Napoli ricorda il grande filosofo raffinato ,l’Ing. Luciano De Crescenzo,il professore Bellavista.

da Pietro Cusati (detto Pierino)

NAPOLI, 29 LUGLIO 2020 . “Io non sono un filosofo, al più mi definirei un simpatizzante…”.  Luciano De Crescenzo,uomo colto e raffinato, scrittore di successo,sceneggiatore, regista, attore,autore  e conduttore televisivo,divulgatore instancabile di filosofia e di conoscenza,portavoce dell’autentica Napoli,garbata,ironica e ricca di umanità,dopo il murale ai Quartieri Spagnoli, è stata inaugurata nel cuore di Napoli ,vicoletto Belledonne a Chiaia una targa ,in autunno sarà poi intitolata la stessa strada  alla memoria del grande filosofo partenopeo. C’è continuità nel ricordo per dare forza a un legame senza tempo come è quello tra la città di Napoli e De Crescenzo. La targa, reca una nota frase di De Crescenzo: “Napoli per me non è la città di Napoli ma solo una componente dell’animo umano che so di poter trovare in tutte le persone che siano esse napoletane o no”. L’ex ingegnere,l’indimenticato professore Bellavista, era nato a Napoli il 18 agosto 1928 e morì a Roma,dopo una lunga malattia, il 18 luglio del  2019.“C’è una continuità nel ricordo per dare forza a un legame senza tempo che c’è tra la città di Napoli e Luciano De Crescenzo”, ha detto il Sindaco Luigi de Magistris, a margine della cerimonia. “Di questi tempi  c’è bisogno di ispirazioni e la ‘napoletanità ‘ della filosofia di De Crescenzo è molto forte: Napoli ha una capacità di resilienza senza limiti” e “ispira per chi vuole una strada da percorrere. Alla cerimonia di presentazione della targa in vicoletto Belledonne era presente anche la figlia di Luciano De Crescenzo, Paola. “È l’ennesima dimostrazione di affetto di questa città nei confronti di mio padre già un anno fa in occasione dei funerali la città mi ha avvolto, dato coraggio e supportato. Mi sento privilegiata perché nel giorno più brutto della mia vita, la vicinanza dei napoletani ha fatto sì che, pur nella tristezza, io ricorderò sempre quel giorno serbando un bellissimo ricordo nonostante fosse il funerale di mio padre”.  De Crescenzo, volto televisivo e grande divulgatore, ha esordito come scrittore nel 1977 con Così parlò Bellavista. Da allora ha pubblicato oltre 40 libri. Tra le sue opere,  pubblicate da Mondadori: Raffaele, La Napoli di Bellavista, Zio Cardellino, Storia della filosofia greca,  Vita di Luciano De Crescenzo, Elena, Elena amore mio, Il dubbio, Croce e delizia, Panta rei, Ordine e disordine, Nessuno, Sembra ieri, Il tempo e la felicità, Le donne sono diverse, La distrazione, Tale e quale, Storia della filosofia medioevale, Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei, Storia della filosofia moderna. Da Cartesio a Kant, I pensieri di Bellavista, Il pressappoco, Il caffè sospeso, Socrate e compagnia bella, Ulisse era un fico, Tutti santi me compreso, Fosse ‘a Madonna!, Garibaldi era comunista, Gesù è nato a Napoli, Ti porterà fortuna, Stammi felice, Ti voglio bene assai, Non parlare, baciami, Napoli mia Sono stato fortunato.Negli  anni Ottanta e Novanta ha condotto sulle reti Rai una trasmissione televisiva ,Zeus – Le Gesta degli Dei e degli Eroi, sui miti e sulle leggende degli antichi greci. “Io non sono un filosofo, al più mi definirei un simpatizzante. Detto questo, c’è una cosa che ho capito e che riguarda me stesso e gli altri: ognuno di noi ha la possibilità di reinventarsi. Certo, ci vuole un pizzico di fortuna, ma se a un tratto ci rendiamo conto di non essere felici, dobbiamo fare di tutto per concedere a noi stessi una seconda possibilità”. E sulla scelta di lasciare la carriera da ingegnere e dirigente alla IBM, ha spiegato: “La verità è che mi annoiavo. Ero circondato da bravissime persone, sia chiaro, ma ai miei occhi sembravano tutte uguali, identiche nei gusti e nei comportamenti. Spinto dal desiderio di novità, decisi di lasciare il lavoro e dedicarmi completamente alla scrittura. Se vogliamo chiamarlo un salto nel vuoto, oggi, col senno di poi, posso affermare che non avrei potuto scegliere vuoto migliore”: “Il Punto Interrogativo è il simbolo del Bene, così come quello Esclamativo è il simbolo del Male. Quando sulla strada vi imbattete nei Punti Interrogativi, nei sacerdoti del dubbio positivo, allora andate sicuro che sono tutte brave persone, quasi sempre tolleranti, disponibili e democratiche. Quando invece incontrate i Punti Esclamativi, i paladini delle grandi certezze, i puri dalla fede incrollabile, allora mettevi paura perché la fede molto spesso si trasforma in violenza.”

 

 

 

 

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