Dr. Pietro Cusati
(giurista-giornalista)
Roma ,3 luglio 2020 . Lo scrittore fiorentino Sandro Veronesi e il suo ‘Colibri’,pagine 368, (La Nave di Teseo)ha vinto per la seconda volta, l’ambito riconoscimento letterario, il Premio Strega 2020,giunto alla 74 edizione, ridimensionata a causa del coronavirus, con 200 voti ha battuto La misura del tempo di Gianrico Carofiglio (Einaudi), con 132 voti. L’evento si è svolto, alla presenza di ottanta persone per le note restrizioni in seguito alla pandemia , al Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma è stato trasmesso,ieri sera, in diretta su Rai3, con la conduzione di Giorgio Zanchini, ospite speciale Corrado Augias e un omaggio particolare ad Andrea Camilleri, a un anno dalla morte il 17 luglio 2019. Presidente della giuria Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega 2019. Soltanto Paolo Volponi ha vinto più di una volta il Premio Strega, nel 1965, con La macchina mondiale e nel 1991, con La strada per Roma. Marco Carrera, il protagonista del libro il colibrì, viene chiamato colibrì da bambino per il suo aspetto minuto mentre da adulto per la sua capacità di rimanere fermo, immobile sul suo posto mentre tutti fanno passi avanti. Una caratteristica tipica del colìbrì che “batte le ali, continuamente, una fatica immane per rimanere fermo”.“Già da tempo cominciavo a pensare ad un nostro premio, un premio che nessuno ancora avesse mai immaginato. L’idea di una giuria vasta e democratica che comprendesse tutti i nostri amici mi sembrava tornar bene per ogni verso, confermava il nuovo acquisto della democrazia”.Così Maria Bellonci racconta la nascita, in seno al gruppo degli Amici della domenica, dell’idea di dare vita a un nuovo premio letterario, che contribuisse nell’Italia del primo dopoguerra alla rinascita culturale del Paese. Il Premio Strega venne annunciato il 17 febbraio 1947 e, grazie al mecenatismo di Guido Alberti, gli venne dato il nome del liquore prodotto dall’azienda di famiglia. Da allora gli Amici della domenica, che oggi costituiscono un corpo elettorale di quattrocento persone diversamente inserite nella cultura italiana, si riuniscono ogni anno per scegliere in due successive votazioni il vincitore: la prima in casa Bellonci, in giugno; la seconda al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, ai primi di luglio. Sin dalla nascita il Premio Strega è stato indice degli umori dell’ambiente culturale e dei gusti letterari degli italiani. I libri premiati hanno raccontato il nostro Paese, documentandone la lingua, i cambiamenti, le tradizioni. In questi settant’anni le scelte compiute dal Premio Strega hanno incoraggiato i lettori italiani a leggere sé stessi, la loro storia e il loro presente attraverso lo specchio della narrativa contemporanea. Sandro Veronesi ha vinto per la seconda volta il premio letterario Strega degli amici della domenica. Architetto è nato a Firenze il 1° aprile 1959 ,vive a Prato. Nel 1985 si laurea in architettura a Firenze con una tesi su Victor Hugo e la cultura del restauro moderno. Il suo romanzo d’esordio è del 1988,Per dove parte questo treno allegro. Tra il 1997 e il 1998 collabora con Rai 3, ed è autore e conduttore del programma televisivo magazzini Eistein . Collabora con numerosi quotidiani e riviste letterarie; insieme a Domenico Procacci ha fondato la casa editrice Fandango Libri, ed è tra i fondatori della web radio Radiogas.Nel 2000 pubblica la ‘’ forza del passato’’,vincitore del Premio Campiello e del Premio Viareggio, tradotto in 15 lingue, da quel romanzo è tratto l’omonimo film di Piergiorgio Gay. Nel 2006 vince il premio Strega con il romanzo ‘’Caos calmo.’’ Veronesi ne ‘Il colibrì’ racconta la storia di una vita intera colpita un pò più del normale da cose dolorose. Il protagonista, Marco Carrera è del 1959, come lo scrittore. “Ho voluto che avesse la mia età perchè uno della mia generazione l’austerity la ha vissuta sulla propria pelle. La mia fiducia è che le nuove generazioni mettano le cose apposto e lo faranno in fretta, in un anno” dice lo scrittore. Il quartiere Trieste, a Roma è il centro della nuova storia in cui Sandro Veronesi , già vincitore del Premio Strega per Caos Calmo, ha deciso di ambientare il suo nuovo romanzo con il quale ha vinto il Premio Strega 2020 , Il colibrì,come l’uccello sacro ai Maya,in quel quartiere “che ha sempre oscillato tra l’eleganza e la decadenza, tra il lusso e la mediocrità, tra il privilegio e l’ordinarietà”, un uomo come tanti, il medico oculista Marco Carrera sta per ricevere una rivelazione durante la visita a un paziente. “Mi dica”, fa lui, subito incuriosito e preoccupato da quel momento sensazionale che va a disturbare la sua ordinarietà. “C’è un matrimonio di mezzo, c’è una figlia!”. E il paziente, tale Daniele Corradori: “Mi dispiace dirglielo, ma il suo matrimonio è finito da un pezzo, dottor Carrera. E di figlio ce ne sarà un altro, tra poco, ma non sarà suo”. Il Colibrì è un uccello quasi fantastico, l’unico che può stare fermo in aria, ma addirittura volare all’indietro. A qualcosa gli servirà, perché non credo che gli uccelli facciamo solo spettacoli di arte varia. Probabilmente servirà a tutta la specie per sopravvivenza. E’ la forma di ricompensa massima per i morti dell’epoca azteca. Nella loro tradizione si riteneva che l’anima del guerriero morto in battaglia si trasformasse in colibrì. In quell’uccello c’è tutta un’idea di grazia, leggerezza e beatitudine totale. Il colibrì da’ anche l’idea della conservazione: conserva la posizione che è un mondo che gira attorno a Marco Carrera, il protagonista del romanzo. Leggere questo nuovo libro, oltre che emozionante, sarà terapeutico, un insegnamento a continuare, a infischiarsene dei sensi colpa, degli “ingombri” ,che qui, come nella vita vera, sono molto pesanti, a trovare o ritrovare sé stessi. Un invito a vivere nonostante tutto, basta solo provarci.“L’ho iniziato nel 2014, dopo qualche mese dalla pubblicazione di Terre rare. Mentre di Caos Calmo ho saputo dire quale è stato il momento in cui si è formata la prima idea generatrice, qui non lo so…può darsi che me lo portassi dietro da tanto tempo. Marco Carrera, “In effetti, anche dentro al romanzo stesso, sotto forma di accusa, rivolgendosi allo psicoanalista della sua innamorata, lui ammette di avere una visione eroica della vita. Gli eroi sono quelli si definiscono tali, che decidono di vivere da eroi, dopodiché il loro eroismo può anche consistere nel non fare male a nessuno, nel non fare niente. È l’atteggiamento nei confronti della vita che è eroico. In tutto il romanzo cerco di sostenere l’idea che il dolore e l’infelicità sono vita, sono qualcosa che non va ributtata in mare come il pesce troppo piccolo, ma va tenuta, uno se la deve vivere”.‘’Oggi è un tempo in cui il dolore viene quasi criminalizzato, si deve per forza eliminare. Il dolore fisico lo dobbiamo eliminare con gli analgesici in tutti i modi possibili e con le sostanze cancellare anche il dolore morale che è diavolo, invece non è così. Il dolore perde e quando finisce è un sollievo tale che sfiora la felicità”.Sandro Veronesi ha dedicato la vittoria anche a suo padre che gli ha ispirato la frase conclusiva del romanzo: “Preghiamo per tutte le navi in mare”. «Era una frase che mio padre diceva quando con la sua imbarcazione prendeva il largo. E io dedico questo libro anche a coloro che sono in mare e che cercano ospitalità nei nostri porti. Sono felice di avere vinto nuovamente lo Strega perché, inutile negarlo, è il più importante riconoscimento italiano. E sono soddisfatto di aver tagliato il traguardo con ‘Il colibrì’ perché è un libro sul dolore, che insegna anche a reagire alla sofferenza e a ricavarne energie vitali».