Aldo Bianchini
SALERNO – Da molti anni, forse più decenni, scrivo sulle vicende interne ed esterne al Consorzio Farmaceutico Intercomunale (CFI) di Salerno nato da una brillante idea progettuale dell’avv. Salvatore Memoli che ne fu il primo presidente. Cadde per via di complotti interni, poi ritornò a governare il CFI per rilanciarlo e migliorarlo e poi per cadere nuovamente e, orse, definitivamente. Nel mezzo un lungo ed estenuante processo che ha visto l’avv. Memoli e il sottoscritto come imputati di diffamazione a mezzo stampa, l’ing. Alberto Di Lorenzo (del Comune di Salerno) come parte lesa. Ma anche l’assoluzione piena del sottoscritto e di Memoli ha pacificato un’azienda pubblica che al suo interno, per comprensibili ma non condivisibili motivi, ha mostrato sempre una eccessiva litigiosità politica e gestionale che è costata molto sotto il profilo dell’affermazione definitiva di una geniale iniziativa come le farmacie comunali.
Il lungo antefatto per far comprendere al lettore, che si avvicina per la prima volta all’argomento, come muoversi nel complesso panorama alla ricerca della verità possibile.
Il CFI, da molti anni, gode di una direzione generale e di una gestione efficiente ed efficace che, come spesso accade, in questo benedetto Paese è un discrimine negativo e non positivo; e su questo i sindacati, forse per sopravvivere all’interno di una quasi perfetta organizzazione, sparano a zero come se fossimo ancora ai tempi della Fiat di Valletta, quando c’era il padrone e sotto i piedi c’erano gli operai. Allora c’era sicuramente da combattere e i sindacati fecero la loro parte; oggi ci sarebbe soltanto da gestire al meglio un’organizzazione molto collaudata e, semmai, incoraggiarla verso il bene di tutti. Ma questo non accade.
Accade, invece, che a carico di una dipendente viene aperta una delicata inchiesta e che a tutela della dipendente la stessa viene messa in ferie; e come in altre precedenti occasioni scatta subito una difesa ad oltranza con richiesta di intervento addirittura del Prefetto.
Ma è bene far parlare direttamente il CFI che con un esplicativo comunicato stampa, nel contestare l’articolo apparso su “le Cronache” edizione del 25 luglio 2020 con un titolo ad effetto: “Direttore titolare si assenta per ferie, sostituita senza motivazioni valide”; ecco il comunicato integrale:
Il Consorzio Farmaceutico Intercomunale, con riferimento alle falsità apparse sulla testata giornalistica locale “Le Cronache” del 25 luglio 2020, precisa quanto segue:
– In primis l’irrituale mezzo utilizzato per riferire un episodio dai contenuti unicamente lavoristici, privo di interesse per il lettore che dovrebbe prestare attenzione a fatti di cronaca di altra natura. Per cui sorge spontaneo chiedersi se è un articolo riempitivo ovvero avente scopi informativi?
– Falsità perché il professionista delegato alle funzioni direttive della farmacia di Salerno via Petrillo è in pieno possesso dei requisiti per lo svolgimento della mansione affidatagli.
– L’irrituale denuncia delle solite sigle sindacali che si rivolgono al Prefetto che, secondo l’ordinamento vigente, non si occupa di materie di lavoro, ma di ben altro. Forse sarebbe stato opportuno ricorrere al giudice del lavoro per tutelare presunti diritti.
– La dipendente, al termine di un periodo di ferie concordate con l’amministrazione del consorzio, rientrerà in servizio presso un’altra farmacia del consorzio stesso, in quanto incompatibile con la permanenza presso la farmacia di Salerno 2 in ragione degli esiti di due inventari che hanno visto la mancanza di farmaci per alcune migliaia di euro. Il trasferimento, pertanto, è cautelativo e non punitivo, in attesa di ulteriori elementi che emergeranno all’esito di approfondimenti tecnico-organizzativi.
– L’amministrazione, qualora fossero accertate le responsabilità in capo alla dipendente, si riserva la facoltà di ricorrere all’autorità giudiziaria, denunciando il danno commesso alle casse del consorzio.
– Nessuno spreco è stato commesso, poiché il sostituto è già in forza al consorzio, per cui non vi è stato aggravio di spesa per le casse dell’ente.
– Non è vero che alla base dell’azione vi sia un disegno preordinato, in quanto la dipendente, per i gravi fatti commessi, avrebbe avuto altro destino, poichè il danno in corso di accertamento è meritevole di sanzioni durissime.
Al singolo lettore le considerazioni del caso; noi ritorneremo sull’argomento non appena la vicenda apparirà più leggibile sotto tutti i punti di vista.
Leggo quanto è stato scritto e prendo le distanze dai fatti e da ogni protagonista di una realtà societaria che è molto lontana da quella che era la mia societá e lontana da relazioni umane e politiche con cui ho creato e guidato il Consorzio. Ognuno si assuma le sue responsabilitá, nel bene e nel male. Io voglio stare fuori da tutto ció.