Covid-19: indagati nomi eccellenti (Cascone e Cuccurullo) sulla spinta di Fanpage … ma si può ?

 

Aldo Bianchini

ing. Luca Cascone - consigliere regionale regione Campania e presidente commissione trasporti

SALERNO – Come era ampiamente prevedibile e come avevo già ampiamente scritto qualche mese fa, ecco arrivare le prime eclatanti inchieste giudiziarie sulla gestione, economica e politica, della fase dell’emergenza sanitaria da coronavirus che nel mese di marzo 2020 ha scosso fin dalle fondamenta il nostro Paese e non solo.

E come accaduto per la Lombardia e il Veneto ecco le prime avvisaglie di alcune inchieste giudiziarie che metteranno in ambasce molti dirigenti amministrativi e molti politici di peso tra quelli che direttamente o indirettamente hanno gestito una fase difficilissima della nostra vita personale e di gruppo con decisioni che tutti noi, dico tutti, soprattutto in Campania abbiamo entusiasticamente salutato come efficaci e coraggiose.

Ma è bene ricordare che ogni emergenza e ogni decisione per arginarle hanno dei costi che in molti casi sono davvero impressionanti, e non solo perché si tratta di denaro pubblico ma anche perché può essere speso scavalcando procedure consolidate ma obsolete e ritardatarie rispetto alle esigenze dei tempi di una emergenza. E che emergenza quella che abbiamo vissuto.

Ed ecco arrivare la prima vera inchiesta della “stagione post covid” a carico di due personaggi sicuramente di spicco nel firmamento regionale saggiamente e ottimamente orchestrato dl governatore on. Vincenzo De Luca che da ormai 27 anni è sempre al centro dell’attenzione della magistratura che, però, contro di lui ha ricavato sempre un ragno dal buco.

I due nomi eccellenti fanno certamente parte di quel fantomatico “cerchio magico” tanto ambito da chi fa politica; si tratta di Luca Cascone da sempre fedelissimo di De Luca  (per una decina di anni assessore al Comune di Salerno per il settore trasporti e da cinque a capo della commissione trasporti della regione Campania) e di Corrado Cuccurullo (presidente della società mista Soresa e manager numero uno della “centrale di spesa” sanitaria in Campania).

L’accusa è quella tremenda ma anche deviante e poco dimostrabile della “turbativa d’asta”; Cuccurullo avrebbe avuto un ruolo più diretto, mentre Cascone avrebbe svolto un ruolo di mediazione politica tra le imprese-aziende che nella fase più calda dell’emergenza hanno venduto alla Regione tutti i presidi sanitari occorrenti ed hanno partecipato alla realizzazione dei tre importanti centri anti-covid di Caserta, di Napoli e di Salerno; agli stessi indagati sono stati sequestrati computer e telefonini come a cade in ogni inchiesta giudiziaria che riguarda la gestione politico-amministrativa della cosa pubblica. Dopo l’incidente di percorso accaduto a Ciro Verdoliva (direttore generale della ASL/1 di Napoli) l’inchiesta ora punta verso la ”centrale di spesa” della regione per il settore sanitario.

La pubblica accusa ha schierato Simone De Roxas e Mariella Di Mauro, una delle più promettenti p.m. in forza al pool mani pulite del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio; al centro delle indagini 18milioni di euro per realizzare ex-novo soprattutto le strutture anti-covid a Napoli (ospedale del Mare dove De Luca raccolse applausi a scena parte dalle finestre e dai balconi napoletani), a Salerno (presso l’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, meglio noto come Ruggi) ed a Caserta.

Un’inchiesta che a mio sommesso giudizio già fa acqua da tutte le parti; e spiego perché.

dr. Corrado Cuccurullo - presidente della società mista Soresa e manager numero uno della “centrale di spesa” sanitaria in Campania

L’inchiesta nasce da alcuni esposti presentati in Procura dall’ex parlamentare Marcello Tagliatela ed incentrati su un presupposto assolutamente sbagliato; quello che almeno i due centri-covid di Salerno e Caserta non siano serviti a niente perché praticamente sempre vuoti.

Come si fa a portare avanti un ragionamento del genere quando è risaputo che un Paese civile deve attrezzarsi sanitariamente con migliaia e migliaia di posti letto per la rianimazione e la terapia intensiva di cui il nostro Paese è praticamente carente; ma quando vengono realizzati ci si deve augurare che restino sempre vuoti, altrimenti saremmo sempre in emergenza. E allora perché scandalizzarsi se a Napoli, Caserta e Salerno i centri covid sono rimasti quasi deserti ?

L’altro presupposto sbagliato da cui nasce l’inchiesta è la solita denuncia di Fanpage (giornale online del napoletano) che sembra essere diventato il centro propulsore di tutte le inchieste giudiziarie della Procura di Napoli e affini da quando lo stesso Fanpage mise fuori quella bufala (fake news) nel tentativo di coinvolgere Roberto de Luca (figlio del governatore) nell’affare dei rifiuti urbani. Ed a questo punto verrebbe da chiedersi: “Ma chi c’è dietro Fanpage ?

Ebbene se qualcuno pensa di arrivare a San Vincenzo da Ruvo del Monte attraverso le inchieste di Fanpage o gli esposti di ex parlamentari in disarmo è sicuramente fuori strada. Ed anche questa inchiesta, fondata anche su alcuni anonimi fax e/o mail in possesso del giornale online, è destinata presto ad essere insabbiata dalla caduta dei suoi stessi falsi presupposti.

Resta il disagio nell’immaginario collettivo già preso da una feroce campagna elettorale; ma ovviamente la storia continua.

 

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