Ravello Festival 2020

 

di Alessio Vlad

Direttore artistico

 

Il Festival c’è.

È stato ed è un momento tra i più difficili ma, con tutte le precauzioni del caso, la Città della Musica, ancora una volta, sarà il luogo dove musicisti e artisti provenienti da tutto il mondo per quasi due mesi – periodo che fa diventare il Festival uno dei più lunghi dell’estate – si riuniranno e, nel nome di quella simbolica unione tra il mondo del nord e quello del sud che la visita di Wagner ha rappresentato, celebreranno il rito che accompagna ogni esibizione che ha protagonista la musica.

Per quanto riguarda la programmazione, pur dovendo agire in tempi brevissimi, ci siamo prefissati dei criteri precisi che, caratterizzando il Festival, lo identificassero con l’internazionalità delle proposte, con la presenza delle eccellenze italiane, con la partecipazione di alcune delle migliori e più interessanti forze musicali operanti in Campania, con la collaborazione, alla pari, con i più importanti festival europei, con la valorizzazione dei giovani e con la volontà di produrre quest’ultima prima condizione per mettere la basi di un vero e serio progetto di destagionalizzazione.

L’Italia è rappresentata al massimo livello a cominciare dalla presenza, per la prima volta a Ravello, di Riccardo Muti che dirigerà l’Orchestra Cherubini; dobbiamo essere tutti grati al lavoro che il Maestro in questi ultimi anni ha dedicato alla formazione dei ragazzi che via via si sono avvicendati ai leggii dell’Orchestra, lavoro che rappresenta uno dei più straordinari risultati musicali della nostra epoca.

È l’eccellenza che sancisce l’internazionalità di un festival: la presenza di Daniele Gatti con l’Orchestra Mozart, – concerto prodotto dal Festival e che ne segna il debutto come direttore musicale – di Cecilia Bartoli, anche lei per la prima volta a Ravello con un concerto, diretto da Gianluca Capuano e Les Musiciens du Prince, che, prodotto in collaborazione con i festival di Lucerna e di Salisburgo, avrà la sua origine a Ravello, di Beatrice Rana, nuova stella nel firmamento dei pianisti, che si esibirà in tre ruoli diversi, con l’Orchestra, al pianoforte a quattro mani e da sola, del Quartetto di Cremona e del giovane e talentuosissimo Filippo Gorini, sono da intendersi secondo questo significato; eccellenze italiane che si uniranno a quelle di artisti  eccellenti come Valery Gergiev e la sua Orchestra del Mariinsky, di Iván Fischer e la sua Budapest Festival Orchestra, di Martha Argerich, e di quello che forse è da considerarsi il più importante pianista jazz di oggi, Brad Mehldau.

La Campania sta generando interessantissime e vivacissime esperienze musicali: è giusto presentarle e costruire una collaborazione con loro a cominciare dalla punta di diamante rappresentata dall’Orchestra del Teatro di San Carlo che si esibirà in due concerti: il primo con il suo direttore musicale Juraj Valčuha e Beatrice Rana, il secondo con un’altra di quelle eccellenze che rappresentano l’Italia nel mondo ed ovvero Marco Armiliato; poi La Cappella Neapolitana che, diretta da Antonio Florio con  Véronique Gens, Maria Grazia Schiavo, Mauro Borgioni e Raffaele Pe nei ruoli principali, proporrà una delle più amate opere del repertorio di tutti i tempi come il Dido and Aeneas di Purcell, l’Orchestra Filarmonica Salernitana Giuseppe Verdi che si esibirà nell’ormai tradizionale Concerto all’Alba, quest’anno dedicato alla musica spagnola e diretto da Jordi Bernàcer con il pianista Javier Perianes, e in un concerto omaggio a Charlie Parker nel centenario della nascita con John Axelrod direttore e la partecipazione di alcuni dei migliori jazzisti italiani; chiudono la rassegna l’ensemble I Talenti Vulcanici, fresco vincitore del Premio Abbiati della critica musicale italiana e la giovanissima e vivacissima Orchestra Filarmonica di Benevento diretta da Carlo Rizzari.

Non può mancare Wagner. Se le restrizioni cui siamo obbligati ci impediscono, come di tradizione, la presenza dei grandi organici orchestrali necessari per l’esecuzione delle sue opere allora avranno un significato particolare il concerto di musica da camera di Asher Fisch e Stefanie Irányi dedicato a Wagner e Liszt e la duplice esecuzione dell’Idillio di Sigfrido nei concerti di Daniele Gatti e Iván Fischer.

Ci sarà poi, con cadenza settimanale, e con programmi sorpresa, musica in Piazza Duomo.

Per ultimo quello che sarà il primo appuntamento del Festival: un tributo a quello che è stato il musicista più amato di questi ultimi decenni e che da pochissimo ci ha lasciato, Ennio Morricone.

Morricone dirige Morricone” sarà il primo, commovente omaggio al grande Maestro dopo la sua scomparsa; protagonisti l’orchestra che per anni è stata la sua in tanti memorabili concerti, la Roma Sinfonietta, e Andrea Morricone.

 

 

 

 

 

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