COVID – RIPRESA: una nuova task force per la gestione del fiume di denaro europeo e nostrano … quanti arresti per la piena ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Le emergenze di qualsiasi tipo esse siano servono comunque a qualcosa; almeno a velocizzare la spesa di denaro pubblico soprattutto nella fase emergenziale più dura, ovvero quando tutta l’opinione pubblica chiede di fare in fretta e di superare leggi, circolari, procedimenti radicati, norme antimafia e tutto ciò che potrebbe, anche solo sulla carta, impedire che dalle insondabili “casse dello Stato” emerga in superficie un fiume in piena di denaro pubblico da spendere e da spandere un po’ dappertutto.

Ed accade anche sempre che la magistratura si nasconde nelle nicchie del suo potere ed attende, come un falco, la fine delle emergenze per partire in avanti alla ricerca di eventuali   (purtroppo evidenti !!) elementi di prova a conferma di quanto ognuno di noi pensa, cioè delle devianti storture della spesa pubblica.

E qui c’è il primo strano ed inquietante dilemma; la stessa gente che spinge la politica a fare presto ed a superare tutte le leggi per poter spendere subito, una volta che la spesa è stata effettuata è subito pronta a chiedere che si controlli ciò che è stato fatto e che vengano puniti i malfattori, gli stessi cioè che l’immaginario collettivo ha spinto verso la tracimazione del fiume di denaro pubblico.

E la politica come si difende ? potrebbe chiedere qualcuno. La politica tempo fa si difendeva con le leggi speciali che vennero presto affondate sotto i colpi di maglio di una magistratura che si sentiva scavalcata; da un po’ di tempo a questa parte vanno di moda le “centrali di spesa”, anch’esse sottoposte a mazzate senza precedenti; nell’ultimo periodo, sotto la spinta del coronavirus, ecco pronte le task-force, un inglesismo adottato per baipassare le denominazioni italiane più comprensibili.

E’ stato sufficiente che qualcuno abbia scritto che “l’Europa è passata dall’austerità alla solidarietà” per avere subito un effetto domino nel nostro Paese (destinatario forse di oltre 200miliardi di euro a fondo perduto) che subito ha dato vita a diverse “task-force” composte dai più strani, eclettici e sconosciuti personaggi che subito vengono elevati al rango di “manager” e lanciati nell’agone pericolosissimo della distribuzione a pioggia del denaro pubblico.

Chi comanda chi ? E’ facile dirlo, a comandare è sempre la politica in senso lato, ma la responsabilità ricade tutta sulle task-force i cui componenti accettano il ruolo molto ben remunerato eseguendo alla lettera gli ordini del “capo politico di turno”, pena l’immediata sostituzione.

La cosa più inesplorabile è la genesi degli stessi ordini che, in quasi tutte le inchieste giudiziarie, appaiono come calati dall’alto e raccolti come d’incanto dai super manager che, alla fine, nel migliore dei casi se la fanno sotto al primo stornire di fronde.

Un fenomeno molto brutto che continuiamo a vedere dipanarsi sotto i nostri occhi; anche in questi ultimi mesi con le inchieste giudiziarie sulla Regione Lombardia e su quella della Campania; in entrambi i casi ci sono super manager pronti ad ogni accattivante sfida nella spesa pubblica per poi rapidamente rinchiudersi a riccio di fronte al riconoscimento della presunta validità del metodo lavorativo e legalmente accettabile della spesa.

Ancora per poco più uomini che donne in questi ruoli di super manager; ma già le prime avvisaglie di una forzata “parità di genere” anche in questo settore delicatissimo stanno lasciando intravedere squarci incredibili nella ricostruzione della visione di come, soprattutto le manager donne, esercitano il potere della spesa. E gli arresti si accavalleranno agli arresti, senza tregua.

Come andrà a finire e, soprattutto, dove andremo a finire ? La risposta è complessa e molto articolata; io provo a dare una delle tante soluzioni possibili: “La politica invece di correre dietro ad inglesismi inutili per coprire i metodi lavorativi, dovrebbe impegnarsi di più ed a fondo nel correggere alcune evidenti storture legislative che danno assoluto ed incontrollato potere ai magistrati e riducono la disponibilità dei manager a spendere bene e subito”.

 

 

 

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