OSPEDALE di POLLA: quando gli uomini possono cambiare la storia della sanità

 

Aldo Bianchini

POLLA – Covid-19, day hospital, day surgery, non sono definizioni poco comprensibili prese a prestito da un “esterofilismo” ormai diffuso a tutto spiano, ma semplicemente definizioni entrate nel lessico quotidiano collettivo per meglio penetrare l’immaginario di tutti in materia di sanità pubblica e privata. Definizioni anche affascinanti che rendono sempre i più e sempre meglio il senso pratico di quello che si intende far passare come messaggio positivo in fatto di salute.

A questo punto potrei anche scrivere che l’utilizzo di massa dell’esterofilismo accredita chi lo pratica di una buona organizzazione di base che si proietta in maniera roboante nell’esercizio personale dei servizi (inclusi quelli sanitari) come “best practices” ineguagliabili.

Come sempre, però, al di là delle definizioni la funzionalità delle esterofile o nazionali buone pratiche dipende soltanto dagli uomini che, a turno, vengono chiamati a dirigere strutture istituzionali ed a creare ed applicare moduli lavorativi in progress, soprattutto quando si parla di sanità,

Tra i tanti, mi piace oggi sottolineare il caso maturato nell’ospedale “L. Curto” di Polla ed inerente due medici dirigenti in particolare: Luigi Mandia (direttore sanitario) e Domenico Rubino (dirigente reparto urologia); due medici, due professionisti, due uomini seri che stanno cercando di rivitalizzare e rilanciare una struttura sanitaria praticamente abbandonata a se stessa dalla politica e decisamente affossata da molti dei tantissimi operatori che al suo interno hanno soggiornato ed hanno vivacchiato con indolenza pur guadagnando stipendi ragguardevoli.

Mandia e Rubino, invece, hanno creduto fermamente nella possibilità di rilanciare un ospedale ormai spento ed in via di sicura estinzione nel silenzio e nella connivenza generale; e sempre in favore o di Lagonegro o di Vallo della Lucania.

dr. Luigi Mandia - direttore sanitario ospedale di Polla

Hanno preso la palla al balzo, i due dirigenti medici, offerta inaspettatamente dalla pandemia da coronavirus per rilanciare anche sul piano politico l’importanza di avere sul territorio una struttura sanitaria perfettamente funzionante ed all’altezza delle moderne esigenze di una utenza sempre meno disposta a lunghi ed estenuanti “viaggi del dolore e della speranza” per poter tutelare la propria salute.

Sicuramente a spingere i nostri due dirigenti ad impegnarsi il comune – condiviso e sodale impegno professionale all’interno della struttura sanitaria pollese (meglio sarebbe dire valdianese); un impegno che li ha visti protagonisti fin dal loro primo incontro istituzionale di qualche anno fa, quando Mandia assunse l’incarico di direttore sanitario.

L’ingresso dell’esperto Mandia nell’ospedale di Polla ha certamente segnato un momento di svolta; non sono mancati i momenti di perplessità e di sommessa e soffusa ostilità, alla fine però ha vinto il buon senso ed anche le “best practices” proposte dal nuovo direttore sanitario e da chi (come Rubino) ha raccolto il messaggio, lo ha modellato sulla base delle esigenze professionali del suo ruolo, ed alla fine (come nel caso di Rubino) ha accolto l’invito ad impegnarsi ancora di più (ed anche qui tra le rinunce di tanti e l’invidia di altri) assumendo le vesti del “responsabile dell’unità operativa Covid-19” in un momento sicuramente drammatico non solo per l’intero Vallo di Diano ma per tutto il Paese.

La pericolosità connessa all’attivazione di una struttura operativa sconosciuta ha condizionato alcuni sanitari e parasanitari a defilarsi tra le pieghe di una imbattuta burocrazia organizzativa; ma in   tanti hanno, però, risposto all’appello di Luigi Mandia e Domenico Rubino che hanno pilotato i loro collaboratori verso un successo che era difficile soltanto ipotizzare nel mese di marzo di quest’anno.

E’ facile ora e con il senno di poi, per molti, dire che i due dirigenti medici si sono lanciati in quest’avventura rischiosissima anche per meri motivi elettorali (Mandia è candidato sindaco a Sicignano degli Alburni e Rubino lo è per Sassano); ma se si vuole essere sinceri fino in fondo bisogna ammettere che la decisione ferma di attivare un presidio anti contagio nell’ospedale in via di dismissione è stato un atto di coraggio fuori dal comune, un atto che si è scontrato, come ci ricorda la storia di quei giorni terribili, anche con le esigenze spocchiose di una politica sempre pronta a dissacrare le iniziative della controparte, ed in questo, la vicenda della riapertura dell’ospedale di Sant’Arsenio che smosse le coscienze di molti sindaci valdianesi, è ampiamente significativa; una vicenda che ancora una volta ha dimostrato l’insipienza della politica: finita l’emergenza, finita non la riapertura ma anche semplicemente la discussione intorno ad essa.

Fortunatamente dall’ospedale di Polla sono venute fuori a sorpresa distinte e preziose professionalità che ben guidate da Mandia e Rubino hanno consentito il superamento di una immensa difficoltà che diversamente avrebbe provocato chissà quante altre vittime.

E i due non si sono fermati, sono andati e stanno andando ben oltre il Covid; e proprio in queste ultime ore hanno annunciato, tra i primi in Campania, il ripristino ed il rilancio degli ambulatori specialistici, i Day Hospital ed i Day Surgery  dell’ospedale  “Luigi Curto” di Polla. Difatti da domani, lunedì 6 luglio, si ripartirà con le visite e le prestazioni, anche quelle non urgenti, nel rispetto assoluto delle regole di sicurezza da Covid 19.

dr. Domenico Rubino - dirigente unità operativa di urologia presso l'ospedale di Polla e responsabile centro anti Covid-19 per il Vallo di Diano

Un esempio di buona sanità pubblica che, volendo, può essere attuata con le strutture e le risorse umane che già si hanno, senza bisogno di aspettare riaperture fantasiose e arrivi di professionalità dall’esterno.      Il tutto, in n una recente nota stampa, è stato così ottimamente sintetizzato dal direttore sanitario Luigi Mandia: “L’attivazione dei nuovi ambulatori specialistici non vuole essere un semplice ritorno agli standard pre Covid. Si tratta di offrire alla nostra utenza una razionale e migliore offerta di servizi. Ringrazio tutti, ma soprattutto il dottore Rubino e Michele Di Candia, componente del Comitato dei Sindaci dell’Asl Salerno, per l’impegno profuso per l’attivazione degli ambulatori”.

Insomma, come dicevo prima, è sempre questione di uomini; e l’ospedale di Polla ne ha trovati finalmente due.

 

 

 

 

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