Studi epidemiologici e statistiche: indagine di siero-prevalenza sul Covid-19.

Dr. Pietro Cusati (Giurista – giornalista)

 

Roma, 4 agosto 2020. L’Istat e il Ministero della Salute  dal 25 maggio 2020 al 15 luglio 2020 hanno condotto  l’indagine di siero-prevalenza sul covid 19, mentre la Croce Rossa ha condotto la rilevazione sul campo con l’aiuto delle Regioni. La metodologia adottata consente  di stimare la frazione di infezioni asintomatiche o subcliniche e le differenze per fasce d’età, sesso, regione di appartenenza, attività economica nonché altri fattori di rischio, al fine di prevenire future ondate dell’epidemia e orientare adeguatamente le politiche sanitarie. Siamo in un momento tra i più difficili sul piano internazionale . Alle persone selezionate è stato chiesto di rispondere a uno specifico questionario predisposto dall’ Istat, in accordo con il Comitato tecnico scientifico. Sono un milione e 482mila le persone che hanno incontrato il virus ,2,5% dell’intera popolazione da zero anni in su. I primi risultati sono stati presentati ieri presso l’Auditorium del Ministero  della salute, alla presenza del Ministro della Salute Roberto Speranza,del  Presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo,della Direttrice centrale Istat, Linda Laura Sabbadini, dal Presidente del Css, Franco Locatelli, dal Presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. 64.660 i test dell’indagine di sieroprevalenza su SARS-CoV-2 effettuati dal 25 maggio 2020 al 15 luglio 2020. Secondo la ricerca il 2,5% degli italiani è entrato in contatto con il virus. ‘’Non abbassiamo la guardia, anche se siamo fuori dalla tempesta non siamo ancora in un porto sicuro”, queste le parole del Ministro, Roberto Speranza. Forte la differenza territoriale, che conferma la Lombardia al primo posto per numero di persone positive al virus (7,5%), mentre tutte le Regioni del Sud sono al di sotto dell’1%. I lavoratori della sanità risultano i più colpiti. La trasmissione intra-familiare è stata molto elevata, ma, se si adottano le misure di precauzione, il contagio non avviene, come è accaduto per il 60% della popolazione, che ha avuto familiari conviventi con Covid-19.Il test si è rivolto a un campione di 150mila persone residenti in 2mila Comuni, distribuite per sesso, attività e sei classi di età. In caso di diagnosi positiva, all’interessato veniva fatto il tampone naso-faringeo per verificarne l’eventuale stato di contagiosità. I risultati della campagna dei test sierologici sono “provvisori” e sono relativi a 64.660 persone che hanno effettuato il prelievo e il cui esito è pervenuto entro il 27 luglio 2020. Le tecniche adottate hanno permesso la produzione di stime coerenti, sia con i dati di contagio e mortalità sia con risultati di indagini condotte a livello locale in alcune realtà del paese. Il Ministero della Salute e l’Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana con  l’indagine di sieroprevalenza dell’infezione da virus intendono capire quante persone nel nostro Paese avessero sviluppato gli anticorpi al nuovo coronavirus, anche in assenza di sintomi. Quindi attraverso l’indagine si sono ottenute informazioni necessarie per stimare le dimensioni e l’estensione dell’infezione nella popolazione e descriverne la frequenza in relazione ad alcuni fattori quali il sesso, l’età, la regione di appartenenza, l’attività economica. Gli esiti dell’indagine, diffusi in forma anonima e aggregata, potranno essere utilizzati anche per altri studi scientifici e per l’analisi comparata con altri Paesi europei.  Secondo il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, componente del Comitato tecnico scientifico, “il contatto con il virus non dà il patentino di immunità”, le persone che sono entrate in contatto con il virus “sono 6 volte di più rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia”.

 

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