Aldo Bianchini
SALERNO – Ci eravamo lasciati, con il precedente articolo, nel momento in cui il colonnello Turner (Vincenzo De Luca) sulla torretta di Fort Apache confabulava con il suo fedelissimo capitano Kirby York (Fulvio Bonavitacola) per affidargli una missione delicatissima e prodroma ad un allentamento dell’assedio attuato con decisione e caparbietà dal grande capo degli Apache “Cochise” (Giuseppe Lucantonio, procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli) con i suoi sostituti “Uomo della cavalleria” (pm Simone Roxas) e la figlia di Cochise “MA” (pm Mariella Di Mauro).
Insomma la delicatissima “mission” affidata da Turner a Kirby consiste nello spiegare a Chocise e i suoi sostituti che tutte le operazioni legate alla creazione dei tre centri-covid (Napoli, Caserta e Salerno) con sono stata effettuate nel massimo rispetto della legalità, che l’operazione tamponi è stata assegnata ad uno degli istituti più conosciuti ed affidabili, e che infine il sergente Beaufort (Nello Mastursi) ha compilato le liste dei possibili candidati alla permanenza nel forte con la massima autonomia e indipendenza nonostante i suoi precedenti non sempre incoraggianti.
Ma come accade storicamente anche per i migliori comandanti, prima ancora che York possa montare a cavallo per uscire dal forte e raggiungere Cochise e sostituti, ecco apparire sul lato sinistro della torretta due imprevedibili nemici che, senza tentennamenti, dichiarano il loro sostegno a Chocise; i nemici hanno un nome e un cognome: capitano dottor Wilkens (on. Isaia Sales) e il sergente Quincannon (Marco Travaglio direttore de “Il fatto quotidiano”).
Che cosa è successo; è accaduto che Wilkens con l’appoggio di Quincannon ha inviato Iohn Martin (il vetturale, messaggero e trombettista) direttamente alla corte del regista, produttore gran capo John Ford (on. Nicola Zingaretti, diretto superiore del colonnello Turner) per chiedere un intervento rapido, concreto e ravvicinato sul comandante del forte per indurlo non ad una resa incondizionata ma almeno ad una pace mediata, finalizzata a salvare il salvabile in vista delle imminenti consultazioni popolari della “contea Arizona” (Regione Campania) per sancire l’ingresso ufficiale di Cochise nel parlamentino arizoniano voluto direttamente dal presidente-gran capo.
L’incontro, ovviamente, avviene a mezzo messaggero e Wilkens (Sales) chiede a John Ford (Zingaretti) quanto segue:
- Non permettere al cap. Sam Collingwood (Luca Cascone) di ricandidarsi alla permanenza nel forte,
- Chiarire la questione dei tamponi gestita tutta d’un fiato dal ten. Gates (Antonio Limone);
- Spiegare perché la compilazione delle liste è stata riaffidata al serg. Beaufort (Nello Mastursi);
- Dichiarare perché il ten. Manuel Shannon O’Rurke (Ciro Verdoliva) stia ancora al governo della principale entità di sanità del forte, nonostante le varie indagini e un domiciliare a suo carico;
- Perché la stessa entità-sanità non è stata ancora commissariata;
- Perché, infine, uomini già schierati con i due nemici (Cosentino e Cesaro) sono stati ammessi nelle bozze delle liste di permanenza nel forte da un incauto serg. Beaufort.
Il messaggero John Martin è tornato subito nel forte ed è rapidamente salito sulla torretta per spiegare i punti sopra descritti che saranno oggetto di una verifica diretta tra John Ford (Zingaretti) e il comandante del forte.
Scalpita il cavallo del cap. York; ma il capo dall’alto della torretta lo frena; la missione delicatissima è rimandata, almeno per il momento.
Ma il colonnello Turner (De Luca) “poteva mai non sapere ?”; è questo il senso della missione; alla prossima.