passato combattuto. E con Renzi arriva la candidatura al Consiglio Regionale della Campania con la lista di “Italia Viva”.
E la storia finisce qui, direbbe qualcuno, niente affatto; il nostro Ernesto Sica con il solito cipiglio da uomo navigato della politica italiana spiega: “Io, da Salvini a Italia Viva, ma resto democristiano. Ho detto sì a Renzi perché la lega è chiusa in se stessa, e per quanto riguarda Stefano (Caldoro, ndr !!) mi ha perdonato per il dossier, è un signore ma il destino non ci ha unito”.
Una considerazione, a questo punto va fatta; se ha detto sì a Renzi vuol dire che Renzi lo ha chiamato; e qui a mio avviso Ernesto Sica ha sfoderato un altro capolavoro politico, che non sarà certamente l’ultimo.
Ha comunque e sempre un asso nella manica e questa volta le avvisaglie della pretattica di gioco vengono dallo scompiglio che avrebbe già seminato nel partito di Renzi in quanto per lui si profila l’ennesimo clamoroso successo.
Qualcuno ha detto e scritto che Ernesto Sica è un mercenario e un volta gabbana; per quanto mi riguarda Sica non è né l’uno e né l’altro; Ernesto Sica è un “Navigator” puro della politica potendosi permettere anche i passaggi apparentemente più strampalati ma dettati soltanto dalla sua profonda conoscenza della politica e dalla sua voglia di progettare in maniera moderna e riformista il destino delle popolazioni che mano a mano ha incontrato lungo la sua strada.
Adesso lo aspetta il salto più impegnativo, almeno fin o a questo momento; se sarà eletto, come gli auguro, dovrà ancora una volta dimostrare che ha ragione lui e che ha sempre operato per il bene comune degli elettori che lo hanno sempre circondato e inondato di affetto e di consensi.